Il raid sull’ospedale a Gaza, poi su reporter e i soccorsi: ecco come sono morti i 5 giornalisti di media internazionali

  • Postato il 25 agosto 2025
  • Mondo
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 2 Visualizzazioni

Un primo attacco che ha colpito l’ospedale, poi un secondo, arrivato quando i soccorritori e i giornalisti sono arrivati sul posto dopo il bombardamento. Per un’altra volta, l’ennesima, l’ospedale Nasser di Khan Yunis finisce nel mirino dell’esercito israeliano: 19 sono le persone rimaste uccise, tra le quali ci sono 4 giornalisti, che lavoravano tutte per media internazionali. Sono Mariam Dagga, 33 anni, che dall’inizio della guerra a Gaza collaborava come freelance con Associated Press, oltre che con altri media, e che lascia un figlio di 12 anni. Le altre vittime sono Mohammed Salam di Al-Jazeera, poi il cameraman Hussam al-Masri e il suo fotografo Hatem Khaled, entrambi di Reuters, e Moaz Abu Taha di Nbc. Si tratta dell’ennesima strage di operatori dell’informazione, che dalla Striscia raccontano la cronaca della guerra, dalla popolazione civile affamata e al limite delle forze fino agli attacchi dell’Idf. Per il direttore generale della ong internazionale con sede a Parigi Reporter senza frontiere (Rsf), Thibaut Bruttin, Israele sta “facendo tutto il possibile per mettere a tacere le voci indipendenti che cercano di riferire su Gaza” e i sostenitori della libertà di stampa non avevano mai assistito a un regresso così grave per la sicurezza dei giornalisti, ha aggiunto Bruttin, sottolineando che i giornalisti sono stati uccisi sia in attacchi indiscriminati sia in attacchi mirati che l’esercito israeliano ha ammesso di aver compiuto.

Le vittime, che si trovavano al quarto piano dell’ospedale Nasser, sono state uccise da un doppio attacco: sempre secondo quanto riferito dal ministero, prima un missile ha colpito l’edificio e pochi istanti dopo, mentre arrivavano i soccorsi, un altro si è abbattuto nello stesso punto. L’ospedale Nasser di Khan Younis, il più grande del sud della Striscia, ha resistito a raid e bombardamenti durante i 22 mesi di guerra e i funzionari hanno più volte segnalato gravi carenze di forniture e personale. Peraltro è la stessa struttura dove a dicembre 2023 era stato bombardato anche il reparto maternità e che da mesi è preso di mira dall’Idf.

“L’Associated Press è scioccata e rattristata nell’apprendere della morte della giornalista Mariam Dagga, insieme a diversi altri giornalisti, presso l’ospedale Nassar di Khan Younis, a Gaza”, scrive in un comunicato Associated Press. “Mariam si recava regolarmente in ospedale per la copertura mediatica. Il suo lavoro recente includeva storie toccanti di bambini affamati e malnutriti a Gaza. Ha lavorato come freelance per l’Associated Press e altre testate giornalistiche. Stiamo facendo tutto il possibile per garantire la sicurezza dei nostri giornalisti a Gaza”, conclude la nota. Anche Reuters, tramite un suo portavoce, esprime la sua “costernazione nell’apprendere della morte del collaboratore Hussam al-Masri e delle ferite riportate da un altro nostro collaboratore, Hatem Khaled, negli attacchi israeliani all’ospedale Nasser di Gaza oggi. Stiamo cercando urgentemente ulteriori informazioni – ha proseguito il portavoce dell’agenzia di stampa – e abbiamo chiesto alle autorità di Gaza e di Israele di aiutarci a ottenere assistenza medica urgente per Hatem”, ha aggiunto Reuters, precisando che la diretta dall’ospedale, gestita da al-Masri, si è interrotta improvvisamente in coincidenza con il primo attacco.

I dati – Secondo l’ufficio stampa del governo di Gaza, dal 7 ottobre 2023 a oggi sono 244 i cronisti che hanno perso la vita a causa dei bombardamenti israeliani. Cifre non distanti dal calcolo di Reporter Senza Frontiere (Rsf), che ne conta quasi 200, di cui 45 colpiti mentre erano al lavoro (i numeri si differenziano a seconda dei criteri di calcolo usati e dei tempi di raccolta dei dati). Un report di aprile realizzato dal Watson Institute for International and Public Affairs, intitolato The cost of war, evidenzia come la guerra a Gaza abbia “ucciso più giornalisti di quella civile americana, dei due conflitti mondiali, della Guerra di Corea, del Vietnam (inclusi i conflitti in Cambogia e Laos), delle guerre in Jugoslavia negli anni ’90 e 2000 e di quella in Afghanistan dopo l’11 settembre messe insieme”. I giornalisti locali, si legge nel report, “non solo corrono grandi rischi, trovandosi soli di fronte a una violenza straordinaria, ma ciò compromette anche la copertura mediatica e, di conseguenza, l’ecosistema informativo mondiale”.

L'articolo Il raid sull’ospedale a Gaza, poi su reporter e i soccorsi: ecco come sono morti i 5 giornalisti di media internazionali proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti