Il governo della zona euro che spende meno in sostegni alle famiglie con figli scopre il problema della natalità
- Postato il 18 giugno 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha scoperto il problema demografico. In audizione alla Commissione d’inchiesta sulla transizione demografica, osserva che “i fattori demografici influenzano i saldi di finanza pubblica e la sostenibilità del debito pubblico, generando ricadute che richiedono continui aggiornamenti”. Giorgetti quindi nota che “detanalità e invecchiamento sono una delle principali problematiche” che l’Italia si trova ad affrontare proprio per le “implicazioni di lungo periodo sulla sostenibilità dei conti”. Contrastare questo cambiamento “è un obiettivo politico che il governo si è posto sin dal suo insediamento”, ha aggiunto.
Non esiste governo che non si sia posto questo obiettivo ma di fatti concreti se ne sono sempre visti pochi, e questa prima metà di mandato dell’esecutivo Meloni non è diverso. L’Italia è uno dei paesi con l’età media più alta del pianeta. Si fanno pochi figli, lo sappiamo. Quello che Giorgetti dimentica di dire è che questo dipende, almeno in una certa misura, dai sostegni alle famiglie con figli che sono da anni inchiodati all’ultimo posto tra i paesi della zona euro, da stipendi che garantiscono a stento la sopravvivenza per il singolo, figuriamoci se c’è un figlio da mantenere, da una precarietà del mercato del lavoro che pone molte persone nell’impossibilità di programmare una gravidanza, anche quando lo vorrebbero. Sono tutte questioni su cui il governo Meloni, e il suo ministro dell’Economia, non hanno introdotto alcun correttivo. Anzi, in casi come quello del referendum sul lavoro, si sono adoperati per fare in modo che non li introducesse qualcun altro.
E così, Giorgetti guarda ad un’Italia che invecchia e si spopola. Per usare le esatte cifre fornite dallo stesso ministro, il fenomeno è più grave nel Mezzogiorno, dove 3,4 milioni di abitanti potrebbero mancare all’appello entro il 2050 e 7,9 milioni entro il 2080. Nel 2024, la fecondità è rimasta stabile al Centro rispetto all’anno precedente (1,12), mentre il Mezzogiorno e il Nord hanno sperimentato una contrazione; in particolare, il Mezzogiorno ha raggiunto un nuovo punto di minimo (1,20), mentre il Nord si attesta a 1,19, ha spiegato. Laddove, utile ricordare, il tasso di fecondità necessario per mantenere costante la popolazione è leggermente superiore a due. In particolare, constata il ministro, “lo spopolamento territoriale delle aree interne è drammatico. Quando mancano persone in età fertile e rimangono solo gli anziani non nasce più nessuno e intere comunità sono destinate a morire”.
Come facilmente intuibile “il declino demografico ha determinato già una rilevante perdita di studenti: tra l’anno scolastico 2018/2019 e 2022/2023 si conta una riduzione del 5,2 per cento degli studenti. Il calo riguarda in particolare, la scuola dell’infanzia e la scuola primaria e viene parzialmente per ora compensato dal progressivo incremento degli iscritti con cittadinanza straniera e del tasso di scolarità nella fascia dei 15-19enni”.
Se non si fanno abbastanza figli, l’inevitabile alternativa per contrastare lo spopolamento è l’immigrazione, sebbene il ministro leghista debba ricorrere a giri di parole per comunicare questa ovvietà. “Quello dei flussi migratori in e out è un tema che deve essere gestito, dice quindi Giorgetti. Non può essere affidato alla naturale evoluzione delle situazioni”. Il problema è molteplice, ha spiegato: “c’è un tema della migrazione incontrollata che genera fattori di carattere sociale e politico di cui si parla tantissimo. C’è il tema emigratorio dei nostri giovani che una volta formati decidono di andare a spendersi altrove. C’è il tema interessante delle possibilità che possiamo offrire ai cittadini italiani o di origine italiana per l’eventuale rientro in Italia”. E infine, dice il ministro, “ci sono politiche, e sono intervenuto su questo scatenando polemiche, di attrazione tra diversi Paesi per creare sconti fiscali per cambiamenti di residenza. Penso che mettere ordine a livello europeo sia necessario, altrimenti la tendenza inerziale è la polarizzazione. Inevitabilmente ci saranno economie sviluppate che tenderanno ad attrarre le risorse migliori alimentando ulteriori gap”.
“Se oggi un marziano sbarcasse in Italia e leggesse le parole pronunciate dal ministro dell’Economia Giorgetti penserebbe che costui è un novello della politica. Invece è in Parlamento da quasi trent’anni”,commenta la capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Bilancio al Senato Elisa Pirro. Secondo Marco Sarracino, responsabile coesione territoriale del Pd, sulla questione dello spopolamento delle aree interne il governo “si è già arreso”. “Il governo, sottolinea il deputato Pd, uccide le speranze con le sue scelte politiche: con il no al salario minimo, con i tagli alla sanità pubblica in territori dove è già difficile raggiungere le zone ospedaliere, con il taglio del fondo perequativo infrastrutturale che serviva per le nostre strade, le nostre ferrovie, le nostre reti idriche soprattutto nelle regioni dove la siccità avanza”.
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