Il più grande spiegamento militare Usa davanti al Venezuela. Probabile attacco missilistico
- Postato il 29 ottobre 2025
- Politica
- Di Blitz
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                                                                            La tensione nei Caraibi resta altissima, aggravata non solo dal passaggio del devastante uragano Melissa, ma anche dall’imponente dispiegamento di forze navali statunitensi al largo delle coste del Venezuela. Il presidente Donald Trump ha ordinato il più grande movimento militare nella regione dai tempi della Guerra del Golfo (1990-1991), secondo uno studio del Centro per gli Studi Strategici e Internazionali (CSIS).
In arrivo anche la USS Gerald Ford, la portaerei più potente della Marina USA, che ha radunato il proprio gruppo d’attacco in Adriatico prima di dirigersi verso l’America. L’analista militare ed ex colonnello Mark Cancian ha commentato: “Non mandi una delle tue risorse navali più importanti soltanto per farle fare un giro. Molto probabilmente ci sarà un attacco missilistico contro il Venezuela”. Le forze USA disporranno di oltre 700 missili, inclusi 180 Tomahawk.
L’operazione non si ferma, nonostante l’uragano
Nonostante la potenza distruttiva dell’uragano, che ha devastato la Giamaica e colpito Cuba, il Pentagono non intende modificare i propri piani. Le navi da guerra impegnate nella missione antidroga si sono momentaneamente spostate, ma l’operazione continua. L’Aeronautica militare statunitense ha inviato nuovi bombardieri B-1B nell’area caraibica, mentre l’arrivo del gruppo d’attacco della USS Gerald Ford porterà il totale delle forze navali USA a 13 unità, tra cui otto navi da guerra, tre navi d’assalto anfibie e un sottomarino.
«Si tratta del più grande dispiegamento in America Latina degli ultimi quarant’anni», ha dichiarato Cancian. Secondo gli analisti, l’obiettivo non sarebbe un’invasione terrestre ma una campagna di attacchi aerei e missilistici mirati, sostenuta da elicotteri SH-60R, caccia e jet da supporto.
Reazioni internazionali e nuove tensioni regionali
Il Parlamento venezuelano ha reagito con forza, dichiarando persona non grata la premier di Trinidad e Tobago, Kamla Persad-Bissessar, accusata di aver consentito l’attracco di una nave da guerra statunitense. “Questa donna sta permettendo che Trinidad e Tobago venga utilizzata come portaerei contro il Venezuela”, ha denunciato il presidente dell’Assemblea nazionale Jorge Rodríguez, mentre il presidente Nicolás Maduro ha sospeso i contratti sul gas con l’arcipelago.
Secondo l’analista Michael Desch, l’operazione americana ricorda quella condotta da Trump contro gli Houthi in Yemen, che portò alla distruzione di centinaia di obiettivi ma non fermò gli insorti. Intanto, con la partenza della USS Ford dal Mediterraneo, gli Stati Uniti si trovano per la prima volta senza una portaerei attiva nelle acque al largo dell’Europa e del Medio Oriente, segno di un chiaro spostamento delle priorità strategiche verso l’America Latina.
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