“Il pugilato in Italia cresce, ci mancava solo lo spettacolo. Così punto a riempire San Siro”: parla Edoardo Germani

  • Postato il 12 ottobre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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C’è un giovane organizzatore di eventi pugilistici che tra poco meno di un mese, sabato 8 novembre, vuole con il match di Dario Morello valevole per l’Europeo Silver, arrivare al sold out dell’Allianz Cloud di Milano. Già adesso ci è quasi riuscito: i biglietti invenduti per raggiungere la capienza di 5400 spettatori sono pochissimi. Ma il 32enne Edoardo Germani, arrivato all’edizione numero 11 della manifestazione chiamata TAF – The Art of Fighting, ha un sogno ancora più grande: riempire con la boxe lo stadio di San Siro. Almeno prima che venga demolito. Successe solo negli anni Sessanta con Duilio Loi, Nino Benvenuti e Sandro Mazzinghi. “Se è accaduto sessant’anni fa perché non può ripetersi oggi?”, dice Germani a ilfattoquotidiano.it.

Perché è così fiducioso, quando sia a livello dilettantistico che a livello professionistico siamo in difficoltà?
Il pugilato in Italia piace molto: è uno sport completo, è spettacolare. I numeri sono buoni, sia dal punto di vista del ticketing che sui social, dove noi triplichiamo mese dopo mese. Ci sono 17 milioni di appassionati in Italia, tanti sono bambini, i quali, guardando gli iscritti FPI, sono passati in tre anni da 4 a 24 mila. Poi ci sono i cantanti, influencer e i rapper che lo praticano. Insomma è uno sport che va di moda.

Lei cosa ha trovato al suo arrivo nel 2022?
Mancavano solo le proposte divertenti e di spettacolo. Io, che ho praticato la boxe, facendo una decina di match da dilettante, da spettatore quando tornavo a casa dalle riunioni ero sempre deluso.

Dove può arrivare la boxe in Italia?
Tornare a quello che era in passato e chissà un giorno pure superare il calcio.

Quali sono stati i suoi riferimenti organizzativi agli inizi?
Non in Italia. Soprattutto Dana White con il modello UFC; è stato bravo dovendo partire da zero. Noi dobbiamo fare lo stesso con la boxe, tra l’altro, senza partire da zero, essendo il pugilato uno sport già consolidato.

Per colmare il gap con Inghilterra e Stati Uniti cosa serve?
Che realtà importanti si accorgano di noi e ci aiutino come sponsor.

Quindi Turki Alalshikh è un suo riferimento?
Scherzando dico che sono arrivato nella boxe prima di lui. Comunque sì, è un riferimento: sono d’accordo con quanto ha dichiarato sulle tv e infatti la nostra scelta è il “no pay per view”, tutto deve andare in chiaro. Questo per far parlare di boxe in Italia il maggior numero di persone possibile.

Con chi è più difficile trattare in questo mondo?
Inizialmente, era difficile trattare con tutte le figure, soprattutto con chi negli anni aveva subito una fregatura. Oggi è più semplice.

Chi sono i pugili a cui è più affezionato?
I primi che hanno firmato con noi della Taf: Momo El Maghraby, Paparo e Kogasso. Ma cerco di essere equilibrato con tutti.

Esiste un effetto Dario Morello, pugile molto social e fidanzato con la cantante di successo Serena Brancale?
Credo che ci siamo dati tanto a vicenda. Noi lo stiamo gestendo bene, lui a livello sportivo non ha avuto paura di affrontare nessun avversario.

Qual è la sua filosofia nel matchmaking?
Mettere sempre contro due pugili forti; a novembre, per esempio, ci sarà Bologna-Esposito e Mazzon-Russo. Un tempo non funzionava così ma si tendeva a proteggere il pugile fino a consegnarlo magari all’estero a una probabile sconfitta. Secondo me non è così fondamentale vincere: se si perde in un match vero, non si cade nel dimenticatoio, ma si riparte. Al pubblico piacciono i derby, a prescindere dalle sigle.

Ci sono atleti che vorrebbe far firmare?
Ne ho 2-3 che mi piacciono, ma non dico i nomi per correttezza nei confronti dei colleghi, non voglio fare quello che non piacerebbe venisse fatto a me.

I pugili in Italia spesso faticano a livello finanziario.
Stiamo cercando di cambiare il sistema: un tempo i pugili si autosostenevano con il sogno di vincere il mondiale in America. Oggi vengono pagati con borse di livello europeo e magari li aiutiamo anche a trovare degli sponsor.

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