Il Secolo senza memoria storica: Giano decapitato e l’illusione di Orfeo

  • Postato il 8 luglio 2025
  • Editoriale
  • Di Paese Italia Press
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di Massimo Reina


In principio era Giano. Bifronte, guardava avanti e indietro, perché solo chi conosce il passato può affrontare il futuro. Ma nel XXI secolo, nell’epoca della superbia ignorante, Giano è diventato un mostro da abbattere. Gli hanno mozzato la testa rivolta al passato, lasciandolo a fissare un futuro acefalo, cieco e arrogante. E così, il mondo si illude di avanzare, novello Orfeo che corre senza mai fermarsi. E, come nel mito, si volta solo per un istante, troppo tardi e troppo poco, così che ciò che era dietro di lui svanisce per sempre.
Riscrivere la Storia invece di impararla e comprenderla
La cultura occidentale, che un tempo si nutriva della propria storia, oggi la vomita con sdegno. Non la studia, non la comprende, non la metabolizza: semplicemente la cancella. Sostituisce la realtà con un’opera di fantasia mediocre, in cui il passato diventa un catalogo di crimini da espiare e il presente una continua abluzione purificatrice. Il risultato è un popolo che non sa più chi è, da dove viene e dove sta andando.
Il fenomeno è noto: abbattere statue, riscrivere romanzi, riscrivere la Storia in base alla sensibilità del momento. Non si correggono gli errori del passato studiandoli, ma si fa tabula rasa, nella speranza che l’ignoranza possa redimere. Si insegna ai giovani che il passato è sbagliato in ogni sua manifestazione, e che il presente lo riparerà con una riscrittura degna della peggior distopia orwelliana. Il mondo si popola così di smemorati presuntuosi, convinti che la civiltà sia nata con loro e che ogni evento precedente alla loro esistenza sia un peccato originale da espiare con la censura.
La civiltà è un processo, non un dogma
Siamo in piena era woke, dove non si interpreta la storia, la si deforma. Dove ogni figura del passato viene giudicata con i metri di oggi, senza considerare il contesto, senza capire che la civiltà è un processo, non un dogma. Dante deve essere riscritto, Shakespeare epurato, Montanelli demonizzato. Perché? Perché le anime belle di oggi si sentono migliori, superiori, immuni da errori. Invece di studiare la storia, la rimuovono. Invece di imparare, processano. Si credono giudici supremi del passato, senza rendersi conto di essere solo carnefici del futuro.
Ma senza storia, senza memoria, senza Giano, siamo solo ciechi che corrono nel deserto. E chi cela deserti dentro di sé, scriveva Nietzsche, è destinato a regnare sulla solitudine. Un destino perfetto per la nostra epoca: una solitudine ignorante e arrogante, che distrugge senza costruire, che processa senza conoscere, che cancella senza capire. Giano piange, mentre Orfeo corre e perde Euridice. Ma noi non possiamo permetterci di perdere anche il passato.


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