Il dominio di Norris accende la lotta mondiale in casa McLaren: cosa ha detto il Gp d’Austria

  • Postato il 29 giugno 2025
  • F1 & Motogp
  • Di Il Fatto Quotidiano
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È Lando Norris il vincitore del Gran Premio d’Austria alla fine di un week end dominato. L’inglese precede il compagno Oscar Piastri, dopo un duello iniziale che aveva portato a un lungo dell’australiano in curva 4. Al di là del dominio sul passo del team di Woking, le Ferrari sono le seconde forze di giornata: terzo posto per Charles Leclerc e quarto per Lewis Hamilton, in una gara corsa in solitaria. La Mercedes è incolore: Kimi Antonelli centra Max Verstappen al via (out entrambi), George Russell è solo 5° in una gara senza sussulti, sulla pista dove nel 2024 vinse approfittando del duello fratricida tra l’olandese e Norris. Le sorprese di giornata si chiamano Liam Lawson (6° sulla Racing Bulls) e Gabriel Bortoleto (8° sulla Sauber), che diventa il più giovane brasiliano a punti nella storia della F1 al termine di un testa a testa nel finale con Fernando Alonso (7°). A chiudere la la top-10 Nico Hulkenberg (9°) e Sebastian Ocon (10°).

Era una delle piste preferite della sua carriera e Norris lo ha dimostrato. Il primo podio nel 2020, un gara dal passo superiore rispetto a quello di Verstappen nel 2024 — finita però con l’incidente tra i due — e ora un fine settimana dominato dove di mezzo non si è messo il solito errore “mentale” a compromettere la sua gara. Il britannico stavolta è stato perfetto e ha saputo costruire una vittoria con merito, accorciando a 15 punti sul rivale Piastri (216-201) in classifica Piloti, oltre a raggiungerlo nelle vittorie in carriera (7, come anche Juan Pablo Montoya e René Arnoux). Piastri lo ha provato a impensierire all’inizio e alla fine della gara, senza però indurlo all’errore. Anzi, è stato l’australiano a finire lungo in curva 4 dopo pochi giri, rischiando di centrare il compagno di box in una “frittata” che avrebbe avuto del clamoroso e che sarebbe andata a vantaggio della Ferrari.

Una dinamica che sarebbe stata molto simile a quella di Antonelli-Verstappen al via di gara, con l’italiano addosso all’olandese dopo aver bloccato il posteriore vanificando (probabilmente) le ultime possibilità del pilota Red Bull di vincere il quinto Mondiale Piloti della carriera. Si tratta del primo vero grande errore del bolognese, che ha chiesto subito scusa e rischia ora posizioni di penalità in griglia per Silverstone ed è stato perdonato dal pluricampione, più maturo e spesso “protettivo” a parole nei confronti del numero 12. La sentenza di Zeltweg dice questo: McLaren tornate devastanti dopo il passo falso del Canada (la direttiva ali flessibili sembra non aver spostato nulla), agevolate in Austria dalla miglior gestione gomma e della capacità di raffreddamento migliore delle posteriori alle alte temperature dell’asfalto (ben 50 gradi al via di gara); la Mercedes invece è stata deludente e ha avuto un passo da “gambero” sia rispetto a Montreal, sia dopo quanto si era visto nelle prime libere austriache.

Ne ha beneficiato così una Ferrari, che vola a Silverstone con una sensazione agrodolce. Il fondo ha aiutato nel giro secco, sicuramente un bene perché era chiamato a correggere una situazione (dare più carico e aiutare a contrastare il problema di un retrotreno troppo instabile), in attesa delle sospensioni posteriori in arrivo in Belgio a fine luglio, ma il passo era troppo inferiore alla McLaren. Dopo i primi giri, una volta che al via Piastri ha superato Leclerc (in duello al via con Norris), le vetture di Woking sono scappate distanziando le due SF-25. Ci ha provato il monegasco a stare aggrappato ai primi, finendo per rovinare le medie ed essendo costretto a fare “lift and coast” (a gestire la gomma non frenando in curva, ma alzando il gas per così decelerare), prima di correre una gara in solitaria assieme a Hamilton.

L’inglese è arrivato più vicino a Leclerc rispetto alle altre occasioni, ma si è arrabbiato ancora una volta con il team perché voleva provare ad arrivare al traguardo con una singola sosta, cercando di difendere la terza posizione nel finale sul compagno di box. Non sarebbe cambiato molto, considerando che il monegasco sarebbe tornato e si sarebbe rischiato un duello al limite che avrebbe potuto compromettere la terza e quarta posizione per le rosse di Maranello. Per il monegasco è il 47° podio della carriera, non dolcissimo, come dimostra il suo volto a fine corsa: “Nella prima curva ho attaccato ma Piastri è passato — le parole del numero 16 — le McLaren erano troppo veloci. Col primo set ho spinto all’inizio per cercare di stare con loro, e ho avuto più degrado. Sarebbe cambiato poco. Gli aggiornamenti hanno aiutato ma bisogna spingere perché il divario è troppo ampio”.

Da applausi infine le gare di Lawson e Bortoleto, veri Mvp di giornata. Il brasiliano è arrivato a giocarsela con Alonso nel finale, ma lo spagnolo è stato bravo a difendere la settima posizione aiutandosi con i doppiati all’ultimo giro. Il neozelandese è riuscito a rispondere dopo tanti weekend di difficoltà in una stagione nera, nata con lo “swap” di posizioni Red Bull-Racing Bulls e con un Isack Hadjar quasi sempre davanti tranne oggi: 12° in un appuntamento nel quale non è mai stato competitivo. Gara da incubo per Carlos Sainz, non riuscito nemmeno a partire con il motore in fiamme per un problema legato al motore elettrico. Per il resto una gara noiosa, senza mai l’ingresso di una Safety a sparigliare le carte e senza particolari sussulti nonostante le due soste ai box necessarie per tutti. Sono andati solo per un pit Lawson e Alonso: una strategia che ha pagato per entrambi.

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Il Fatto Quotidiano

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