Il Patriarcato di Mosca: "Francesco ha dimostrato che il dialogo tra noi è possibile"

  • Postato il 23 aprile 2025
  • Di Agi.it
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Il Patriarcato di Mosca: "Francesco ha dimostrato che il dialogo tra noi è possibile"

AGI - Il Pontificato di Francesco "ha dimostrato che la Chiesa cattolica e quella russo ortodossa possono dialogare, lavorare insieme e avere relazioni basate sulla fiducia, nonostante le condizioni esterne e le congiunture politiche". A riassumere l'eredità del Papa che per primo, in quasi mille anni, ha incontrato un primate russo ortodosso è lo ieromonaco Stefan (Igumnov), segretario del dipartimento per le Relazioni intercristiane del Patriarcato di Mosca.

In un'intervista telefonica all'AGI, Stefan sottolinea la "tensione" di Papa Francesco per il dialogo e l'unità dei cristiani e auspica che lo "spirito delle relazioni si conservi e sviluppi" col Pontefice che uscirà dall'imminente Conclave. Il religioso non sarà sabato ai funerali, come parte della delegazione russo ortodossa guidata del metropolita Antony, presidente del dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne e di fatto il vice del Patriarca Kirill.

Gli incontri tra Stefan e il Pontefice

Stefan ha però incontrato più volte Bergoglio a Roma nell'ambito del suo incarico di segretario per le Relazioni intercristiane. "Quegli incontri sono sempre stati toccanti, il Papa si rapportava con grande attenzione a ogni suo interlocutore, non voleva che il protocollo ostacolasse l'aspetto umano dell'incontro tra persone".

"Sul tema del rapporto tra le comunità cristiane", prosegue Stefan, "questo Papa aveva messo l'accento in modo prioritario sulle Chiese ortodosse, di cui quella russa è la più numerosa e per questo le nostre relazioni si sono sviluppate molto attivamente". Il culmine è stato lo storico incontro a L'Avana tra Francesco e Kirill nel 2016: "Le decisioni prese in quell'occasione sono state così profonde che ancora oggi siamo nella fase della loro realizzazione".

L'incontro tra i leader spirituali delle due comunità cristiane

Tanti chiedono perché in questi anni non è avvenuto un secondo incontro tra i due leader spirituali ed è "proprio perché il potenziale che abbiamo posto a L'Avana non è stato ancora pienamente realizzato. Molto è stato fatto, sul piano umanitario, ma molto rimane da fare anche perché le nostre relazioni si collocano in un contesto politico e storico non facile". "Francesco", spiega Stefan, "ha cercato di superare questi ostacoli in nome del fatto che per i cristiani c'è qualcosa che va oltre le congiunture del momento ed è la loro missione nel mondo, la responsabilità per il futuro del Pianeta e quindi il dovere di collaborare per questo. Il Papa ne era convinto, voleva essere un pacificatore".

La guerra in Ucraina e il dialogo con la Santa Sede

Il responsabile del dipartimento per le Relazioni intercristiane esclude che quella che Mosca chiama "operazione militare speciale" in Ucraina abbia raffreddato il dialogo con la Santa Sede, dopo il monito di Francesco a Kirill a non fare "il chierichetto di Putin". "Ci sono state delle parole del Papa che abbiamo inquadrato nell'ambito dei suoi tentativi di comprendere sempre a fonda cosa stesse accadendo. La cosa importante è che il Pontefice non ha mai fatto dichiarazioni in grado di aggravare la situazione o di dividere le comunità. Voleva essere un pacificatore e lavorava per rendersi utile in questo senso".

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Autore
Agi.it

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