Il Napoli perde anche davanti al Tar: dovrà pagare i vigili urbani usati durante le partite allo Stadio Maradona
- Postato il 17 novembre 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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“De Laurentiis, cacc’e sorde” (caccia i soldi), cantavano i tifosi del Napoli nelle stagioni prima degli scudetti, rimproverando al presidente una presunta tirchieria nelle operazioni di mercato. Lo slogan può essere mutuato per la sentenza del Tar Campania emessa nei giorni scorsi: il Napoli calcio dovrà ‘cacciare i soldi’ e pagare di tasca propria gli straordinari dei vigili urbani impiegati per i servizi di viabilità e sicurezza connessi alle partite del campionato di serie A e delle coppe nazionali ed europee.
Si tratta di circa 250mila euro accumulati per coprire 27 partite delle ultime tre stagioni, sulle quali quali la SSCN di De Laurentiis aveva fatto ricorso sostenendo che si trattasse di attività per “servizi pubblici essenziali o con finalità istituzionali” riguardanti lo Stadio comunale Maradona, per il quale è titolare di concessione. E quindi esentate dall’applicazione dell’addebito calcolato secondo il regolamento di polizia municipale approvato in consiglio comunale. Regolamento che, secondo i legali di De Laurentiis, andava annullato.
Di diverso avviso i giudici della prima sezione Tar Campania. Hanno messo nero su bianco che “non va confusa la rilevanza pubblica dell’evento con l’interesse pubblico, che presenta caratteri specifici e la cui ricorrenza è rimessa alla discrezionalità del legislatore (che l’ha individuato, come visto, nella sicurezza e fluidità del traffico e nel contenimento delle spese a carico della collettività)”. “Ne consegue – si legge nel provvedimento che rigetta il ricorso – che la scelta del Comune di Napoli di sottrarre le manifestazioni calcistiche dal novero degli eventi esonerati dal costo dei servizi di Polizia locale si mostra coerente con l’indicazione del legislatore”. Altrimenti “si giungerebbe a gravare l’ente pubblico (e, quindi, la collettività) di esborsi per attività delle quali si avvantaggia principalmente il soggetto privato che incamera il totale dei relativi proventi”.
La sentenza del Tar segue la scia di un’altra sentenza del marzo scorso, una condanna della Corte dei Conti per danno erariale a un assessore di Napoli e a una ex assessora che avrebbero omesso di addebitare agli organizzatori di una serie di eventi a scopo di lucro tenutisi in città i costi derivanti dall’impiego degli agenti del corpo di polizia locale. Furono accolte le tesi sostenute dai pm contabili Licia Centro e Ferruccio Capaldo, coordinati dal procuratore regionale Antonio Giuseppone. Le condanne riguardarono l’ex assessora Alessandra Clemente (per un presunto danno erariale da 160mila euro) e l’assessore ancora in carica Antonio De Iesu (per un presunto danno erariale da 20mila euro), già questore del capoluogo campano ed ex vicecapo della Polizia di Stato. Furono assolti altri due ex assessori (Ciro Borriello ed Eleonora De Majo) e l’attuale assessore Pierpaolo Baretta, ai quali gli inquirenti contestavano un danno erariale da 70mila euro ciascuno.
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