Il meglio del peggio di maggio, da Trump versione Papa alla confusione della Meloni sullo spread. Ecco le 10 notizie più folli del mese

  • Postato il 3 giugno 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Tra un’elezione papale, qualche guerra e qualche dazio, anche questo mese è volato via nella follia generale. Sui nostri smartphone abbiamo letto delle teorie economiche di Giorgia Meloni, abbiamo visto Donald Trump in versione Pontefice e, perché no, anche il tipo che ha provato a diventare primario fingendosi parente del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ma andiamo a vedere la consueta top ten delle cose più folli avvenute questo mese.

La top ten da brividi

Al decimo posto the Donald Trump che poco prima dell’elezione di Papa Leone XIV aveva postato una sua foto in versione Pontefice. Per fortuna al Conclave non si può orientare l’opinione pubblica con la post verità e i soldi. Forse.

Poco più su l’uomo ubriaco e senza assicurazione che ha percorso la Statale a bordo di un trattore. Insomma: andava a comandare.

All’ottavo la confusione della premier Giorgia Meloni sullo spread. Forse le converrebbe tornare a promettere l’abolizione delle accise senza complicarsi troppo la vita.

Al settimo posto la protesta del deputato di +Europa Riccardo Magi, che ha fatto irruzione alla Camera vestito da fantasma. Per catturare l’attenzione degli italiani, tra qualche anno bisognerà fare dei balletti sincronizzati al Quirinale.

Al sesto la fake news della bustina di cocaina sul tavolo di Macron mentre era diretto in Ucraina. Tra qualche anno, per catturare l’attenzione dei lettori, bisognerà inventarsi… Ah no, su quello già abbiamo raggiunto ottimi risultati.

Poco più su il dottore che si è finto parente del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per auto-raccomandarsi come primario di ospedale. Se davvero avesse avuto un parente così noto — magari in Fratelli d’Italia — forse ora sarebbe ministro.

Al quarto la storia dei lavoratori sfruttati in un supermercato nel Catanese e che venivano pagati 1,6 euro l’ora. Una cosa è sicura: in questo misero Paese il salario minimo non serve.

Al terzo posto il nuovo e drammatico rapporto Istat: salari giù del 10% in cinque anni. Che sarà mai. Anche i prezzi sono scesi. O no? Lo ripetiamo: il salario minimo non serve. Forse sarebbe meglio un salario massimo di due, o tre euro.

Al secondo il chiacchiericcio incredibile dietro le nuove indiscrezioni sulla vicenda di Garlasco. Se gli italiani cercassero brandelli di verità nelle dichiarazioni dei politici con lo stesso entusiasmo con cui scrutano le parole dei protagonisti dell’omicidio della povera Chiara Poggi, forse oggi avremmo una classe politica degna della scuola di Atene.

Al primo posto Benjamin Netanyahu che ha negato che i palestinesi stiano morendo di fame: “È la menzogna del momento”. Forse intendeva dire: non stanno morendo solo di fame, anche di bombe.

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Blitz

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