Il fiume infinito

  • Postato il 27 agosto 2025
  • Di Il Foglio
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Il fiume infinito

Con questo libro, tradotto da Chiara Nardo, il narratore, giornalista e saggista olandese Mathijs Deen ha scelto di delineare il ritratto del grande fiume sia rivolgendo il proprio sguardo ai suoi remoti abitanti sia trasformando la Storia in storie. Ha così avuto origine un testo intrigante e bizzarro, ironico e solenne, suggestivo e inquietante che, grazie all’agilità della prosa – arricchita da numerosi riferimenti alla storia, alla geologia, alla geografia, alla paleontologia nonché da varie notazioni autobiografiche e citazioni letterarie –, e al plurilinguismo costituisce una lettura davvero appassionante.

 

Si accennava alle storie. Deen racconta per esempio la vita, la malattia e la morte della “ragazza di Steinheim”, il primo essere umano vissuto lungo il Reno di cui si sia trovata traccia e che arrivò, in realtà, all’età adulta; narra l’avventura di una femmina di salmone che risale l’amplissimo corso d’acqua per deporre qualche migliaio di piccole uova in un ambiente in costante, radicale trasformazione; ricostruisce le vicende belliche risalenti tanto all’Impero di Galba, Otone, Vitellio e Vespasiano quanto alla Seconda guerra mondiale allorché, il 7 marzo del 1945, un capitano della Wehrmacht vide i militari americani assaltare il ponte di Remagen e tentò invano di farlo saltare; descrive la felicità di due ex cittadini della DDR che sono finalmente riusciti a raggiungere, dopo un viaggio lungo e faticoso iniziato sulle rive del Baltico, la rupe sulla quale si innalza il castello della ninfa Lorelei, la cui storia è stata cantata dai celebri versi di Heine.

 

Va osservato come, a svolgere un ruolo di capitale importanza nell’ambito della narrazione, sia la natura attraverso le colline, i boschi, i campi coltivati, le rocce e – ovviamente – il Reno che, con il suo fluire possente, scorre indifferente verso il mare mentre, lungo le sue sponde, gli esseri umani non cessano di muoversi, operare, vivere. A proposito invece delle scaturigini, dalle quali la corrente fluviale si mette in cammino verso il Mare del Nord, dopo aver parlato dell’alveo e del bacino idrografico l’autore afferma scanzonato: “L’unica vera sorgente del fiume è l’acqua piovana che cade su di noi, dalla Francia alla Cechia, dalla Frisia all’Italia”. Detto altrimenti: finché ci sarà pioggia, ci sarà il Reno. Felicemente in bilico tra immaginazione e scienza, narrativa e saggistica, Il fiume infinito vaga in quella terra di nessuno situata tra la natura e l’uomo. Il testo non si limita però a fornire al lettore una ragguardevole quantità di informazioni ma riesce a trasmettergli qualcosa di più: la vitalità di un organismo estremamente complesso che continua a trasformarsi, a costituire uno scrigno di meraviglie e orrori, a influenzare l’esistenza di quanti vi entrano in contatto, a suscitare il nostro stupore e la nostra paura.

   

Mathijs Deen
Il fiume infinito
Iperborea, 416 pp., 20 euro

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Autore
Il Foglio

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