Il figlio di Liliana Segre: “Mia madre poco imparziale secondo Albanese? Così si toglie il diritto di parola ai superstiti”
- Postato il 8 ottobre 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Francesca Albanese è ossessionata da mia madre”. Luciano Belli Paci, figlio di Liliana Segre e membro dell’esecutivo nazionale dell’associazione Sinistra per Israele, in un’intervista al Corriere della Sera commenta così il dibattito e i momenti di tensione avvenuti domenica alla trasmissione tv di La7 “In onda”, durante la quale la giurista e relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati ha abbandonato lo studio.
“Ho l’impressione che la discussione si sia come militarizzata, con posizioni sempre più estreme in cui siamo anche noi in guerra gli uni contro gli altri. C’è una crescente intolleranza e questo episodio è l’espressione di un clima più generale”, afferma Belli Paci. E riferendosi a un’intervista rilasciata da Albanese a Fanpage, in cui la relatrice sostiene che Segre non sia “imparziale e lucida” rispetto alla questione palestinese, a causa della sua storia personale e della propria emotività, Belli Paci non ha dubbi: “Così si toglie il diritto di parola ai pochissimi superstiti ancora tra noi”.
Secondo il figlio della senatrice, Albanese avrebbe una vera e propria “ossessione” per Segre. Il riferimento, emerso nel corso dell’intervista, è alla foto dello scorso agosto pubblicata dalla giurista sui social e scattata di fronte a un murale con il volto della senatrice. “L’hashtag era #GazaGenocide, come a dire che le dichiarazioni fatte da Liliana Segre su Gaza fossero in contraddizione con il suo impegno di sempre a non voltarsi dall’altra parte. Evidentemente Albanese non aveva letto le parole di mia madre in cui afferma di provare repulsione per il governo Netanyahu e la destra fascistoide e razzista al potere oggi in Israele”.
Belli Paci fa poi riferimento anche alle contestazioni al sindaco di Reggio Emilia Marco Massari avvenute lo scorso 27 settembre, quando il primo cittadino reggino ha consegnato il Primo Tricolore alla giurista e nel proprio discorso ha fatto riferimento alle “condizioni necessarie per la Pace” e alla “liberazione degli ostaggi”. Un ragionamento corretto da Albanese: “Il sindaco si è sbagliato. Ha detto una cosa non vera, la pace non ha bisogno di condizioni”, aveva specificato Albanese in quell’occasione. Una risposta che secondo il figlio di Segre avrebbe “umiliato pubblicamente il sindaco”. Al centro delle critiche di Belli Paci, l’atteggiamento “intollerante” di Albanese nei confronti delle “legittime opinioni diverse”, anche sulla definizione di genocidio.
Secondo il membro della Sinistra per Israele, inoltre, Albanese ha utilizzato l’espressione “pietra di inciampo della logica” – un riferimento alle targhe davanti alle abitazioni dei deportati ebrei o politici uccisi nei lager nazisti – per “ribaltare contro gli ebrei un concetto legato alla Shoah”. Un problema che a suo avviso va oltre Albanese e riguarda l’intera sinistra: “C’è anche chi equipara Hamas alla Resistenza. E questo non dovrebbe essere minimizzato. La sinistra in particolare, che chiamo in causa proprio perché me ne sento parte, se ne dovrebbe fare carico. Invece c’è una certa tolleranza verso gli intolleranti”.
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