Il ponte più “alto” del mondo è in Cina

  • Postato il 27 aprile 2025
  • Di Focus.it
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Si chiamerà Huajiang Canyon Bridge e sarà il ponte più alto del mondo. Non in termini di altezza dei piloni, e neanche di altitudine sul livello del mare, ma in relazione alla distanza verticale che l'impalcato andrà a sorvolare: ben 625 metri, ossia quelli che separeranno il piano stradale dal punto più basso del terreno sottostante, in questo caso il fiume Beipan. A farne un'eccellenza ingegneristica, in altre parole, è il vuoto sotto alla struttura.. Come un grattacielo. L'opera cinese (ben 43 dei 50 ponti sospesi più "alti" del pianeta si trovano in Cina) batterà di 60 metri l'attuale detentore del primato, il ponte Duge (565 metri), costruito nel 2016 circa 200 km più a nord, sempre per oltrepassare il profondo canyon in cui scorre il Beipan. L'imponente struttura ha richiesto solo tre anni di lavori, a fronte di una spesa di circa 283 milioni di dollari, e sarà aperta al traffico entro giugno 2025. L'impalcato è stato ultimato in questi giorni e sarà asfaltato, attrezzato e collaudato nelle prossime settimane. Per comprendere l'altezza vertiginosa che sta già coprendo, si può fare un confronto con alcuni tra i più alti grattacieli del pianeta: l'One World Trade Center di New York, per esempio, misura "appena" 541 metri e, tra tutti, solo in tre hanno numeri più grandi (Il Burj Khalifa di Dubai, 830 metri, il Merdeka 118 di Kuala Lumpur, 680 metri, e la Shanghai Tower, 632).. Ingegneria estrema. Nel complesso, il ponte sospeso è lungo 2.890 metri, con una campata principale di 1.420 e due torri di sostegno alte 262. I cavi, progettati per resistere a venti fortissimi, sono agganciati a un'imponente travatura in acciaio composta da 93 segmenti per un peso complessivo di circa 22.000 tonnellate. L'equivalente, per intenderci, di due Torri Eiffel. La scelta di questa soluzione strutturale si è resa obbligatoria a causa della morfologia impervia del canyon e delle forti escursioni termiche a quell'altezza, che generano frequenti turbolenze atmosferiche e condizioni meteorologiche estreme. La precisione nella posa degli elementi modulari, spesso effettuata con gru a cavo sospese nel vuoto, ha richiesto margini d'errore minimi, inferiori ai due centimetri, ma nonostante le difficoltà, l'intero apparato mantiene un profilo sottile ed elegante, studiato per minimizzare l'impatto visivo e ridurre l'impiego di materiale mantenendo allo stesso tempo la massima efficienza strutturale.. TeMPI RECORD. Nonostante le difficoltà logistiche e ambientali, i lavori sono terminati in anticipo rispetto alle previsioni. Ciò grazie al controverso sistema decisionale cinese, che consente di velocizzare al massimo autorizzazioni e cantieri, riducendo i controlli ecologici e le opposizioni locali. Basti pensare che progetti simili, in Occidente, richiederebbero dai cinque ai dieci anni per essere completati. Un esempio recente è quello del ponte Gordie Howe, tra Detroit e Windsor, che sarà alto 220 metri e che verrà inaugurato anch'esso nei prossimi mesi, dopo oltre sette anni di lavori. L'approccio "top-down" di Pechino, che unisce investimenti pubblici massicci e pianificazione centralizzata, consente invece di avviare rapidamente infrastrutture anche in aree remote. Inoltre, la forza lavoro impiegata in cantieri come questo può arrivare a diverse migliaia di tecnici e operai, con turni estenuanti, spesso in condizioni "estreme" di lavoro, per rispettare le tempistiche fissate dai piani di sviluppo.. Un'opera strategica. L'obiettivo del Huajiang Canyon Bridge è connettere più rapidamente i centri urbani di Guiyang, Anshun e Qianxinan, riducendo i tempi di percorrenza via terra da oltre un'ora a una manciata di minuti. Secondo le autorità locali, l'opera stimolerà l'integrazione economica del sud-ovest della Cina, potenziando anche il turismo in una delle regioni più spettacolari, ma meno accessibili, del Paese. Oltre al traffico locale, il ponte rientra in una più ampia strategia di collegamento tra l'entroterra e le grandi vie commerciali, come le nuove rotte logistiche interne connesse alla cosiddetta "Nuova via della seta" (Belt and Road Initiative). Dal punto di vista paesaggistico, infine, il profilo slanciato del ponte è stato pensato per adattarsi al contesto naturale, evitando l'installazione di piloni nel letto del fiume e cercando di minimizzare l'impatto sulla biodiversità del canyon. In questo modo, l'opera mira anche a diventare un simbolo dell'equilibrio – almeno apparente – tra il progresso ingegneristico e la tutela del paesaggio..
Autore
Focus.it

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