Il nuovo vescovo Ambarus visita Irsina e Tricarico

  • Postato il 21 luglio 2025
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Il nuovo vescovo Ambarus visita Irsina e Tricarico

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MATERA – La seconda giornata di monsignor Ambarus, Arcivescovo di Matera-Irsina e Vescovo di Tricarico, è cominciata a Irsina dove ha incontrato la comunità e le autorità. Nel saluto del sindaco Candela le parole di saluto: «Oggi la nostra comunità ha vissuto un momento di grande gioia e spiritualità. È stato un onore poter rivolgere a Sua Eccellenza il saluto della nostra città, certo che questo sarà l’inizio di un cammino comune all’insegna del dialogo, dell’ascolto e del servizio».

Dopo la celebrazione della Messa a Irsina, il vescovo Ambarus si è recato a Tricarico per un’altra celebrazione e l’incontro con i 19 sindaci delle comunità che rientrano nella Diocesi (Accettura, Albano, Aliano, Armeno, Calciano, Campomaggiore, Corleto Perticara, Cirigliano, Gallicchio, Garaguso, Gorgoglione, Grassano, Guardia Petricara, Missanello, Montemurro, Oliveto lucano, San Mauro, Stigliano) La Messa è stata presieduta da monsignor Carbonaro, Arcivescovo metropolita di Potenza alla presenza anche di monsignor Reina, Vicario Generale della Diocesi di Roma e del Vescovo di Cosenza, monsignor Giovanni Checchinato. «Benvenuto a casa sua – ha detto il sindaco Paradiso salutando don Ben. «Il nostro essere piccoli deve essere il punto nodale per rinforzare il legame che unisce il cittadino alle istituzioni, laiche e religiosi. Possiamo fare tanto per i nostri paesi e anche per chi vuole tornare a farlo. Sapere che ha fatto dell’ascolto e dell’attenzione agli ultimi i punti cardine del suo ministero ci fa ben sperare».

Nel suo saluto alle autorità dei comuni che ha visitato ieri, monsignor Ambarus ha citato san Paolo VI: «La Chiesa è immersa nella società umana, la quale, esistenzialmente parlando, la precede, la condiziona, la alimenta – sottolineando poi il ruolo di «Coloro che giorno per giorno sono chiamati ad essere sentinella, supporto, accompagnamento per ogni forma di necessità; facilitatori del convivere umano. Crediamo – ha aggiunto – nell’umanità bella e ricca, crediamo fortemente nella grandezza di ogni essere umano e non siamo disposti a rinunciare a nessuna persona, a partire dalle categorie che a volte potrebbero essere ‘gli scarti’ della società».

E nella sua omelia ha aggiunto: «L’accoglienza vera è unidirezionale; se così fosse, non è vera accoglienza ma una certa disponibilità propria, un potere di fare delle cose verso l’altro, dove la vita non si moltiplica, ma solo conservata e prolungata».

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