Il deltaplano sul corteo per Gaza sui giornali diventa “apologia del 7 ottobre”. La vera storia: “Era un gesto di pace”
- Postato il 23 settembre 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Un deltaplano in volo sul corteo per Gaza a Firenze e giù con post su pagine social, editoriali in prima pagina su quotidiani nazionali, migliaia di commenti. Ci sono cascati con due piedi – si fa per dire – in molti, anche maître à penser di X da decine di migliaia di follower, giornalisti ed editorialisti. Tutti pronti a vedere in quel volo sulle migliaia di partecipanti allo sciopero generale in solidarietà con il popolo palestinese un richiamo ai deltaplani con i quali gli uomini di Hamas piombarono sul Nova Festival il 7 ottobre 2023 per massacrare migliaia di giovani. E invece la storia è tutt’altra e il protagonista ha detto la cosa più ovvia: “Sarebbe bastato chiedere”. Lui, l’uomo su quel deltaplano, si chiama Carlo Berni, ha 75 anni ed è solito usare il suo mezzo con i colori della pace per scattare foto dall’alto durante le manifestazioni, ma pure per scoprire nuove grotte da socio fondatore dell’Unione Speleologica Calenzano.
“Mai pensato a niente del genere”, ha detto Berni a Repubblica. “Ho un deltaplano e ha i colori della pace. Qui mi conoscono tutti”. E infatti in molti nei commenti sui social avevano già preso a difenderlo nella stessa giornata di lunedì mentre l’associazione Italia-Israele di Firenze si diceva “sgomenta”, per la presidente dell’Ucei Noemi Di Segni era un modo per “evocare il progrom” del 7 ottobre e il deltaplano aveva i “colori palestinesi”. Ancora: Sara Natale Sforni, coordinatrice della sezione fiorentina di Sinistra per Israele ha parlato di “spettacolo osceno” che non è “stato frutto del caso”. Luigi Marattin è tranchant: “Indecente volo ‘in omaggio’ ai massacratori di Hamas”. C’è cascato perfino qualcuno del Partito Democratico fiorentino.
Ma il meglio lo danno i quotidiani. Sulla prima pagina de Il Tempo, in un articolo a firma di Andrea Ruggieri, ex deputato di Forza Italia ed ex direttore de Il Riformista, diventa il “deltaplano della vergogna”. Stefano Cappellini ci mette del suo su Repubblica, lo stesso giornale che ha intervistato Berni: “Osceni applausi di qualche apologeta del 7 ottobre”. Per Stefano Folli, ancora su Repubblica, era una “esplicita allusione” ad Hamas. Non va meglio sull’altro giornale della famiglia Elkann. Luca Bottura esonda su La Stampa: “Si è conclusa nel più drammatico dei modi la bravata di un tizio che, per evocare il 7 ottobre, ha pensato bene di sorvolare la manifestazione di Calenzano con un deltaplano a motore: è atterrato indenne”. Che risate. Per Il Foglio il deltaplano si è alzato in volo “emulando l’attacco di Hamas”. Stessa interpretazione su Il Giornale e Libero.
Berni è sereno: “È la macchina del fango sappiamo tutti come funziona. La mia idea è di non dare spazio a questi commenti, altrimenti si alimenta ed è proprio quello che vogliono”. Il pilota invece spiega: “L’ho fatto per solidarietà alla manifestazione ma soprattutto per fare foto dall’alto, non è la prima volta; 22 anni fa feci le foto alla bandiera della pace distesa a Cantagrilli, si trovano ancora sul web”. E aggiunge: “Faccio foto a manifestazioni come quella di ieri, ma quella che mi interessa è soprattutto la parte ecologica – ha detto ancora – Ho imparato a volare per trovare le grotte, prima non c’erano i droni, chissà, se ci fossero stati forse avrei usato quelli. Ho iniziato negli anni ‘80″.
A sua difesa è intervenuto anche il consiglio direttivo dell’Associazione Unione Speleologica Calenzano perché “ingiustamente vittima di un gravissimo linciaggio mediatico apparso sui social da parte di alcuni utenti non ben informati”. L’associazione ha spiegato: “Qualsiasi persona che conosca Carlo può testimoniare il suo convinto pacifismo e la sua totale estraneità a qualsiasi giustificazione di atti violenti. Il volo di Carlo vuole solo essere un messaggio di pace come altre volte ha fatto. La famosa foto che lo ritrae mentre vola sulla bandiera della pace di un chilometro che fu stesa sui Monti della Calvana nel 2003, contro la guerra in Iraq è certamente il ritratto più veritiero di Carlo Berni”.
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