Il suicidio di Hitler e i misteri della storia

  • Postato il 30 aprile 2025
  • Di Agi.it
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Il suicidio di Hitler e i misteri della storia

AGI - La certezza che il cadavere carbonizzato nel giardino della cancelleria del Reich fosse davvero quello di Adolf Hitler, spazzando via per sempre tutta la letteratura romanzesca del dopoguerra e la propaganda di Stalin, è sempre stata a portata di mano, ma nessuno ci ha mai pensato. Con l'evoluzione scientifica sarebbe bastato isolare il dna della sorella Paula, morta a Berchtesgaden il I giugno 1960, e compararlo con quello recuperabile dai resti in possesso dei sovietici e custoditi a Mosca, ma nessuno l'ha fatto. Il dittatore che mise paura al mondo e programmò l'eliminazione industriale degli ebrei si tolse la vita il 30 aprile di ottanta anni fa nel bunker di Berlino, dopo aver dettato il suo testamento e aver sposato Eva Braun che trascinerà nello stesso destino.

Sconvolto dalla fine di Mussolini a piazzale Loreto

Le notizie che gli erano pervenute dall'Italia sullo scempio di piazzale Loreto al corpo di Benito Mussolini lo colpirono profondamente, tanto da dire davanti ai suoi generali e al personale amministrativo che condividevano l'allucinante e claustrofobica esperienza del centro di comando sottoterra nella città circondata dall'Armata Rossa, che a lui i russi non avrebbero mai potuto riservare lo stesso trattamento. Il tentativo disperato della pilota Hanna Reitsch di convincerlo a lasciare Berlino a bordo del suo Fieseler Storch che era riuscita a far atterrare tra i combattimenti e le macerie era stato sdegnosamente respinto. L'armata del generale SS Felix Steiner non sarebbe mai arrivata a salvarlo e le stesse SS l'avevano abbandonato. Il Reichsführer Heinrich Himmler, "il fedele Heinrich" come lo chiamava Hitler, alle sue spalle aveva avviato una trattativa segreta per raggiungere la pace separata con gli Alleati, ma solo sul fronte occidentale continuando a combattere contro i sovietici, e ovviamente la proposta era stata respinta.

Il tradimento di Göring e di Himmler e la destituzione

Quando la notizia era stata diffusa ad arte dalla radio alleata il Fuhrer aveva reagito con una delle sempre più abituali sfuriate di rabbia, destituendo subito Himmler per alto tradimento. Non sapeva che il suo proconsole in Italia, il generale SS Karl Wolff, aveva fatto altrettanto con spregiudicate trattative in Svizzera con i servizi segreti americani e proprio il giorno di piazzale Loreto, i suoi delegati avevano sottoscritto a Caserta l'atto di resa di tutte le truppe tedesche con tutte le garanzie del diritto internazionale sui prigionieri di guerra; oltre, naturalmente, una candeggiata alla sua fedina di criminale, e non a caso lui era già stato portato al sicuro. Il tradimento di Himmler, però, per Hitler rappresentava il punto politico di non ritorno, ben oltre la gravità della situazione militare divenuta irreversibile. Scaricò il livore e la rabbia del suo fallimento sull'intero popolo tedesco, ritenuto indegno di sopravvivergli. Il suo testamento politico redatto alle 4 del mattino del 29 aprile 1945 ha di storico la paternità e le circostanze, ma non i contenuti, abbastanza banali e deliranti, specchio della visione distorta del mondo e della realtà.

Il testamento politico e il matrimonio con Eva Braun

"Prima della mia morte – aveva dettato - espellerò l'ex maresciallo del Reich Hermann Göring dal partito e lo priverò di tutti i diritti di cui godeva e in base al decreto del 29 giugno 1941 e anche in forza della mia dichiarazione nel Reichstag il I settembre 1939 ho nominato al suo posto il Grossadmiral [Karl] Dönitz , presidente del Reich e Comandante Supremo delle Forze Armate". E ancora: "Prima della mia morte espellerò l'ex Reichsführer-SS e ministro degli Interni, Heinrich Himmler, dal partito e da tutte le cariche dello Stato. Al suo posto nominerò il Gauleiter Karl Hanke come Reichsführer-SS e capo della Polizia tedesca, e il Gauleiter Paul Giesler come ministro degli Interni. Göring e Himmler, a prescindere dalla loro infedeltà alla mia persona, hanno provocato un danno incommensurabile al Paese e a tutta la nazione con segrete trattative col nemico, condotte a mia insaputa e contro la mia volontà, tentando illegalmente d'impadronirsi del potere nello Stato". Aveva provveduto subito, punendo Goring per l'intenzione di succedergli qualora non avesse risposto a un suo telegramma del 23 aprile ritenendolo impedito dagli eventi, e Himmler per il piano d'intesa. A questo punto non aveva più alternative.

L'ultima bugia di Goebbels e le versioni della propaganda

Eva Braun, divenuta signora Hitler con una frettolosa cerimonia nuziale nella quale aveva anche abbozzato la firma col cognome da nubile, non aveva a sua volta nessuna via d'uscita poiché aveva legato la sua esistenza a quell'uomo, che peraltro non fece nulla per sottrarla alla sua stessa fine. Hitler provò l'efficacia della capsula di cianuro sulla amata cagna Blondie, quindi decise che il suicidio sarebbe avvenuto in due fasi quasi simultanee: spezzare la fialetta con i denti e spararsi alla tempia con la pistola. E questo avvenne su un divanetto in una stanza del bunker, con la porta chiusa. Quando al di là si udirono le due detonazioni della pistola, i militari entrarono e rimossero i corpi. Secondo le indicazioni lasciate da Hitler, vennero reperiti duecento litri di benzina dall'autoparco e i cadaveri portati all'esterno furono dati alle fiamme. I resti carbonizzati furono ritrovati dopo la capitolazione, ma fiorirono immediatamente le più fantasiose versioni, alimentate spesso dalla propaganda sovietica, come quella del rinvenimento del cadavere di un sosia e di una avventurosa fuga in Argentina a bordo di un U-boote transatlantico. L'ultima bugia della propaganda nazista era stata invece quella diffusa da Joseph Goebbels ai tedeschi che ancora ascoltavano la radio, sostenendo che il Fuhrer era caduto combattendo a Berlino. Poi anche lui e la moglie Magda, nazista intransigente e adoratrice di Hitler, si erano tolti la vita nel bunker. Ma prima la donna aveva ucciso i sei figli avvelenandoli con il cianuro. Ognuno di essi aveva il nome che iniziava con la lettera “h”, proprio in onore di Hitler.

 

 

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Autore
Agi.it

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