Il sindaco di Udine contro Italia-Israele: “Fermiamoci di fronte al dramma, giocare è inopportuno”
- Postato il 1 settembre 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Fermiamoci, giocare adesso sarebbe inopportuno“. La presa di posizione netta arriva da Alberto Felice De Toni, sindaco di Udine, la città che per la seconda volta in un anno ospiterà il prossimo 14 ottobre il match di calcio tra Italia e Israele, valido per le qualificazioni ai Mondiali 2026. Dopo i numerosi appelli per chiedere l’esclusione della Nazionale di Tel Aviv dalle competizioni sportive internazionali e le pressioni per annullare la partita, il primo cittadino parlando a Il Messaggero Veneto propone una soluzione alternativa: rinviare la partita. Sia per ragioni politiche, sia per questioni pratiche: il grande rischio di problemi di ordine pubblico.
Già a inizio estate, infatti, lo stesso sindaco De Toni aveva avvertito del pericolo: “Udine è in grado di fare la sua parte in termini di sicurezza ma onestamente siamo preoccupati“. Come detto, la città aveva già ospitato un Italia-Israele, sempre il 14 ottobre del 2024. All’epoca, il Comune aveva inizialmente negato il patrocinio, salvo poi fare retromarcia per evitare polemiche. La partita si era svolta senza scontri, nonostante il corteo parallelo dei manifestanti pro-Palestina. Ma già da più di un anno De Toni sottolinea come a suo avviso sia inopportuno ospitare un evento sportivo con Israele protagonista mentre è ancora in corso la guerra a Gaza.
“Di fronte a un dramma che non ha eguali negli ultimi ottant’anni, davanti a tanta sofferenza io dico: fermiamoci, giocare adesso sarebbe inopportuno”, ribadisce oggi il sindaco. “Lo stadio è gestito dall’Udinese, la decisione di ospitare i match della nazionale è della Figc, la partita è organizzata dalla Uefa. Come Comune siamo al terzo livello, chiamati a occuparci di ordine pubblico con il coordinamento della prefettura”. “Ci sono state manifestazioni di dissenso un anno fa, non potranno non essercene tra un mese e mezzo”, rileva De Toni secondo il quale sarebbe “opportuno attendere momenti migliori, rinviare la partita e recuperarla: credo che ci sia il tempo e temo purtroppo che nell’arco di un mese e mezzo non si arriverà al cessate il fuoco”.
“Non fomentiamo le polemiche, non è proprio il caso”, premette De Toni. Però la sua idea è di rinviare per poi “recuperare” la partita Italia-Israele. E a un anno di distanza dalle polemiche (e dalla stessa partita), c’è una differenza: il sindaco può contare su un sostegno di 20mila firme raccolte da una petizione online lanciata da Possibile per chiedere lo stop al match. Senza dimenticare l’esposto presentato da un avvocato contro la Nazionale israeliana.
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