«Il quadro rubato», il film sull’Egon Schiele trafugato dai nazisti

  • Postato il 7 maggio 2025
  • Di Panorama
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All’inizio degli anni 2000 un dipinto di Egon Schiele, I girasoli, fu scoperto nella casa di un giovane operaio chimico nei sobborghi di Mulhouse, cittadina nell’est della Francia. Fu uno specialista di arte moderna che lavorava in una grande casa d’aste internazionale a riconoscerlo. Si rivelò essere una delle opere saccheggiate dai nazisti e disperso nel 1939 nel caos delle spoliazioni e delle distruzioni della cosiddetta «arte degenerata». È questa la storia vera che ha dato il la a Il quadro rubato, film del regista francese Pascal Bonitzer, dall’8 maggio nelle sale italiane con Satine Film.

La trama de Il quadro rubato

Con piglio divertito, Bonitzer, che è anche sceneggiatore del film, approfitta di questo fatto di cronaca per raccontare il mondo delle case d’asta e il mercato internazionale delle opere d’arte, affidandosi a un Alex Lutz in grande forma. È lui a interpretare André Masson, banditore della rinomata casa d’aste Scottie’s. Un giorno riceve una lettera particolare: gli comunica la scoperta di un dipinto di Egon Schiele a Mulhouse, presso l’abitazione di un giovane operaio. Piuttosto scettico, considerata l’improbabilità di trovarsi di fronte a una di quelle occasioni che raramente capitano nella vita, André si reca comunque sul posto per dare un’ occhiata al dipinto.

Con grande sorpresa scopre che è autentico: un capolavoro creduto scomparso nel 1939 poiché smarrito tra le opere confiscate dai nazisti. Questo evento potrebbe segnare l’apice della sua carriera ma, al tempo stesso, le insidie che si celano dietro al ritrovamento del quadro potrebbero anche metterla in pericolo. Grazie all’aiuto della collega ed ex moglie Bertina (Léa Drucker) e della bizzarra ed eccentrica stagista Aurore (Louise Chevillotte), André farà di tutto per tentare di assicurare al dipinto la valorizzazione che merita e cambiare così anche la propria vita.

L’Egon Schiele che non ti aspetti

«Con Egon Schiele ci aspettiamo sempre dei nudi, quelle sue figure umane torturate in uno stile provocatorio al limite dell’osceno; questo invece è un paesaggio abbastanza grande, un campo di girasoli, anche se sicuramente sempre nello stile di Schiele», riflette Bonitzer nelle note stampa. «Mi piace questo dipinto perché puoi proiettare su di esso quello che vuoi. È rimasto per settant’anni in una stanza riscaldata a carbone, quindi quando è stato ritrovato era molto sporco».

Lliana Lolic, collaboratrice della sceneggiatura, ha realizzato una ventina di interviste nel mondo delle aste: banditori, galleristi, collezionisti, antiquari… «È da questo materiale molto abbondante che ho estratto la storia e ho immaginato una trama, dei personaggi, come la giovane stagista, l’ex moglie, l’avvocato, il giovane operaio, i suoi amici e la madre», ha detto Bonitzer.

In questo video in esclusiva, un estratto del film Il quadro rubato. Protagonisti della clip il giovane (interpretato da Arcadi Radeff) che ha ritrovato il quadro, sua madre (Laurence Côte), il loro avvocato (Nora Hamzawi).

Autore
Panorama

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