Il governo vuole un corpo di ballo “d’eccellenza”, ma precario e in deroga alle leggi sul lavoro. “Chiediamo aiuto a Bolle, ma non risponde”

  • Postato il 27 novembre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

Non c’è solo la centralizzazione delle nomine delle Fondazioni lirico-sinfoniche nel nuovo codice unico dello spettacolo che il governo sta preparando (fin dal 2023, ma la prima bozza circolata è del 1 luglio 2025) per mano del sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi. Oggi alla Camera si è tenuta la conferenza stampa del gruppo Danza Error System, che dal 2022 si batte per un maggiore riconoscimento della danza e dei ballerini, che ha denunciato, insieme al Movimento 5 Stelle, l’ennesimo colpo al balletto contenuto nel codice: “Ulteriore precarizzazione, in un momento già molto critico per la danza”.

Ballerini precari

La situazione dei corpi di ballo in Italia non è rosea. Dagli anni ’90, i teatri lirici (dal 1996 fondazioni lirico-sinfoniche) hanno iniziato a tagliarli uno dopo l’altro, in nome della sostenibilità economica. Ne rimangono quattro: alla Scala di Milano (80 ballerini), all’Opera di Roma (65 ballerini), al San Carlo di Napoli (40) e al Massimo di Palermo (27). A Napoli e Palermo sono così pochi che gestire la programmazione del balletto con il personale interno è pressoché impossibile. Poi c’è l’Arena di Verona (dove è cresciuto personalmente e professionalmente il sottosegretario Mazzi) che nel 2017 ha tagliato il corpo di ballo, ma in realtà continua ad averne uno de facto assumendo i ballerini con contratti a tempo determinato di anno in anno. Per il resto ci sono ballerini a partita Iva, compagnie private che di volta in volta forniscono spettacoli e personale alle Fondazioni, in modo non dissimile da altri settori culturali ad alto precariato. Ma il punto specifico è un altro: poco più di 200 posti a tempo indeterminato per ballerini in tutta Italia.

Il nuovo corpo di ballo “d’eccellenza”, ma a “tempo determinato”

In questo contesto il codice (nella bozza divenuta pubblica) punta da una parte a sostenere i quattro corpi di ballo esistenti. Dall’altra propone di creare un nuovo “corpo di ballo d’eccellenza nazionale”, di diretta emanazione ministeriale, che trovi casa in una fondazione lirico-sinfonica, con cui stipulerà una convenzione. Il corpo di ballo “d’eccellenza” però ha una particolarità: può assumere tutto il personale a tempo determinato per periodi fino a 36 mesi non continuativi, prorogabili anche per altri 24 in più. E nella bozza di legge, letteralmente, si dice che “la violazione di norme inderogabili riguardanti la costituzione, la durata, la proroga o i rinnovi di contratti di lavoro a tempo determinato, non ne comporta la conversione in contratti a tempo indeterminato. Il lavoratore interessato ha diritto al risarcimento del danno derivante dalla prestazione di lavoro in violazione di disposizioni imperative”. L’articolo contiene anche un’altra deroga eccezionale, quella per quanto riguarda il massimo percentuale di contratti a tempo determinato sul totale, che non vale per il “corpo di ballo d’eccellenza nazionale”. Difficile che norme simili reggano davanti a un giudice del lavoro, ma questo è uscito dagli uffici del Ministero. Insomma, un corpo di ballo con nomine centralizzate, composto di ballerini precari, che vengono dati in prestito di volta in volta alle 11 fondazioni liriche che ne sono privi.

L’associazione: “Milioni alle fondazioni inutili, se si crea una nuova compagnia esterna per derogare alle leggi sul lavoro”

“Si tratterebbe di un’ennesima compagnia esternalizzata, ma a gestione statale e con la possibilità di precarizzare – nota Andrea Morelli di Danza Error System, che con Annachiara Amirante e Alessandro Staiano ha presenziato alla conferenza romana – Ma le fondazioni lirico sinfoniche esistono per produrre arte. A che serve che prendano milioni del fondo unico dello spettacolo se poi si crea una nuova compagnia esterna, che può derogare alle leggi sul lavoro?”. Compagnia che peraltro, nota Morelli, stando alla bozza è finanziata per soli 3 anni, poi dovrà buttarsi come tutti gli altri nel fondo unico dello spettacolo, e sperare di anno in anno.

La danza ha un problema di rappresentatività e mediaticità. Poche le figure che con la loro voce sono in grado di scuotere i palazzi. Per questo Danza Error System ha chiesto aiuto a Roberto Bolle, per l’ennesima volta oggi. “Purtroppo, da quando è uscita questa bozza del codice, tutti quelli che sono in qualche modo compromessi hanno smesso di risponderci ed esporsi contro il precariato nel settore” spiega Morelli. I ballerini più famosi hanno loro compagnie, che prendono fondi pubblici e lavorano, come tutti, con precari. “Da oltre due anni Roberto Bolle è stato formalmente convocato dalla commissione cultura del Senato per confrontarci sul disegno di legge dedicato alla stabilizzazione dei corpi di ballo – spiega il senatore del Movimento 5 Stelle Luca Pirondini – Nonostante i ripetuti tentativi, non è mai arrivata una risposta positiva. Oggi raccogliamo l’appello che i danzatori italiani gli hanno rivolto. Nel nuovo codice dello spettacolo, di cui circolano solo bozze, la danza deve avere il posto che merita, tanto più in un Paese come l’Italia dove il balletto è nato”. Accadeva nelle corti del Rinascimento.

L'articolo Il governo vuole un corpo di ballo “d’eccellenza”, ma precario e in deroga alle leggi sul lavoro. “Chiediamo aiuto a Bolle, ma non risponde” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti