Il “miracolo” dell’IA che ha restituito la voce a un paziente con la SLA analizzando pochi e brevi messaggi su WhatsApp

  • Postato il 26 novembre 2025
  • Scienza
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

Da pochi e brevi messaggi vocali su WhatsApp è possibile restituire la voce a coloro che l’hanno persa a causa di una devastante malattia, la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA). È successo a Fran Vivó, residente a Benaguasil, in Spagna, una delle tante vittime della SLA rinchiuse in una sorta di prigione acustica. Costretto a comunicare con la voce monotona di un’applicazione a controllo oculare, grazie all’intelligenza artificiale oggi può usare la sua vera voce, unica e inconfondibile. A rendere possibile il “miracolo” è stato un team di scienziati dell’Universitat Politècnica de Valencia (UPV), nell’ambito di un progetto nato grazie al gruppo di ricerca VertexLit dell’ateneo valenciano, guidato da Jordi Linares, membro dell’Istituto valenciano di ricerca sull’intelligenza artificiale (VRAIN). Questo progetto è stato presentato a ValgrAI, la Scuola di specializzazione valenciana e Rete di ricerca sull’intelligenza artificiale, dal documentarista Alex Badia e dalla ricercatrice Gema Piñero dell’istituto iTEAM dell’UPV.

L’obiettivo ambizioso è stato raggiunto con pochi mezzi: la voce di Fran è stata ricostruita con soli 20 minuti di audio, frammenti sparsi di messaggi vocali di WhatsApp registrati poco prima che perdesse completamente l’uso della parola. Un corpus vocale estremamente limitato, soprattutto per una lingua come il valenciano, povera di risorse per l’addestramento dell’IA. A fare la differenza è stato l’uso di reti neurali avanzate. I ricercatori hanno analizzato meticolosamente le dinamiche vocali di Fran, addestrando l’IA non solo a riprodurre le parole, ma a incorporare le modulazioni emotive e persino le inflessioni dialettali tipiche della sua zona.

Il risultato è un sistema di clonazione vocale basato sull’IA che ha ripristinato fedelmente il suo timbro, la sua prosodia e, in definitiva, la sua identità. La voce di Fran ha sostituito il tono metallico del robot, offrendo un linguaggio ricco di tratti umani. Questo non è stato solo un mero esercizio tecnico, ma un atto di profonda empatia. L’intero progetto, infatti, è stato realizzato in modo totalmente altruistico, con l’obiettivo esplicito di mostrare il potenziale umanizzante dell’IA. La tecnologia funge da ponte: la voce generata per Fran (con l’aiuto della sua famiglia, che ha contribuito alla costruzione e all’editing del discorso per preservare l’intento emotivo) non è una finzione asettica, ma un’estensione digitale della sua anima. Come ammette lo stesso Fran, il recupero della sua identità gli ha restituito la speranza. “Questa voce non è solo per Fran. È per tutti loro”, dichiara Jordi Linares, sottolineando come la SLA sia ancora una malattia “invisibile” nel discorso sociale e mediatico. “Questo progetto non è né un esperimento né una dimostrazione”, commenta Vicent Botti, direttore di VRAIN che ha guidato l’intero progetto. “È una promessa etica: la scienza e la tecnologia devono servire coloro che hanno più bisogno di sostegno, e proprio come Fran è tornato a parlare, anche migliaia di voci saranno ascoltate”.

Vivò sul suo account Instagram – dove chiede di dare visibilità ai malati alla malattia – ha postato un ringraziamento per gli scienziati. “L’Istituto Universitario Valenciano di Ricerca in Intelligenza Artificiale (@vrain_upv ) dell’Universitat Politècnica di València (UPV) e la Valencian Graduate School and Ricerca Network of Artificial Intelligence (@valgrai ) presentano questo venerdì 21 novembre un sistema di clonazione vocale sviluppato con l’intelligenza artificiale dal gruppo VertexLit. Cioè… questi GENI sono riusciti a clonare la MIA VOCE ORIGINALE con l’intelligenza artificiale (estratta dai miei video e audio di prima che avessi la SLA… ) preservando le mie caratteristiche vocali, prosodia ed espressività… La voce che ho perso a causa di questa malattia Questo è un incredibile passo avanti per migliorare la qualità dei sistemi di comunicazione per le persone affette da SLA, che perdiamo la nostra voce per sempre. Io non potrò partecipare alla presentazione, ma la mia famiglia verrà a nome mio. Grazie a tutti voi che avete reso possibile tutto questo, spero di potervi mostrare un assaggio molto presto❤️”.

Valentina Arcovio

L'articolo Il “miracolo” dell’IA che ha restituito la voce a un paziente con la SLA analizzando pochi e brevi messaggi su WhatsApp proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti