Il neo protezionismo di Trump e il disastro Europa: il mondo è in guerra e loro giocano a Monopoli

  • Postato il 15 giugno 2025
  • Politica
  • Di Blitz
  • 1 Visualizzazioni

Contro Trump, a Los Angeles e in altre città americane è scoppiata la rivolta a favore degli immigrati irregolari.

Il governo di Trump revoca i contributi alle più prestigiose università e blocca l’ingresso dei cervelli di tutto il mondo, Europa compresa.

Israele attacca l’Iran con la forza della propria tecnologia militare e la “professionalità” del Mossad. Il mondo sta con il fiato sospeso in attesa delle reazioni delle grandi potenze, mentre lo stesso Iran sembra isolato e abbandonato dalle principali Nazioni arabe che non sopportano più il terrorismo in nome di Allah.

Ancora un passo e finalmente si realizzerà il sogno delle generazioni “green”, perché resteranno in vita pochi contadini di sperduti villaggi, risparmiati dalle atomiche di ultima generazione che si stanno producendo in sotterranei segreti.

Trump parla apertamente di una lotta tra civiltà ed invita l’Europa ad armarsi e a prendere posizione. Abbiamo a che fare con un demagogo che parla al vento oppure con l’ultimo combattente che cerca di far sopravvivere quel che resta della democrazia occidentale?

Sentiamo, con distacco, cosa ci dice il Tycoon.

Trump e le università 

Il neo protezionismo di Trump e il disastro Europa: il mondo è in guerra e loro giocano a Monopoli, nella foto L'università di Harvard
Il neo protezionismo di Trump e il disastro Europa: il mondo è in guerra e loro giocano a Monopoli (Harvard nella foto Ansa) – Blitz Quotidiano

Le università americane sono state e sono la culla della cultura “woke”, un movimento sociale e politico che mette sotto attacco lo “yankee”, l’uomo bianco responsabile di tutte le nefandezze del mondo, delle ingiustizie sociali, delle disuguaglianze economiche e della discriminazione razziale, del sessismo, del mancato riconoscimento dei diritti dei gender e delle minoranze.

Bisogna armarsi per distruggere e cancellare il “bianco” e le sue origini: lo stesso Washington, il padre della patria, sfruttava gli schiavi che raccoglievano il cotone. La rivoluzione industriale inglese e quella moderna hanno creato lutti infiniti, la grande finanza si è impadronita delle nazioni povere e in via di sviluppo come una piovra. Rimorso e vergogna sono le parole d’ordine di questa rivoluzione culturale.

Il fronte religioso è in fermento a motivo della cultura dell’odio di matrice islamica che sta facendo proseliti e incoraggia la lotta armata nelle strade degli stessi paesi europei. Il terrorismo guidato e finanziato si è impadronito delle piazze grazie ai dollari di alcuni paesi del petrolio.

È un attacco organizzato al quale i pacifici abitanti occidentali non sono in grado di contrapporsi perché a loro volta contaminati da una cultura che rinnega i valori d’origine.

L’odio dell’immigrato verso il Paese che lo accoglie non è generalizzato ma si annida specialmente nelle moschee. Gli immigrati dai paesi sudamericani scappano da una realtà impressionante che i “woke” non prendono in considerazione perché votano per Trump.

I rapimenti in America Latina

In America Latina, alla maggior parte dei poveri è precluso il mondo del lavoro e perfino delle piccole attività commerciali. Subentra allora il controllo della delinquenza, come nei paesi dove le case e i trasporti pubblici sono nelle mani della criminalità organizzata. I poveri non sono né agricoltori né operai ma imprenditori: nonostante ciò il loro lavoro di artigiani e piccoli commercianti è considerato illegale dalle autorità ed è spesso trattato alla stregua di un’attività criminale.

La mia collaboratrice familiare dell’Ecuador ha paura di tornare nel proprio paese perché rischia di essere derubata dei propri risparmi attraverso la pratica dei rapimenti. Questa gente viene qui per lavorare, perché apprezza il nostro sistema di vita e le nostre istituzioni democratiche: ha un’idea concreta di cosa sia la libertà e ha paura che le ideologie “devianti” possano contaminarla.

A fronte di questa situazione, Ilaria Salis predica che la nuova società europea deve essere “creola”. L’immigrazione “a prescindere” è vista come l’unica strada possibile per sostituire una classe di debosciati “bianchi” che non vogliono più lavorare e fare figli, e diventa un fenomeno salvifico della stessa civiltà occidentale ormai in declino irreversibile.

Il liberalismo, il sistema economico sul quale si fonda la ricchezza occidentale, importato con successo dalla Cina e dai paesi emergenti, è roba fritta e pericolosa. Il neo colonialismo cinese è invece salutare e benefico.

Trump cerca di impersonare il malessere dell’operaio bianco e rivendica il diritto dell’America a difendersi dal disfattismo; Egli affronta di petto tutte le istituzioni che “remano contro” e lo racconta al mondo in tempo reale.

È un grave errore, perché il potere vero ed efficace, quello che suscita rispetto è di fatto segreto, come quello di Stalin o Mao che ammazzavano e deportavano milioni di individui in poche settimane, nel silenzio del mondo che girava la testa e, nel frattempo, esportavano le ideologie del comunismo globale.

