Il lato oscuro di Bali, da meta da sogno a viaggio da incubo

  • Postato il 30 luglio 2025
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  • Di SiViaggia.it
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Dal fenomeno Mangia, prega, ama al boom di Instagram: Bali, considerata una meta paradisiaca con spiagge idilliache, foreste rigogliose e templi spirituali, oggi mostra un volto diverso da quello raccontato sui social. Se su Instagram continuano a dipingerla magica, perfetta per ritrovare se stessi e godersi i tramonti, sono sempre di più i viaggiatori che tornano a casa delusi e disillusi.

Dietro la copertina patinata si nasconde una realtà diversa: overtourism, inquinamento, caos e un incremento sostanzioso dei prezzi, come racconta in un approfondimento il DailyMail.

I lati oscuri di Bali

I numeri da record parlano chiaro: solo nei primi 5 mesi del 2025 Bali ha ospitato 2,6 milioni di turisti internazionali. Nonostante ciò, però, la crisi d’identità è più che visibile tanto che molti viaggiatori denunciano un’esperienza ben diversa da quella che viene promessa da TikToker e travel influencer. Il turismo di massa è arrivato anche qui, causando la perdita dell’autenticità che l’ha reso così famosa.  Ma quali sono i lati oscuri di Bali?

Overtourism

L’overtourism è la prima piaga che Bali e l’Indonesia stanno affrontanto. I luoghi che un tempo erano spirituali oggi sono presi d’assalto da un numero spropositato di turisti che spesso non ha nemmeno un comportamento etico e provoca file interminabili per scattarsi un selfie. Caso eclatante? Quello di Ubud che dopo il film con Julia Roberts è stato invaso da motorini e caos.

Stessa sorte per Seminyak, un tempo tranquilla località balneare, è oggi un susseguirsi di beach club lussuosi e feste sfrenate. Secondo alcuni viaggiatori, l’anima di Bali è stata soffocata dal caos e dalla frenesia.

Bali non è più una meta da sogno
iStock
Bali, una meta vittima dell’overtourism che perde autenticità

Inquinamento

Un altro problema sempre più visibile è l’inquinamento. Nella stagione delle piogge le spiagge vengono sommerse da grandi quantità di rifiuti portate a riva, lasciando i turisti sbigottiti. Influencer e blogger hanno documentato scene sconcertanti: cascate invase dalla spazzatura, spiagge impraticabili e sentieri coperti di rifiuti. L’anima di Bali rischia di sparire a causa del comportamento dei propri visitatori.

Traffico

Bali non è attrezzata per accogliere un simile afflusso di turisti. Le strade sono strette, il trasporto pubblico è quasi inesistente e il traffico è diventato una costante. Molte persone narrano di aver trascorso alcune ore in auto per percorrere tragitti di pochi chilometri e il tutto immersi in un’aria davvero irrespirabile a causa dello smog. Alcuni blogger parlano di un’isola sull’orlo del collasso, dove anche l’accoglienza sembra sempre più votata al profitto che alla qualità.

Trappole per turisti

A peggiorare la situazione, ci sono le trappole per turisti: accessi a pagamento ovunque, richieste di denaro non ufficiali, venditori insistenti e prezzi alle stelle. Alcuni posti diventati ormai un must, come le terrazze di riso di Tegalalang o il tempio di Uluwatu sono descritti come esperienze autentiche ma in realtà qui ormai regna il business.

Bali e l’influenza negativa degli influencer

Paradossalmente, proprio coloro che hanno reso famosa Bali (gli influencer) sono anche accusati di aver causato questo cambio di rotta. Post patinati e video motivazionali dipingono un’illusione che non regge al confronto con la realtà. Alcuni turisti, delusi dalla discrepanza tra aspettative e realtà, hanno lasciato l’isola dopo solo pochi giorni. Le scene di meditazione e benessere sembrano spesso più costruite per le telecamere che autenticamente vissute.

Autore
SiViaggia.it

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