Il padre della ragazza morta a Venezia: "Non doveva occuparsi delle manovre"

  • Postato il 19 maggio 2025
  • Di Tgcom24
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Il padre della ragazza morta a Venezia: "Non doveva occuparsi delle manovre"

"Mia figlia era stata imbarcata per fare l'interprete. Non il marinaio. Su quella barca doveva solo parlare l’inglese, non fare le manovre. Me l'hanno portata via e adesso voglio la verità." È disperato Umberto Chiti, padre della 17enne morta durante un’operazione di ormeggio del catamarano Calita, nella darsena di Sant’Elena a Venezia. L’incidente è avvenuto sabato. Era il suo primo giorno di lavoro. Anna voleva guadagnare qualche soldo per la festa dei 18 anni. Li avrebbe compiuti il prossimo 7 giugno. La studentessa stava per scendere a terra, quando è caduta in acqua, impigliata in una cima rimasta incastrata nell’elica. Ed è morta annegata. Inutili i tentativi di soccorso. Il padre non si dà pace: "Ma poi io mi chiedo: mandi una bambina di 17 anni, senza salvagente né niente, su una barca di 10-12 metri a fare una manovra che di solito fa uno con decenni di esperienza?" Rabbia e dolore nelle sue parole. Poi spiega: "Su una imbarcazione di oltre dieci metri c'erano solo lei e lo skipper. Serviva più equipaggio, una barca così non si porta in due." Anna frequentava l’Istituto Nautico. Il prossimo anno avrebbe conseguito il diploma diventando allievo ufficiale di coperta. Sognava di girare il mondo. Il padre, portuale ed ex sommozzatore, le aveva trasmesso l’amore per il mare: "Le ho insegnato a calcolare i rischi. Era una nuotatrice esperta. Non si può morire così" dice adesso. È stata aperta un’inchiesta. Gli inquirenti dovranno ricostruire la dinamica dell’incidente e le cause della morte, se sia avvenuta per annegamento o per la ferita provocata alla testa dall’elica. Accertamenti anche sul contratto di lavoro e sulla mansione a bordo della 17enne. Continua a leggere...

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Tgcom24

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