Il Gran Maestro apre la sede del Grande Oriente d’Italia: “Tra Garibaldi e Nathan qui si è fatta la storia”

  • Postato il 9 luglio 2025
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Nel cuore verde del Gianicolo, affacciata sul Cupolone, sorge Villa Il Vascello, sede storica del Grande Oriente d’Italia (GOI), la più importante obbedienza massonica del Paese. La palazzina in stile primo Novecento accoglie i visitatori con un vialetto curato che conduce all’ingresso dell’edificio principale, dove campeggia il busto di Giuseppe Garibaldi, simbolo del legame tra massoneria e Risorgimento. È il Gran Maestro Stefano Bisi ad aprire le porte a Il Tempo, pronto a raccontare una storia che, come sottolinea, “appartiene al Paese”.

Bisi, riconfermato per il quinto mandato dopo una frattura interna alla comunione, vuole scrollare di dosso alla massoneria l’immagine di società segreta e deviata. “Siamo stati parte della costruzione dell’Italia unita – spiega – ma veniamo condannati anche solo per sospetti”. Tra i momenti più critici, ricorda la perquisizione del primo marzo 2017, quando la Guardia di Finanza sequestrò gli elenchi degli iscritti su mandato della Commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi. Dopo sette anni, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha riconosciuto l’atto come contrario ai principi democratici, ma la ferita resta viva nella memoria della comunione.

Palazzo Giustiniani: la battaglia della memoria

Se una parte di giustizia è stata ripristinata, un’altra è ancora aperta: la vicenda di Palazzo Giustiniani. L’edificio romano, oggi sede del Senato, fu acquistato dal GOI nel 1911 ma venne espropriato dal regime fascista e mai restituito. Un accordo con lo Stato, risalente al 1988, prevedeva almeno il riconoscimento simbolico di 140 metri quadrati per un museo della massoneria, ma l’impegno non è mai stato mantenuto. “Non cerchiamo rivincite – afferma Bisi – ma il diritto di raccontare la nostra storia là dove l’abbiamo vissuta”.

Oggi la battaglia è affidata ai tribunali, tra ricorsi al TAR, alla Suprema Corte e alla Corte europea. Per Bisi, Palazzo Giustiniani non è solo un luogo fisico, ma il simbolo di un’identità negata. E se la politica teme accostamenti imbarazzanti tra Stato e massoneria, per il Gran Maestro la vera sfida è superare il pregiudizio. “Siamo persone comuni – dice – che cercano la crescita spirituale. La nostra filosofia è quella dell’uguaglianza, dove il benzinaio siede accanto al manager”».

Il museo del Vascello: verità e simboli aperti al pubblico

Il viaggio nella sede del GOI prosegue dentro il cosiddetto Tempio, una sala sobria e luminosa, decorata da ritratti dei Gran Maestri e i classici simboli massonici: squadra e compasso. Niente misteri esoterici, solo cultura e memoria. Bisi guida tra le stanze: una biblioteca aperta anche ai profani, conferenze, presentazioni, e al secondo piano, un vero gioiello: il poncho e il cappello originali di Garibaldi, lettere autografe e cimeli risorgimentali.

La visita si chiude nel parco, dove cresce il tiglio più antico di Roma, testimone silenzioso della storia d’Italia. “Niente riti oscuri – conclude Bisi – solo conoscenza, democrazia e voglia di raccontare chi siamo”. Oggi il Vascello apre le sue porte in occasioni speciali, per mostrare che la massoneria non è un mistero, ma una parte viva della storia nazionale.

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Blitz

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