Il consiglio musicale del mese: King Gizzard and the Lizard Wizard, Flight b741
- Postato il 27 luglio 2025
- Lifestyle
- Di Blitz
- 2 Visualizzazioni

Il consiglio musicale del mese di luglio è dedicato a Flight b741, album degli australiani King Gizzard and the Lizard Wizard pubblicato nel 2024. Ebbene sì, questa volta si tratta praticamente di una novità discografica, a dimostrazione del fatto che non ho intenzione di proporvi solo grandi classici un po’ scontati. Ma soprattutto a dimostrazione che di musica eccellente ne viene prodotta in quantità ancora oggi. I più attenti di voi ricorderanno peraltro che l’album era stato già citato nell’articolo Gli album pubblicati all’estero nel 2024, dove vi avevo presentato il video ufficiale del singolo Le Risque. Come per gli articoli precedenti, qui non proporrò una guida all’ascolto, ma un approfondimento, in cui alcuni brani dell’album verranno presentati in ordine sparso. In questo caso specifico, vi proporrò molte versioni dal vivo, che spero possano darvi la suggestione più genuina della band e del suo progetto musicale, lasciando a voi l’ascolto dell’album nella sua interezza.
I King Gizzard and the Lizard Wizard sono una band dallo strano nome e dalle scelte musicali ancora più bizzarre. Nati nel 2010, hanno esordito nel 2012 con l’album 12 Bar Bruise, dando inizio a un’intensa attività, sia in studio che dal vivo: ad oggi, hanno pubblicato ben ventisette album in studio, l’ultimo dei quali Phantom Island è uscito nel 2025, e se si contano i live parliamo di oltre cinquanta album. In questa smisurata produzione troviamo album negli stili più diversi: dal rock blues alla fusion, dal folk al metal, dal prog alle sperimentazioni più ardite, come quella della trilogia composta da Flying Microtonal Banana del 2017, K.G. (Explorations in Microtonal Tuning, Volume 2) e L.W. (Explorations in Microtonal Tuning, Volume 3).
In questi tre progetti discografici i King Gizzard si sono cimentati con la musica microtonale, che utilizza intervalli musicali al di fuori del cosiddetto sistema temperato occidentale, con note che i nostri strumenti più comuni non sono in grado di produrre. Si tratta di un sistema musicale molto diffuso nella musica popolare, ad esempio, in Medioriente. E infatti, per la realizzazione di quegli album, furono costruiti strumenti appositi in grado di suonare gli intervalli microtonali: la chitarra, ad esempio, vedeva l’aggiunta di alcuni tasti, disposti sul modello del baglama, strumento a corde tipico della cultura mediorientale. Questo ci dà un’idea della determinazione a sperimentare e ricercare che caratterizza la band. Nonostante tutto ciò, in genere i King Gizzard vengono definiti, semplicisticamente aggiungerei, come una band psichedelica.
Guidati da Stu MacKenzie, che suona chitarra, basso, tastiere, sitar, violino, clarinetto, sassofono e canta, i King Gizzard and the Lizard Wizard creano i materiali per Flight b741 a partire da improvvisazioni. In effetti, questo è un album collettivo, in cui la leadership di Stu MacKenzie è messa da parte, per lasciare spazio a tutti e sei i membri della band, i quali compongono, suonano anche loro diversi strumenti ciascuno e cantano, dividendosi le parti cantate di ogni brano di Flight b741. Come afferma lo stesso MacKenzie: “Flight b741 è un album di rock blues classico, di ritorno alle radici, che arriva dopo un periodo di sperimentazione pesante e di disposizioni complesse per i live”. In effetti, Flight b741 segna un ritorno alle sonorità rock blues che avevano già caratterizzato Fishing for Fishies nel 2019. L’ottava traccia dell’album si intitola Sad Pilot: il pilota si imbarca sul volo b741, frustrato dai suoi problemi sentimentali, ha anche bevuto, ma ha dovuto lasciare i problemi alla pista di decollo, perché non sono ammessi bagagli pesanti a bordo. D’altra parte, “ci sono sempre cieli azzurri all’orizzonte”.
Un titolo dai molti significati
Ancora Stu MacKenzie ci dice che l’album “prende il nome da una progressione di accordi resa popolare da band famose come gli Allman Brothers e i Grateful Dead”. In effetti, l’espressione b741 si riferisce a una serie di accordi piuttosto comune nel blues rock, in cui l’accordo costruito sulla settima minore (o bemolle) è seguito dall’accordo costruito sulla quarta e poi da quello costruito sulla prima, o fondamentale, della tonalità di riferimento. Se questa spiegazione vi risulta troppo tecnica, non vi preoccupate: è sufficiente ascoltare i brani di questo album per farci l’orecchio, dal momento che sono praticamente tutti basati su questa progressione armonica. La prima traccia, Mirage City, ci racconta di una città utopica, un luogo che è un miraggio dove fuggire dalle disgrazie quotidiane. Ma se si decide di intraprendere il viaggio, questa città diventa la nostra meta e, chissà, potrebbe anche manifestarsi come qualcosa di reale.