Per affrontare il male assoluto denunciato da Trump non servono i social, ma è necessaria un’azione anonima e costante.

Il presidente Usa è pronto a bloccare quasi tutti gli studenti stranieri dall’ingresso nel Paese per frequentare l’università più antica e ricca degli Stati Uniti: “È a rischio la sicurezza nazionale permettere ad Harvard di tollerare le molestie antiebraiche”.

L’occupazione della scuola da parte di insegnanti anti sistema, non è un fenomeno solo americano, perché la laicità dell’insegnamento dipende dalla effettiva indipendenza dei docenti.

In Italia, le scuole occupate dai militanti dell’idea avevano generato la sudditanza a valori effimeri per intere generazioni. I danni sono stati incalcolabili e il nostro paese stenta ancora a comprendere i fenomeni dello sviluppo economico.

Il “verbo” di questa classe docente che ha occupato la scuola e l’Università a partire dagli anni settanta, aveva finito per indottrinare le masse, convinte che i problemi economici del paese consistano solo nel conflitto di classe. Masse risultate inesistenti a giudicare dai dieci anni di governi occupati dalla sinistra senza il consenso degli elettori.

Tuttavia, l’Europa degli indecisi non sembra ascoltare la “sirena” trumpiana e si è concentrata sul problema dei dazi.

Molti europei non credono che il mondo sia sull’orlo della guerra. I filo russi vorrebbero lasciare l’Ucraina al proprio destino: l’ipotesi che Putin voglia aggredire l’Europa è considerata una fake new.

Questi filo russi, che si offendono se li definisci tali, sono d’accordo sull’ipotesi di un esercito europeo, che ha come conseguenza il disarmo, perché un esercito “europeo” è irrealizzabile.

Le teste d’uovo di Bruxelles stanno valutando la strategia da contrapporre ai dazi di Trump nell’immediato ma non affrontano i problemi concreti del lungo periodo. Il modello economicodel globalismo può essere utile se consente ad ogni competitore di specializzarsi in certe produzioni rinunciando ad altre che può acquistare da altri paesi a prezzi più convenienti.

Per esempio, l’Europa ha rinunciato a produrre satelliti e la maggior parte dei prodotti informatici, dai telefoni cellulari all’intelligenza artificiale. Ha limitato la produzione dell’acciaio e della tecnologia avanzata, ha dovuto ridurre quella delle auto e ha perso la competizione con la Cina praticamente in ogni comparto.

Se dovessero adottare la strategia di Trump, gli europei dovrebbero pretendere che le “fabbriche” americane esportatrici, si trasferissero in gran parte nel vecchio continente. Tutti i siti produttivi dislocati in estremo oriente dovrebbero fare la stessa cosa.

Se gli americani e i cinesi si opponessero, gli europei dovrebbero aprire fabbriche a casa propria magari a costo di pagare i prodotti il doppio, pur di salvare l’occupazione.

Poiché un’ipotesi del genere non sarebbe praticabile, non resterebbe che scendere a patti individuando i settori che gli europei riservano alle imprese americane e viceversa. Il sistema di libero scambio garantisce questo risultato in forza dell’efficienza che seleziona naturalmente le imprese più capaci.

Quando la produttività aumenta in ragione dell’efficienza, un paese può permettersi di prolungare il periodo scolastico, di anticipare il limite del collocamento a riposo, di ridurre la parte di popolazione lavoratrice e le ore di lavoro, di garantire la sanità pubblica e lo Stato sociale.

In Italia questo principio non è stato mai rispettato per l’inadeguatezza della classe politica e sindacale.

Landini è uscito sconfitto nel referendum sul lavoro perché continua a pensare in termini di protezionismo.

Egli non ha compreso che i successi del vecchio sindacato non dipendevano dalla spinta ideale della classe operaia ma, in gran parte, dalla protezione dei lavoratori da parte delle preture del lavoro e dal fatto che la maggior parte dell’occupazione era statale.

Ai nostri giorni gli imprenditori combattono per tenersi i tecnici migliori, mentre cercano di allontanare i meno capaci. Il lavoratore efficiente non ha bisogno di protezione sindacale.

Il lavoratore è stato quello che ha pagato il prezzo più alto nel momento in cui è venuta a mancare la situazione protetta. I primi a perdere il posto sono stati proprio i dipendenti che più hanno goduto della tutela. La fase di riconversione che è seguita alla fine del ciclo protezionista è stata lunga e sofferta: in un ambito territoriale competitivo nessuna clausola contrattuale può obbligare il compratore a mantenere il livello occupazionale nell’azienda ceduta. Come gli italiani hanno ben compreso dinnanzi alle chiusure selvagge dei siti produttivi.

Il primo obbiettivo della giustizia sociale deve essere la distruzione del sistema di allocazione politica che tende a favorire determinati gruppi organizzati. Una situazione che la sinistra italiana stenta a comprendere.

L'articolo Il neo protezionismo di Trump e il disastro Europa: il mondo è in guerra e loro giocano a Monopoli proviene da Blitz quotidiano.

Autore
Blitz

Potrebbero anche piacerti