Il Comune di Cassinetta di Lugagnano contro la spesa militare: delibera unanime contro il riarmo

  • Postato il 2 agosto 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il Comune di Cassinetta di Lugagnano, in provincia di Milano, ha approvato una delibera contro la decisione del governo di aumentare la spesa militare nazionale, “sia per il sostegno esplicitato al piano ‘ReArm Europe/Readiness 2030, sia nella scelta, presa in sede di vertice Nato, di accettare il nuovo target al 5% del Pil dell’Alleanza sulla spesa militare“. È il primo comune che esplicita la propria condanna nell’ambito dell’iniziativa “Comuni per la pace e contro il riarmo“, lanciata dai promotori italiani della campagna “Stop Rearm Europe“.

La decisione è stata presa all’unanimità dal consiglio comunale, presieduto dal sindaco Domenico Finiguerra. Proprio il sindaco, nell’esposizione dell’ordine del giorno, ha sottolineato le ripercussioni che gli aumenti delle spese militari comportano sui bilanci pubblici nazionali e quindi su quelli degli enti locali. Finiguerra ha inoltre evidenziato come le stesse risorse impiegate nel riarmo avrebbero invece dovuto essere destinate ad altri servizi essenziali, come sanità, istruzione ed enti locali, già penalizzati dai tagli di spesa.

Con la delibera, il Comune ha chiesto al governo di recedere dall’impegno sottoscritto con la Nato e di attivarsi nelle istituzioni europee per ottenere, in sostituzione del piano “ReArm Europe”, un piano di finanziamenti per la transizione ecologica e i servizi essenziali, nonché di destinare maggiori risorse ai Comuni. Il consiglio comunale di Cassinetta di Lugagnano ha infatti sottolineato come l’insieme delle iniziative messe in atto dal governo Meloni comporterà nel prossimo decennio un enorme aumento delle spese militari, trasformando così l’economia del Paese e la nostra società in una configurazione “di guerra“. Nella delibera si legge inoltre come le nuove spese siano considerate in contrasto con il dettato costituzionale dell’articolo 11 che prevede il ripudio della guerra da parte dell’Italia.

Il consiglio comunale ha quindi chiesto una vera e propria inversione di tendenza, non solo spingendo per l’adesione alle mobilitazioni della società civile “Ferma il riarmo” e “Stop Rearm Europe”, ma anche sostenendo la creazione di nuovi percorsi di disarmo e l’utilizzo delle risorse liberate dalla spesa militare per spese sociali e ambientali. Il Comune di Cassinetta di Lugagnano è il primo a votare una delibera di questo genere, ma con l’iniziativa “Comuni per la pace e contro il riarmo” il numero di adesioni potrebbe aumentare. L’obiettivo: coinvolgere centinaia di Comuni per raggiungere un peso politico non trascurabile, così da poter fare pressione sul governo. Secondo l’iniziativa, infatti, i Comuni stanno affrontando drastiche riduzioni di risorse e tagli generalizzati alla spesa pubblica e l’aumento della spesa militare potrebbe incidere ulteriormente sulle risorse destinate ai Comuni.

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Il Fatto Quotidiano

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