Il Daily Telegraph “rosica” per la vittoria di Sinner a Wimbledon: “Orribile che ci sia stato un dopato in finale”
- Postato il 14 luglio 2025
- Sport
- Di Blitz
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La vicenda della positività di Jannik Sinner al Clostebol, sostanza vietata, si è ufficialmente chiusa da tempo. Il numero uno del mondo aveva ricevuto una squalifica di tre mesi, legata esclusivamente alla responsabilità oggettiva per un errore del suo team medico. La stessa Agenzia Mondiale Antidoping (WADA), che in un primo momento aveva impugnato la decisione di assoluzione dell’ITIA, ha poi riconosciuto chiaramente che “si trattava di un caso che era ad anni luce di distanza dal doping”. Una frase inequivocabile, che certifica come la posizione del campione azzurro sia stata giudicata limpida, in un contesto regolato da norme precise e applicate senza favoritismi.
Nonostante ciò, alla vigilia della finale di Wimbledon che ha visto trionfare Sinner su Alcaraz, qualcuno ha deciso di gettare nuovamente fango sul nome del tennista altoatesino. Il Daily Telegraph, storico quotidiano britannico, ha pubblicato un editoriale feroce, accostando il suo nome a quello di Iga Swiatek, anche lei coinvolta in un caso simile. L’attacco è frontale: “Orribile immagine per Wimbledon avere due giocatori con precedenti per doping in finale”.
Sinner and Swiatek target maiden titles at #Wimbledon following failed doping tests, with rivals having questioned severity of sanctions
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— Telegraph Sport (@TelegraphSport) July 12, 2025
L’attacco del Telegraph e la manipolazione della verità
L’editoriale, dai toni velenosi, si apre con parole gravi: “Ci saranno due elefanti nella stanza quando Iga Swiatek e Jannik Sinner scenderanno sul Centre Court…”, sottolineando come, per la prima volta, due atleti “con precedenti” disputino insieme una finale Slam. Il pezzo insinua anche che entrambi abbiano ricevuto trattamenti di favore, scontando squalifiche brevi e strategicamente collocate, e critica il fatto che i loro casi non siano stati resi pubblici in tempo reale.
Ma la realtà è ben diversa. Tutti i passaggi sono avvenuti nel rispetto delle regole: dai termini per presentare ricorso, al ruolo del tribunale indipendente che ha valutato ogni aspetto, fino alla possibilità di patteggiare – prevista dal regolamento WADA. La dose riscontrata nel caso di Sinner era inferiore a un miliardesimo di grammo e non avrebbe mai potuto influenzare le prestazioni. Continuare ad accostare la parola doping al nome di Sinner, suggerendo una scorrettezza inesistente, è un’operazione scorretta. E fa pensare che il “rosicamento” per l’Europeo vinto a Wembley dalla Nazionale azzurra di calcio nel 2021, proprio contro l’Inghilterra, possa annebbiare la mente di chi scrive determinate idiozie.
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