Il deputato Pd Laus rischia il processo, chiusa l’indagine sulla coop Rear. “Infedeltà patrimoniale e malversazione”

  • Postato il 22 luglio 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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L’inchiesta è chiusa e adesso il deputato Mauro Laus, capogruppo Pd in commissione Lavoro, ha venti giorni di tempo per poter difendersi ed evitare che la procura di Torino chieda il suo processo. Lunedì 21 luglio a lui e ad altre sette persone sono stati notificati gli avvisi di chiusura dell’indagine che ruota intorno alla cooperativa Rear, di cui il parlamentare è stato a lungo presidente e amministratore.

Gli indagati e l’ipotesi di reato – Tra le persone che rischiano il processo compaiono anche l’assessore allo Sport della Città di Torino, Mimmo Carretta, e la presidente del consiglio comunale Maria Grazia Grippo, suoi fedelissimi. C’è poi l’attuale presidente della cooperativa, Antonio Munafò. Sono indagati a vario titolo di infedeltà patrimoniale (in altre parole, l’aver danneggiato il patrimonio di una società per procurare vantaggi a sé o ad altre persone) e malversazione di erogazioni pubbliche.

La storia e i dubbi sui soldi pubblici – Tutto parte nel 2023 da alcuni accertamenti sulla Rear, impresa che offre servizi di vigilanza, sicurezza e biglietteria a istituzioni pubbliche e non solo. Fondata nel 1984 a Torino, dove opera in molti musei, si è allargata negli anni anche a Verona, a Firenze e a Roma, dove gestisce servizi al Colosseo e all’Auditorium Parco della Musica. All’inizio dell’indagine il comando provinciale della Guardia di finanza, coordinato dal procuratore capo Giovanni Bombardieri e dal sostituto Alessandro Aghemo, sospettava che alcune erogazioni pubbliche non fossero state utilizzate adeguatamente.

L’avvocato: “Inchiesta slegata da appalti e politica” – “Si tratta di un atto che attendevamo da tempo”, ha dichiarato in giornata l’avvocato del deputato, Maurizio Riverditi, spiegando che il suo assistito “aveva manifestato piena disponibilità a rendere dichiarazioni ai magistrati, con l’intento di chiarire ogni aspetto della propria condotta nella convinzione che ogni dubbio sulla correttezza delle sue determinazioni potesse essere fugato”. Secondo il legale, che esclude collegamenti con le attività politiche di Laus, Carretta e Grippo o con gli appalti aggiudicati dalla cooperativa, “si tratta di questioni di natura esclusivamente operativa, su cui peraltro è già intervenuta una ispezione ministeriale che ha consentito di fare piena chiarezza”.

L’ascesa del deputato Dem – Laus ha cominciato a lavorare alla Rear da giovanissimo, poco dopo essersi trasferito a Torino dalla Basilicata. Nel 1990 ne era diventato presidente e più tardi amministratore delegato, carica passata alla cognata quando è stato eletto nel consiglio regionale del Piemonte. Nel 2012 Laus era stato contestato per i contratti applicati ad alcuni soci-lavoratori, alcuni dei quali avevano vinto delle cause civili. Addirittura il regista inglese Ken Loach, noto per i suoi film sulla “working class”, invitato a Torino per un premio del Torino Film Festival, aveva rinunciato al riconoscimento come segno di solidarietà ai dipendenti. Eletto senatore nel 2018, Laus aveva proposto una legge sul salario minimo.

La “galassia” Laus – Mimmo Carretta e Maria Grazia Grippo, oltre a essere i principali esponenti della “corrente lausiana” del Pd torinese, sono anche stati dipendenti della Rear, che ha sostenuto le rispettive campagne elettorali. Se all’ultima campagna elettorale, quella del 2021, Carretta non ha ottenuto alcun finanziamento elettorale, in quella precedente del 2016 aveva avuto ben 14mila euro dalla cooperativa, stessa cifra stanziata per Maria Grazia Grippo. Nel 2021, invece, l’attuale presidente del Consiglio comunale ha ottenuto 7mila euro da un commercialista, Mauro Busso (non indagato), presidente del collegio sindacale della Rear. Il mandatario elettorale di Grippo, inoltre, era Pasquale Santomauro (non indagato), ex collaboratore del gruppo Pd e impiegato nella direzione della cooperativa e nella comunicazione. Grippo ha inoltre ottenuto 3mila euro da un’azienda amministrata da un uomo già in affari con Laus. Altre aziende della “galassia” intorno a Laus hanno finanziato altri consiglieri Pd: Angelo Catanzaro e Pietro Tuttolomondo, non indagati.

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