Il corto muso funzionerà di nuovo? La credibilità di Allegri passa dalla rinascita del Milan

  • Postato il 18 agosto 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Lo avevamo lasciato così. Con una camicia sbottonata e una prestazione da one man show – tra urla e dita puntate – contro arbitri e dirigenza bianconera dopo la fine di Coppa Italia vinta contro l’Atalanta. Due anni più tardi, Max Allegri torna ad allenare in Serie A nel Milan. Per la seconda volta in carriera. Sono bastate poche telefonate e una semplice promessa: “Torno da voi”. Il suo è un rientro in grande stile: nella conferenza stampa di presentazione parla di obiettivi concreti (tornare almeno in Champions League), di moduli e di “corto muso”. “Le vittorie nascono dalla società, ci deve essere un blocco unico che va nella stessa direzione, di sostegno alla squadra. Ho incontrato la proprietà, ho trovato chiarezza nei ruoli”. Ma basterà solo questo approccio per riportare entusiasmo a una piazza scoraggiata e a una squadra che dopo lo scudetto vinto ha deluso le aspettative?

Il “corto muso” basterà?

Dopo una stagione rossonera fallimentare (soprattutto a causa di un mancato ingresso in Europa), Allegri è stato chiamato a rifondare e salvaguardare il bene del Milan. Rimettendo in piedi un ambiente scosso e demotivato. Tra i gestori migliori degli ultimi 15 anni, la società rossonera ha deciso di puntare su di lui. Oltre alla compattezza mentale, però, l’ex Juventus dovrà dimostrare di essere ancora un allenatore di alto livello dopo l’ultima parentesi bianconera non all’altezza (se pensiamo ai risultati ottenuti sul campo). Il suo curriculum non suggerisce di certo un calcio all’avanguardia, ma sicuramente efficace e solido. Allo stesso tempo però, Allegri deve dimostrare – per questo Milan – di non essere solo “corto muso”. Ma molto di più. Ordine tattico e mentale su tutto, che tanto è mancato nell’ultimo periodo.

Dare ordine al Milan

Non subire e ripartire con la velocità e la fantasia degli esterni. Nel mezzo, un centrocampo talentuoso e con tanta esperienza per fare da collante tra le due fasi. E il mix giovane-talento campione – più volte vista nelle squadre di Allegri e lo sarà anche ora con Modric e Jashari, per esempio – può essere l’arma in più per la stagione. “I ragazzi stanno lavorando bene e con entusiasmo, che è la cosa più importante. Soprattutto con grande serietà”, due ingredienti che in campo e nel gruppo squadra non possono mancare. Poche regole, ma efficienti. “Il calcio è un gioco semplice”, diceva. Non è un caso.

Lavorare (anche) sulla fase difensiva

“I campionati li vincono le squadre che subiscono meno gol”, parola di Massimiliano Allegri. Le prime amichevoli però, seppur di precampionato, hanno dato subito qualche spunto negativo: il Milan deve reimparare a difendere. E deve farlo in fretta. Perché per una richiesta che si basa principalmente su contropiede e lanci in profondità, trovare compattezza dietro è la chiave per arrivare al giusto equilibrio. Come l’allenatore, del resto, ha sempre voluto. Lo si è visto anche nella prima partita ufficiale, vinta 2-0 contro il Bari in Coppa Italia. A lui il compito di eliminare insicurezza e movimenti confusionari lontani dalla palla: un blocco unico, con l’obiettivo di difendere e ripartire veloce. Dando però un senso a tutto, correndo insieme e sulla stessa linea. Una squadra da rilanciare e un allenatore che si vuole riconfermare dopo un periodo di assenza. Un progetto di restaurazione che passa dall’ordine e dal pragmatismo di Allegri.

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Il Fatto Quotidiano

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