Il maxi-attacco di droni ucraini cambia la guerra, ma non questa guerra

  • Postato il 3 giugno 2025
  • Di Agi.it
  • 1 Visualizzazioni
Il maxi-attacco di droni ucraini cambia la guerra, ma non questa guerra

AGI - C'è già chi paragona l'audace attacco compiuto dall'Ucraina contro gli aeroporti militari in Russia alla spettacolare offensiva con i cercapersone esplosivi condotta da Israele contro Hezbollah, ma se quell'attacco ebbe come risultato un drastico indebolimento della capacità militare della milizia sciita, altrettanto non si può dire del pur significativo colpo inferto da Kiev all'apparato bellico russo.

Tuttavia resta un dato di fatto: se pure l'attacco di domenica non cambierà le sorti della guerra in Ucraina, di certo è destinato a cambiare il modo stesso di fare la guerra.

Le perdite russe accertate includono sei bombardieri strategici a lungo raggio Tu-95 e quattro Tu-22M, nonché aerei da guerra A-50, utilizzati per rilevare le difese aeree e i missili guidati, ma funzionari statunitensi e analisti militari intervistati dal New York Times sono d'accordo: la guerra in Ucraina sta disegnando il modo in cui saranno combattuti i conflitti nel XXI secolo.

L'attacco, noto come 'Spiderweb' (Operazione Ragnatela), ha dimostrato la capacità dell'Ucraina di colpire praticamente qualsiasi punto della Russia e di distruggere aerei da guerra da 100 milioni di euro o più con droni da 600 euro.

L'Ucraina, dicono le fonti, non ha informato in anticipo l'amministrazione Trump del fatto che le forze dei Servizi di Sicurezza ucraini stavano pianificando l'offensiva contro basi aeree all'interno della Russia, tra cui una in Siberia. Una cosa che non deve sorprendere: mantenere segreta l'operazione era necessario perché qualsiasi fuga di notizie avrebbe messo in pericolo le forze impegnate.

L'Ucraina ha sempre protetto la propria sicurezza operativa, a maggior ragione da quando alti funzionari della sicurezza nazionale dell'amministrazione Trump hanno rivelato i piani operativi di attacco americani in chat di gruppo, dando via al caso noto come 'Signalgate' che è costato il posto al consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz.

Attualmente non esiste una pianificazione congiunta tra Stati Uniti e Ucraina per gli attacchi in Russia e secondo le fonti consultate dal NYT le controparti ucraine sono ben a conoscenza del fatto che i bombardieri strategici russi, che possono trasportare armi nucleari, sono considerati un obiettivo off-limits e non avrebbero informato gli americani dei loro piani, sapendo che si sarebbero opposti.

Gli Stati Uniti hanno supportato la produzione di droni ucraina, investendo milioni di dollari per potenziarne la capacità produttiva e trasferendo alcune tecnologie chiave.

Ma Kiev, dice Evelyn Farkas, ex vicesegretario aggiunto alla Difesa statunitense per Russia, Ucraina ed Eurasia, "ha ora portato la guerra a un livello superiore, dimostrando che ora è possibile coordinare i droni per ottenere un effetto strategico".

Kateryna Stepanenko, analista russa presso l'Institute for the Study of War, ha riconosciuto l'ovvio: che gli attacchi dimostrano che "nessun luogo in Russia è sicuro" e che l'Ucraina sta "dando forma a un nuovo tipo di guerra".

Un funzionario della difesa di un Paese Nato in Europa ha detto al quotidiano che gli attacchi ucraini hanno già dato via a una discussione sulla necessità per gli alleati di rivalutare le proprie vulnerabilità.

Samuel Bendett, esperto di droni russi del Center for Naval Analysis, ha sottolineato che "quando si tratta di grandi basi militari con molti aerei parcheggiati sulla pista, la lezione che si può trarre dall'attacco ucraino è che un attacco del genere può potenzialmente arrivare in qualsiasi momento e che è improbabile che le si disponga di una protezione completa contro le minacce a corto raggio".

James Patton Rogers, esperto di guerra con i droni alla Cornell University, ha affermato che le potenze occidentali sono particolarmente vulnerabili nelle numerose basi militari di cui dispongono in altri Paesi, come ad esempio quelle in Medio Oriente e Africa dove è quasi impossibile garantire una protezione standard.

È quanto accaduto nel 2024 con la morte di tre soldati statunitensi in una remota base nel deserto in Giordania vicino al confine siriano colpita da un drone d'attacco iracheno che aveva seguito un drone americano di ritorno alla base.

Secondo Ben Hodges, ex comandante di alto rango dell'esercito americano in Europa, gli attacchi dell'Ucraina dovrebbero costringere l'amministrazione Trump a riconsiderare i piani per lo scudo di difesa missilistica "Golden Dome", presentato dal presidente il mese scorso.

Si tratterà di un sistema militare di nuova generazione progettato per proteggere da una varietà di missili balistici, ipersonici e da crociera schierati da nemici come la Russia. Ma lo scudo missilistico, così come concepito, non proteggerebbe gli Stati Uniti dal tipo di droni utilizzati dall'Ucraina.

Continua a leggere...

Autore
Agi.it

Potrebbero anche piacerti