Il ritorno dell’Endeavour: la nave dei sogni e delle scoperte riemerge dal silenzio del mare
- Postato il 12 giugno 2025
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- Di SiViaggia.it
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Dopo oltre due secoli di mistero e 25 anni di intense ricerche, il relitto dell’HM Bark Endeavour, la leggendaria nave con cui James Cook esplorò l’Australia e la Nuova Zelanda, è stato finalmente identificato con certezza. Ad annunciarlo è il Museo Nazionale Marittimo Australiano, che ha presentato il rapporto finale dopo indagini meticolose tra archivi storici e immersioni nei fondali del Rhode Island. Una scoperta che riaccende i riflettori su una delle imbarcazioni più importanti della storia dell’esplorazione.
Il viaggio dell’Endeavour: esplorazione e impatto storico
La storia dell’Endeavour ha inizio nel 1768, quando James Cook salpa dall’Inghilterra al comando di una missione scientifica di esplorazione e scoperta destinata a cambiare il mondo. Gli obiettivi erano: osservare il transito di Venere e scoprire nuovi territori. Durante questo viaggio, la nave esplorò le coste della Nuova Zelanda e dell’Australia – e raggiunse la costa del Nuovo Galles del Sud nel 1770.
Questo evento, tuttavia, non ha un significato univoco. Per alcuni rappresenta lo spirito dell’illuminismo europeo, per altri invece è l’emblema dell’inizio della colonizzazione e della sofferenza delle popolazioni indigene. Un aspetto che il museo non ha ignorato, riconoscendo la complessità storica legata a questa missione.
Un relitto ritrovato dopo 250 anni: l’Endeavour è RI 2394
Il relitto dell’Endeavour giaceva nel porto di Newport, Rhode Island (USA), da oltre due secoli. Ribattezzata “Lord Sandwich” dopo il viaggio nel Pacifico, la nave venne utilizzata dai britannici durante la Guerra d’Indipendenza americana e fu autoaffondata nel 1778 con altre dodici imbarcazioni per ostacolare la flotta francese nella baia americana di Newport.
Nel 1999, è partita una collaborazione tra il Museo Nazionale Marittimo Australiano e il Rhode Island Marine Archaeology Project (RIMAP) per ritrovare il relitto nella zona in cui era stato autoaffondato. Le indagini si sono concentrate sul relitto numerato come RI 2394 in quanto mostrava corrispondenze sorprendenti con i piani originali dell’Endeavour: dimensioni, materiali e struttura coincidevano in maniera inequivocabile.

Le prove decisive: legno britannico e dettagli costruttivi unici
L’identificazione ufficiale non si è basata solo su ipotesi o somiglianze: i ricercatori hanno analizzato ogni centimetro del relitto, confrontando i resti con progetti del XVIII secolo. Il legno ritrovato – quercia bianca ed olmo europei – ha confermato l’origine britannica dell’imbarcazione, diversa da quella delle navi americane dell’epoca, costruite con materiali locali.
Due elementi chiave hanno rappresentato la prova definitiva:
- il pozzo della pompa, perfettamente allineato con i disegni originali dell’Endeavour,
- il giunto di chiglia a scarpa, un incastro raro, riscontrato in pochissimi relitti nel mondo e uguale a quello dei disegni del cantiere dove la nave fu costruita.
Dalla disputa alla conferma: il riconoscimento ufficiale
Nel 2022, il museo australiano annunciò il luogo di scoperta dell’Endeavour, ma gli archeologi statunitensi invitarono alla cautela, temendo un annuncio affrettato, e anche il RIMAP invitò alla prudenza. Dopo ulteriori tre anni di ricerche, il rapporto finale del 2025 ha fornito una documentazione dettagliata e comparativa che non lascia spazio a dubbi.
Questo segna “il culmine di 25 anni di studi archeologici dettagliati e meticolosi su questa importante nave” e il documento include:
- nuove planimetrie,
- comparazioni strutturali aggiornate,
- un database tecnico comparativo dei relitti del XVIII secolo nell’Atlantico.
Anche RIMAP ha riconosciuto l’eccellenza delle analisi storiche e strutturali australiane. Così, dopo 250 anni, il mistero dell’Endeavour può dirsi risolto. Il direttore Daryl Karp del museo ha affermato: “Questo rapporto finale rappresenta la nostra dichiarazione definitiva sul progetto“.
Conservazione del relitto e valorizzazione della memoria
Il ritrovamento della nave non rappresenta la fine del progetto, ma l’inizio di una nuova fase. Il relitto è minacciato da organismi marini che consumano il legno, come teredini e gribbles, e per questo motivo il museo ha avviato un programma di conservazione attiva.
Oltre alla tutela fisica del relitto, il museo promuove un’iniziativa educativa per raccontare la storia dell’Endeavour nella sua interezza: non solo la grande impresa di esplorazione, ma anche l’inizio della colonizzazione e le conseguenze sulle popolazioni indigene del Pacifico. Dopo oltre 250 anni quindi una delle navi più significative della storia mondiale è tornata per narrare e tramandare il passato.
Una replica per rivivere la storia: visita guidata sull’HMB Endeavour

Per chi desidera vivere in prima persona l’esperienza a bordo della nave, il Museo Nazionale Marittimo Australiano offre la possibilità di salire sulla replica perfettamente fedele dell’HMB Endeavour – costruzione iniziata nel 1988. Questa riproduzione, considerata una delle più accurate al mondo, è un’autentica macchina del tempo.
Negli anni ha percorso molte miglia nautiche, ha circumnavigato l’Australia per tre volte e ha navigato verso l’Europa, gli Stati Uniti e si è fermata in numerosi altri porti d’oltremare. A bordo è possibile rivivere fedelmente la storia e:
- esplorare la Great Cabin dove Cook lavorava e cenava,
- osservare l’enorme stufa nella cucina sottostante,
- ammirare i quasi 30 km di sartiame e le 28 vele originali nella forma e nei materiali,
- scoprire com’era la vita quotidiana dei marinai durante il viaggio di circumnavigazione del globo tra il 1768 e il 1771.
La nave è spesso ormeggiata presso i moli del museo a Sydney ed è accessibile ai visitatori, salvo manutenzioni o traversate speciali. Un’esperienza unica per toccare con mano la storia di una delle più grandi avventure marittime di tutti i tempi. Centinaia di migliaia di visitatori sono già saliti a bordo per vedere da vicino come vivevano Cook e i suoi uomini.