Il Governo Meloni pronto ad accontentare i suoi elettori-cacciatori. Come? Permettendo di sparare in spiaggia e riducendo le aree protette
- Postato il 20 maggio 2025
- Politica
- Di Blitz
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Si compone di 18 articoli la bozza del disegno di legge che modifica la legge dell’11 febbraio 1992 numero 157, ovvero quella che ha regolato per la prima volta in Italia l’attività venatoria. La bozza è stata visionata dal Fatto Quotidiano. Stando alle anticipazioni del quotidiano, sembrerebbe che si voglia cambiare la legge solo per accontentare coloro che, oltre ad essere dei cacciatori, sono evidentemente anche degli elettori di questo Governo.
Come cambierà la legge sulla caccia
Si potrà infatti sparare nelle spiagge. Le Regioni e il ministero dell’Agricoltura avranno la facoltà di ridurre le aree protette a favore di quelle in cui sarà possibile cacciare. Si riapriranno i roccoli e si liberalizzeranno i richiami vivi, norma che favorirà il bracconaggio. Si aprirà alla possibilità di cacciare anche ai cittadini di Paesi esteri all’interno delle aziende faunistico-venatorie. E ancora: verranno estese le specie da utilizzare come richiami vivi che passeranno da 7 a 47 favorendo in questo modo la caccia senza regole, sugellata anche dal fatto che si eliminerà ogni limite di possesso di volatili provenienti dall’allevamento che serviranno come richiamo (oggi non si può superare il numero di 20 unità a cacciatore).
Si tratta insomma di misure che renderanno impossibili i controlli da parte dei forestali favorendo il traffico illecito di avifauna che già vive un momento molto florido. Infine verranno rimossi i limiti al numero di autorizzazioni regionali per la creazione di nuovi appostamenti fissi di caccia.
Abbiamo davvero bisogno di liberalizzare la caccia?
Ce n’è davvero bisogno di liberalizzare in questo modo la caccia, per accontentare una parte evidentemente numerosa dell’elettorato meloniano e di centrodestra? Verrebbe da chiederlo al ministro Lollobrigida dato che non sembrano esserci altre ragioni per avviare una revisione di una legge in vigore da 30 anni. C’è davvero bisogno di dare questa ulteriore spallata all’ambiente in cui viviamo già decisamente compromesso dall’attività umana, continuando così a picconare l’articolo 9 della Costituzione italiana che prevede che la Repubblica promuova lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica, tutelando il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione, l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni?
Il numero dei cacciatori è crollato in Italia
Tutto questo in un contesto in cui, stando ai dati di uno studio di Nomisma dello scorso febbraio, il numero di cacciatori in 10 anni si è ridotto di ben 200mila unità raggiungendo un numero che è inferiore a 500mila. Qualcuno ha spiegato che la legge attuale è troppo rigida: potrebbe anche essere, ma allora perché in 30 anni la legge non è stata cambiata, permettendo a chi ne aveva voglia di poter comunque svolgere questa attività ludica che va avanti dalla notte dei tempi?
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