Flight b741 è un album ricco di energia, senza momenti lenti o melensi. Un album che sprizza rock a ogni passaggio, pensato per delle performance live potenti e anche divertenti. Nel secondo brano, Antarctica, il tema principale sembra essere il riscaldamento globale: “Possibili nevicate all’inferno, non andrà affatto bene”. Ma è visto dalla prospettiva di un metaforico orso polare, che si imbarca sul nostro volo per fuggire dal caldo insopportabile verso l’Antartide, il luogo freddo per eccellenza, che è visto come una salvezza.
Dentro i temi dell’album
Nella loro immensa discografia, i King Gizzard si sono spesso interessati a temi sociali, ambientali e al collasso della civilizzazione. In genere, ogni album ha un suo ambito di tematiche e una sua prospettiva precisa. Non mancano però riferimenti trasversali, con personaggi fittizi che ritornano da un album all’altro e vanno a comporre quello che è stato definito il Gizzverse, l’universo immaginario dei Gizzard. In Flight b741, il volo in questione può essere visto come una metafora della vita, o se preferite una sorta di arca di Noè, sulla quale si imbarcano i vari personaggi, tutti alla ricerca di un percorso per essere persone migliori e trovare quindi un mondo migliore. Così, abbiamo il sognatore che si sente oppresso nel luogo in cui vive e parte alla ricerca della città utopica, l’orso polare che fugge dalle temperature in aumento verso l’Antartide, i maiali che temono che l’aereo cadrà, ma si imbarcano lo stesso vincendo le proprie paure, il pilota con problemi sentimentali che ritrova il senso della vita nei cieli azzurri all’orizzonte, eccetera. Field of Vision è un incitamento ad adottare una visione del mondo e della vita più aperta: siamo tutti chiusi in un campo visivo ristretto e le religioni hanno certamente un ruolo in questo bigottismo.
Ed ecco che proprio nella title track arrivano i maiali. Sì, perché i maiali sono importanti. Lo stesso Stu MacKenzie sostiene che i testi “parlano della ricerca di una vita che valga la pena vivere, simbolizzata dal tema centrale dell’album: quando i maiali voleranno, io sarò su quel volo”. Non saprei spiegare a fondo l’importanza dei maiali, ma come avrete capito ogni singolo album di questa band è costruito in tempi molto brevi, ma con una quantità impressionante di rimandi, metafore e significati nascosti e profondi: più si scava, più si trova. Forse qualcuno di voi un giorno spiegherà a me il significato nascosto di questi maiali! Comunque in Flight b741, settima traccia dell’album, i maiali sono molto preoccupati che l’aereo cadrà, ma ci sono saliti lo stesso, perché nella vita bisogna correre dei rischi.
Ancora, nella penultima traccia, le metafore animalesche continuano senza sosta: Rats in the Sky non parla dei topi, però, ma dei gabbiani, dei piccioni, di quegli uccelli che, come topi con le ali, si nutrono di spazzatura e bevono alle pozzanghere. I topi nel cielo vivono liberi e spensierati, sempre nel qui e ora: “I topi nel cielo mangiano, volano, sopravvivono”. E si prendono gioco degli stupidi umani che corrono senza mai arrivare e si dimenticano di godersi la vita: “Liberato dalle ali, sgravato dai problemi, ho dimenticato la destinazione, ma mi sono goduto il viaggio”.
Un concept album e un’iniezione di vitalità
Flight b741 è in fin dei conti un concept album a tutti gli effetti. Anche se la storia è difficile da cogliere immediatamente, forse troppo intellettuale per qualcuno, i brani sono indiscutibilmente collegati da un tema di fondo, che si concretizza nel velivolo su cui tutti i personaggi sono saliti. E i brani sono davvero collegati fra loro, senza la minima pausa tra uno e l’altro, ad accentuare ancora di più l’impressione di rock energetico che caratterizza tutta questa produzione. La sequenza armonica nascosta nel titolo è anch’essa un elemento che collega i brani fra loro, essendo la base di partenza di ciascuna traccia, anche se interpretata sempre in maniera diversa e in diverse tonalità. Insomma, i King Gizzard non lasciano nulla al caso e costruiscono sempre opere divertenti e fruibili, ma allo stesso tempo profonde e ricche di significati nascosti. Una curiosità sulla copertina, che rappresenta un aereo di legno pilotato da otto maiali: pare che il modello sia stato realmente realizzato in legno e i maiali scolpiti con la creta. La traccia di chiusura, Daily Blues, termina il viaggio e i nostri sei eroi si congedano da noi: “Grazie per aver volato con noi, siamo stati i vostri piloti… Non sappiamo qual è l’ora locale, ma il tempo è buono, quindi salite sul vostro cavallo e partite!”.
Clicca qui per leggere gli altri articoli della rubrica musicale di Blitzquotidiano!
L'articolo Il consiglio musicale del mese: King Gizzard and the Lizard Wizard, Flight b741 proviene da Blitz quotidiano.