“Il mio viso è bloccato in una posizione innaturale”: cosa è la paralisi di Bell che ha colpito Simone Cristicchi. L’esperto: “In alcuni casi il responsabile è il virus herpes zoster, quello del noto ‘Fuoco di Sant’Antonio”

  • Postato il 15 luglio 2025
  • Salute
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il mio viso è bloccato in una posizione innaturale. E anche se si chiama ‘paralisi di Bell‘, ci si vede un po’ più Brutt. Ma sono io, sono sempre io!”. Così l’artista Simone Cristicchi descrive il suo momento di salute che lo ha costretto a cancellare un concerto in Val D’Aosta a causa di questo problema. Ma il cantautore ha rassicurato tutti: “Mi è stata diagnosticata la paralisi di Bell, una condizione temporanea che richiede riposo e attenzione”. Successivamente infatti le condizioni di Cristicchi sono migliorate e gli hanno permesso non solo di confermare le prossime date, ma anche di aggiungere nuove tappe al suo tour a Lecco, Jesi, Cesenatico, Trapani.

Come ha ancora sottolineato l’artista, la paralisi di Bell è una forma reversibile che non gli lascerà tracce visibili. Cristicchi ha spiegato che ha rinunciato al concerto di Aosta perché troppo vicino allo sviluppo del problema e che sebbene sia stato costretto ad annullare quel concerto non rinuncerà al resto del tour per festeggiare i suoi 20 anni di carriera: “Sto già seguendo tutte le cure previste e prenderò le massime precauzioni per curarmi, ma voglio esserci… Pur sapendo che sarà impegnativo, non voglio arrendermi e farò di tutto per arrivare da voi ristabilito e in piena salute”.

Che cos’è la paralisi di Bell

La paralisi di Bell è una condizione abbastanza frequente che consiste nell’insorgere improvviso (alcune volte anche solo nell’arco di mezz’ora) di una paralisi che blocca metà del viso. “Le cause di questa situazione clinica non sono sempre note, ma è importante verificare subito se è sintomo di un quadro patologico più grave – spiega al FattoQuotidiano.it il dottor Giovanni Frisullo, Responsabile UOS Neurologia d’Urgenza all’Ospedale Gemelli di Roma.

Come si effettua la diagnosi

“La diagnosi viene effettuata a livello clinico con l’osservazione del paziente che in caso di paralisi periferica del facciale, perché è questa la situazione che si verifica, coinvolge solo una parte della faccia: in modo unilaterale ne è interessata sia la parte superiore che quella inferiore del facciale. Alla persona si chiede di provare a chiudere entrambi gli occhi ma, in questo caso, un occhio rimarrà aperto, tenderà a guardare in alto e la palpebra a non abbassarsi. Questo perché viene interessato il settimo nervo cranico che parte dal tronco encefalo situato nel cervello, passa nella parte interna dell’orecchio e arriva fino ai nervi e i muscoli di una parte sola della faccia, di una metà del volto. La differenza importante è che si possono verificare anche paralisi centrali del facciale, con interessamento di tutto il lato inferiore del volto, che però in questo caso coinvolgerà solo la parte inferiore del viso, e non dovuta a un problema del nervo, ma al cervello, sintomo di un quadro clinico ben più grave, come tumori, sclerosi multipla…”.

Siamo di fronte a un’infiammazione?
“Sì, quella del nervo facciale, a sua volta causato da vari fattori. In alcuni casi il responsabile è il virus herpes zoster, quello del noto ‘Fuoco di Sant’Antonio’, cui spesso si associa alla comparsa anche di vescicole sul padiglione auricolare e del canale uditivo esterno: un altro elemento che rende la diagnosi ancora più semplice”.

Come si cura?
“Se siamo di fronte a un’infezione virale dovuta al virus Zoster si somministra un antivirale in associazione al cortisone, perché quest’ultimo risulta efficace nelle altre forme infiammatorie, in quelle cioè non chiaramente indentificate. Il cortisone si assume in dosi relativamente basse. Generalmente, nell’arco di una settimana si conclude il trattamento. Vengono anche somministrate vitamine del gruppo B. E c’è anche una cura basata sull’elettrostimolazione che però in alcuni casi può creare alcuni problemi per cui in genere non è consigliata”.

Può aiutare la fisioterapia?
“Sicuramente è efficace e si interviene per mobilizzare i muscoli del facciale interessati. La parte più critica è la chiusura dell’occhio, che nella fase acuta può restare aperto anche la notte. Per questo si somministrano delle lacrime artificiali, un gel idratante per evitare che la cornea si ulceri, visto che il cosiddetto ‘ammiccamento’ della palpebra, normalmente serve proprio per rendere idratata la cornea”.

Dopo quanto tempo si riesce a recuperare?
“Difficile dare una risposta precisa. Con sicurezza posso dire che la fase acuta della paralisi di Bell si raggiunge nell’arco delle 48-72 ore al massimo; mentre i tempi di recupero sono estremamente variabili, mediamente possono passare tre o quattro settimane, nell’80% dei casi”.

C’è quindi un 20% di pazienti che non recupera completamente?
“Bisogna precisare che in questo 20% ci sono i pazienti che hanno un recupero pressoché completo, solo un attento esame neurologico può accorgersi che non è stato assoluto. All’interno di questi casi c’è una residua percentuale di pazienti che purtroppo presenta un recupero minimo”.

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