Il dopo-Kirk è già finito. Tajani invitò alla moderazione, il deputato di Forza Italia al comizio grida: “Ilaria Salis andrebbe presa a calci nel c…”

  • Postato il 18 ottobre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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In campagna elettorale. lo scorso 3 settembre, aveva parlato di “toni da osteria” accusando i Giovani Democratici di Viterbo di insultare “in modo violento ed estremista il ministro degli Esteri Tajani” (avevano scritto “Tajani ci fai schifo” su un manifesto), mentre il Partito democratico in Calabria era stato tacciato di utilizzare “parole offensive e denigranti nei confronti del presidente Occhiuto”. I dem avevano scritto in una nota: “Noi crediamo che Roberto Occhiuto possa vincere l’Oscar nel ruolo di Pinocchio“. Un mese fa, invece, le frasi pronunciate dal deputato e coordinatore calabrese di Forza Italia Francesco Cannizzaro erano in linea con il refrain del centrodestra. A partire dalla premier Giorgia Meloni che, dopo l’uccisione negli Stati Uniti di Charlie Kirk, aveva denunciato un “clima d’odio insostenibile anche in Italia”, la presenza di “odiatori ed estremisti nascosti per strada”.

Ieri il parlamentare forzista, vicecapogruppo dei berlusconiani a Montecitorio, sembra aver abbandonato almeno temporaneamente la linea del partito “moderato” che, da settimane, si scaglia contro “il linguaggio dell’odio” per scandire da un comizio post-elettorale (con al suo fianco il presidente rieletto Roberto Occhiuto) che l’eurodeputata di Alleanza Verdi-Sinistra Ilaria Salis dovrebbe essere “presa a calci nel culo“. Testualmente: “Persone come lei andrebbero prese a calci nel culo e mandate a casa. E la stessa cosa andrebbe fatta nei confronti di chi la pensa come lei e, come lei, ricopre cariche istituzionali”. Una personale concezione di confronto democratico.

Come si è arrivati a questi toni del dirigente del partito dei moderati? Il “la” lo ha fornito la strage dei carabinieri morti nei giorni scorsi nell’esplosione del casolare di Castel d’Azzano, nel Veronese, provocata dai fratelli Ramponi per evitare lo sfratto. Salis aveva commentato così: “In questi giorni, la crisi abitativa e la povertà crescente in Italia sono tornate drammaticamente al centro della scena, da Sesto San Giovanni a Castel d’Azzano. Alla radice di quei gesti disperati e terribili c’è una questione sistemica: la negazione di un diritto fondamentale, che genera sofferenza e disagio in fasce sempre più ampie della popolazione”. “E se la politica – sono le parole dell’europarlamentare di Avs – continuerà a non affrontare le cause profonde di questa crisi, dovrà considerarsi corresponsabile (insieme a quel capitalismo che ha trasformato la casa da bene essenziale a bene speculativo) di ciò che di orribile accade. E dovrà assumersene la responsabilità politica”. Un attacco anche duro, una frase opinabile, nel merito l’obiezione potrebbe essere che lo sfratto di quel casolare era stato deciso per il pignoramento dovuto a un risarcimento per un incidente mortale con un trattore guidato da uno dei fratelli. Ad ogni modo le riflessioni di Salis non sembrano trasbordare nella giustificazione del gesto folle di chi ha ucciso i carabinieri facendo esplodere la struttura.

E legittimamente il centrodestra l’ha criticata bollando le parole come “vergognose, inaccettabili e indegne”. Da Maurizio Gasparri (che l’accusa di essere “una persona che diventa cattivo maestro, capace di generare altro orrore e altra violenza”) a Licia Ronzulli (“C’è un limite che non si può oltrepassare”) passando per il senatore di Fratelli d’Italia Gianni Berrino (che ha chiesto un chiarimento all’europarlamentare e al suo partito): tutti si sono scagliati contro Ilaria Salis che è stata costretta a ritornare sull’argomento e ripetere le sue argomentazioni con altre parole: “Come spesso accade, – scrive – è in corso una campagna d’odio promossa dai soliti giornali e rilanciata dalle forze politiche di destra di questo povero Paese, che meriterebbe ben altro dibattito. Mi vengono attribuite (con tanto di virgolettati) frasi mai dette e concetti mai espressi. Ribadisco quanto ho detto: quella di Castel d’Azzano è un dramma, una tragedia. E sì, la morte di tre persone mi addolora, ed esprimo la mia vicinanza umana alle famiglie delle vittime. Non sarebbe dovuto accadere. Ma ribadisco anche che la politica deve assumersi la propria corresponsabilità e affrontare le cause profonde del disagio”.

Salis cerca di essere più chiara: “Se vi offendete, o sentite il bisogno di attaccare chi lo dice, è perché in fondo avete la coscienza sporca: per voi, chi si trova in difficoltà economiche, chi prova a sopravvivere ai margini di questa società ingiusta, chi è povero, non merita una casa. Perché, per voi, gli interessi economici e la proprietà privata vengono prima dei bisogni delle persone. Ma non avete il coraggio di ammetterlo”.

In nessun passaggio l’europarlamentare di Avs scrive che “bisogna comprendere questa tragedia”. E qui si arriva al deputato di Forza Italia Francesco Cannizzaro, 43 anni, ma con la capacità di tenere la piazza in stile “prima Repubblica”. Dal centro storico di Reggio Calabria e con al fianco il governatore Occhiuto, Cannizzaro è un fiume in piena. È la sua serata perché ha annunciato la sua disponibilità a candidarsi a sindaco di Reggio Calabria alle prossime elezioni amministrative che si terranno tra qualche mese.

“Per buona pace della signora Salis, – ha affermato il parlamentare – dal cuore della città arriva un momento per onorare i nostri caduti. Per buona pace della signora Salis e di tutti coloro i quali la pensano come lei. Per buona pace di chi ancora, come lei, sostiene che bisogna comprendere questa tragedia. Noi invece non la comprendiamo e soprattutto non comprendiamo come donne e uomini che la pensano esattamente come lei, riescono ancora nel 2025 a ricoprire cariche istituzionali. Persone, donne e uomini, che come lei dovrebbero essere presi a calci nel culo e mandati a casa così come faremo tra poco tempo perché prenderemo esattamente a calci nel culo chi si permette il lusso di offendere la memoria di uomini delle forze dell’ordine che perdono la vita nell’esercizio del loro servizio. Viva l’Arma dei carabinieri, viva le forze di polizia, viva le forze dell’ordine, e grazie anche in questa occasione per il servizio che rendete quotidianamente per salvare il nostro Paese, la nostra Calabria, la nostra città”.

Per buona pace anche di Antonio Tajani che, meno di un mese fa, durante un question time a Palazzo Madama aveva invitato tutti alla moderazione e a “usare un linguaggio diverso per evitare di accendere gli animi, oggi è stato innalzato il livello di scontro al presidente del Consiglio, al vicepresidente Salvini e a me, quindi vuol dire che il clima non è dei migliori mentre io invito tutti quanti ad abbassare i toni”.

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