Il Pos in chiesa per offerte e elemosine? la proposta dei vescovi non convince i materani

  • Postato il 12 agosto 2025
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Il Pos in chiesa per offerte e elemosine? la proposta dei vescovi non convince i materani

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Il Pos in chiesa per offerte e elemosine? Meglio di no: «La chiesa non può diventare un’azienda». Alcuni parroci commentano l’iniziativa della Cei: « Potrebbe minare il legame diretto».


MATERA- La perplessità non si può nascondere. A Matera l’esperimento in atto in alcune città italiane che consente possibilità di pagare con il Pos le offerte alle parrocchie, lascia più che interdetti. A rischiare è il rapporto diretto che nelle piccole città si instaura fra fedele, sacerdote e parrocchia. Il sacchetto che passa silenzioso, durante la messa, fra chi sta seguendo la celebrazione non è solo una richiesta di denaro ma un legame che l’abitante del rione conferma con la sua chiesa di riferimento. Spesso è quella in cui è cresciuto, in cui la sua famiglia lo ha portato per fare il chierichetto, la comunione e tutti gli altri sacramenti. E’ insomma un modo per mantenere ancora forte la propria spiritualità. Il ricorso alla carta di credito o al bancomat, invece, rischia di mettere una forte distanza, rendendo impersonale il rapporto con la parrocchia.

LA VOCE DEI PARROCI SULLA PROPOSTA DEL POS IN CHIESA PER LE ELEMOSINE E OFFERTE: UN RAPPORTO UMANO DA PRESERVARE

Spiega don Michele La Rocca, parroco della chiesa di Maria Santissima Addolorata nel cuore del rione Serra Venerdì: «Secondo me non è utile – spiega – rispecchia il segno dei tempi, però in quartiere come quello in cui si trova la mia parrocchia, la stragrande maggioranza delle persone amano ancora offrire il proprio bolo di persona». Le ricadute, in caso contrario, sarebbero evidenti. «Il sistema – prosegue don Michele – andrebbe a cancellare anche la relazionalità che inevitabilmente si crea con il rapporto personale. Non credo che sia una scelta intelligente. La mia esperienza, infatti, conferma il contrario: tante persone vengono da me in parrocchia a volte anche come pretesto per parlare, fare due chiacchiere e potersi aprire, relazionarsi. Immaginiamo cosa potrebbe accadere se questo dovesse venire meno. Non ci sarebbe alcun contatto fra persone. Rischiamo di scambiare l’aspetto commerciale con un servizio ecclesiale che viaggia su tutt’altro ambito. Non sono favorevole».

CASO D’ECCEZIONE PER I TURISTI?

Il parroco della Cattedrale e della chiesa di San Francesco d’Assisi, don Angelo Gallitelli, traccia una differenza rispetto a questo nuovo meccanismo. «Il sistema non è molto utile nelle nostre chiese ma se proprio dovessi pensare a un sistema di questi tipo, credo si possa pensare di applicarlo alla Cattedrale se pensiamo al numero di turisti che ogni giorno la visitano». Diverso, invece, il punto di vista di don Angelo per la chiesa di S. Francesco d’Assisi: «Riduce il contatto, la motivazione, perchè il fatto stesso di far passare il cestino è importante. Accade lo stesso per le lampade votive che rappresentano un legame verso la statua del Santo. La gente si lamenta perchè preferirebbe si tornasse alle candele, una riflessione che stiamo facendo per la Cattedrale. A maggior ragione se si aggiunge il Pos, la chiesa da luogo di culto diventa un’azienda».

Resta il fatto che se la Cei dovesse decidere di applicare questo sistema ai luoghi di culto italiani più visitati, la Cattedrale di Matera potrebbe rientrare in questo elenco dal momento che ogni giorno è la destinazione preferita di centinaia di turisti in visita in città. Un passo dei tempi, certamente, ma anche una prova per le piccole realtà delle città italiane che mantengono con la loro chiesa un legame del tutto personale in cui la tecnologia non può entrare.

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