Il Duomo di Guastalla festeggia 450 anni, officia il card. Zuppi. Uno scrigno d’arte voluto da Cesare Gonzaga

  • Postato il 10 novembre 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Festa grande a Guastalla con il cardinale Zuppi per i 450 anni del Duomo, scrigno d’arte voluto da Cesare Gonzaga, primogenito del condottiero imperiale Ferrante, uomo di notevole spessore culturale, che aveva scelto di abitare poco lontano da Mantova, appunto in riva al Po, con l’amata moglie Camilla.

Un Gonzaga, diremmo oggi, “visionario”, un anticipatore; non a caso la sua “Accademia degli Invaghiti” (di Mantova) patrocinando l’Orfeo di Monteverdi ha di fatto generato il melodramma. È il caso di ricordare che questa favola in musica è stata presentata in anteprima a Mantova il 22 febbraio 1607 e che il cremonese Claudio Monteverdi visse a Mantova un paio d’anni (dove ha pure trovato moglie).

Cesare Gonzaga si circondò di uomini d’ingegno

Il principe Cesare amava circondarsi di uomini di sicuro ingegno. Per questo pensò di dotare Guastalla di uno straordinario luogo di culto e affidò il progetto all’architetto toscano Francesco Cipriani detto il Volterra; un artista già molto noto per le sue opere di Roma come Palazzo Lancellotti di via dei Coronari o la Basilica di San Pudenziana nel rione Monti (è la chiesa nazionale di riferimento dei filippini).

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Il Duomo di Guastalla festeggia 450 anni, officia il card. Zuppi. Uno scrigno d’arte voluto da Cesare Gonzaga (profilo social)

Nel Duomo operarono artisti di fama nazionale e, quando il tempio fu terminato, il conte Cesare pensò di farlo consacrare (1575) dal cardinale Carlo Borromeo, all’epoca arcivescovo metropolita di Milano, fratello della moglie contessa Camilla, una nobildonna a sua volta impegnata nell’istruzione delle confraternite religiose.

Carlo Borromeo aveva solo 37 anni quando venne a Guastalla per la consacrazione del Duomo. Era venuto in realtà per la morte del cognato, il principe Cesare, marito della sorella. Un cardinale che già in vita godeva di una grande fama.

Era un personaggio singolare. In un secolo in cui l’altezza media degli uomini non superava il metro e 65, Carlo Borromeo era alto più di 1 metro e 80 come lo ha descritto Federico Rossi di Marignano. Era non solo molto alto ma anche di corporatura robusta.

Arrivato a Milano nel 1566, riformò la Diocesi Ambrosiana vivendo in ascetica povertà. Ha dedicato la sua azione pastorale alla cura delle anime e alla moralizzazione dei costumi, contribuendo alla coesione sociale soprattutto dei ceti popolari.

Oggi la figura di San Carlo Borromeo è ricordata con uno straordinario monumento, unico nel suo genere, cioè una gigantesca statua posta nella natia Arona, sul Lago Maggiore; statua che è chiamata popolarmente “ Il Sancarlone” per le sue enormi dimensioni, statua alta 23 metri.

E’ sepolto nel Duomo di Milano all’altare del Crocifisso. Nella Cattedrale riposa con illustri successori come Carlo Maria Martini e il Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster.

La presenza del cardinale Zuppi

In occasione dei 450 anni della dedicazione del Duomo di Guastalla da parte di San Carlo Borromeo domenica 9 novembre è stata celebrata una solenne messa pontificale presieduta dal cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della CEI; ha “concelebrato” l’Arcivescovo Giacomo Morandi, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla.

Per l’occasione i due alti prelati hanno ricevuto la cittadinanza onoraria della città di Guastalla. Ha detto il cardinale: ”Felice di essere guastallese, questa è una terra di condivisione. Qui c’è una storia da cui emerge una Chiesa straordinaria, con tanto impegno spirituale, civile e di vita. Qui si è sempre creata tanta attenzione all’altro. Ed è lo stesso impegno che dobbiamo avere in un momento in cui c’è tanto bisogno di speranza”.

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Blitz

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