Il direttore dei quotidiani Nem fa eliminare i nomi dell’omicidio-suicidio di Lamon: giornalisti in sciopero

  • Postato il 24 aprile 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un atroce fatto di cronaca accaduto nel Bellunese, un padre che uccide il figlio di 17 anni e poi si spara un colpo di pistola, facendola finita. Una famiglia distrutta. La decisione della direzione dei quotidiani veneti dell’editrice Nem di togliere le generalità dei protagonisti di questo grave fatto di sangue ha indotto le redazioni a dichiarare un giorno di sciopero. Il direttore Luca Ubaldeschi replica spiegando che la scelta è stata motivata dalla preoccupazione di tutelare l’identità della seconda figlia, appena tredicenne.

Annunciando lo sciopero, il comitato di redazione delle testate venete il Mattino di Padova, la Nuova Venezia, il Corriere della Alpi e la Tribuna di Treviso, a nome dell’assemblea di tutte le redazioni (comprese la testata on line Nordesteconomia e i giornali friulani Il Piccolo e Messaggero Veneto) spiega: “A un anno e mezzo, quasi, dal giorno in cui ha preso vita il progetto Nem, i giornalisti veneti hanno deciso di fermarsi per un giorno dal lavoro che hanno fatto in questi mesi con massimo impegno, professionalità, credendo nella necessità di fornire una corretta informazione e credendo in un nuovo e ambizioso progetto editoriale”.

Le redazioni “chiedono rispetto per la fatica continua dei giornalisti e delle giornaliste in un periodo di grandi cambiamenti e difficoltà per l’informazione”. Così prosegue il comunicato: “La causa scatenante è stata la decisione di omettere importantissimi elementi di un fatto di cronaca avvenuto nel Bellunese, elementi di cui i giornalisti erano venuti a conoscenza, ma che la direzione ha scelto di non pubblicare creando un insanabile divario tra il prodotto dei nostri giornali e siti, e quello di tutti gli altri che quella scelta non hanno fatto. L’omicidio-suicidio di Lamon, che nei nostri giornali è stato raccontato stralciando all’ultimo i nomi delle vittime, cancellando i loro volti, una spersonalizzazione della tragedia e delle persone coinvolte che manca di rispetto ai lettori, in primis, e ai giornalisti e alle giornaliste che hanno lavorato al caso con professionalità”.

La presa di posizione riguarda più complessivamente la struttura editoriale. “Una decisione presa per prudenza – è stato spiegato – che a nostro avviso è stata giornalisticamente sbagliata ed oltretutto mal gestita, visto che altre testate del nostro stesso gruppo hanno pubblicato la notizia con tutti i dettagli tolti dalle edizioni venete. Segno che c’è un problema di sistema. È gravissimo aver abdicato a svolgere il lavoro di cronisti: i fatti vanno raccontati con il dovuto rispetto per le persone coinvolte (in particolare i minori), ma tacerli o censurarli significa prima di tutto rinunciare all’Abc del giornalismo che è il nostro mestiere, in secondo luogo tradire i lettori che comprano i nostri giornali per essere compiutamente informati”.

Un malessere che va al di là del singolo episodio. “Il progetto Nem è nato con l’obiettivo di avere respiro interregionale e nazionale, ma si inceppa spesso nella macchina costruita per raggiungere questo traguardo. Ci sono complicazioni, rallentamenti, mancanze di comunicazione, tra direzioni che alle volte hanno reso vano anche il lavoro delle redazioni. Crediamo nelle notizie, crediamo negli eventi per promuovere informazione, idee e contenuti, crediamo nello sviluppo digitale, ma nel rispetto del lavoro di ogni singolo giornalista e nel rispetto prima di tutto delle informazioni, che vanno date, condivise, fatte circolare nel miglior modo possibile”.

Il direttore Luca Ubaldeschi ha replicato: “La decisione è stata presa nei minuti finali della lavorazione delle edizioni cartacee, anzi proprio negli istanti di chiusura, ed è stata presa perché soltanto in quel momento la direzione ha appreso del coinvolgimento di un altro minore nel fatto. Un coinvolgimento che, in quegli istanti concitati, non era chiaro, non si conoscevano dettagli cruciali per una valutazione più ampia. Sono questi due elementi – la mancanza di tempo e di particolari sul minore – che hanno portato a una scelta che aveva soltanto un fine: proteggere un minore. Se non si tiene conto di questo, non si ha una piena comprensione dell’accaduto”.

Si è trattato, quindi, di “una scelta di prudenza, proprio per tutelare le persone coinvolte e il lavoro di tutti i colleghi”. Nessuna volontà di abdicare al lavoro di cronisti, al contrario, secondo Ubaldeschi, “il desiderio di fare un’informazione precisa e rispettosa, come fin dall’inizio è negli obiettivi del gruppo Nem. Un approccio che i lettori hanno dimostrato di apprezzare, dal momento che rispetto alla fotografia di partenza, i dati dei nostri giornali sono migliorati. Creare un gruppo moderno, con dinamiche nuove, richiede percorsi di aggiustamento. È un lavoro sfidante, ma che punta a un unico scopo, un’informazione di qualità”.

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