Il tempo della riflessione per Jannik Sinner, il numero 1 ATP che non teme di scoprirsi umano troppo umano
- Postato il 10 giugno 2025
- Di Virgilio.it
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Quando Jannik Sinner ha esplicitato con delle parole semplici, di resa trasparente e innocente quanto aveva elaborato nella sintesi di 5 ore e mezza di riflessioni, necessità e piccole ammissioni intendeva ricongiungersi alla realtà. A un ritorno ai luoghi e alle persone che hanno il potere di riconciliarlo con quegli sprazzi di smarrimento, di apparente cedimento che non ne hanno intaccano la qualità, ma ne restituiscono l’umanità, la profondità della solitudine di chi deve misurarsi anche con quello spazio che gli sportivi del suo livello evitano, negano.
La dimensione cupa, quasi nascosta che è scansata da chi sa di conoscere e apprezzare l’appagamento che deriva dall’essere il migliore, il numero 1 e anche di essere divenuto il modello di riferimento. Tornare in Val Pusteria, come ha annunciato, chiude un cerchio. E consente di distendersi prima dell’ulteriore appuntamento in programma.
- Sinner in Alto Adige per ritrovarsi
- L'osservazione della sconfitta
- Sesto Pusteria e poi qualche giorno di relax
- L'obiettivo Halle
Sinner in Alto Adige per ritrovarsi
Solo poche ore fa, Sinner è stato infatti salutato a Parigi da quanti lo avevano raggiunto per sostenerlo e per dimostrargli quanto abbia dato già e contribuirà a costruire per il tennis e lo sport italiano. Dalla sua, oltre al suo team costituito da Simone Vagnozzi e Darren Cahill ma anche il suo manager, Alex Vittur, e la mamma Siglinde che ha sofferto e patito come e più di Jannik dal suo punto di osservazione privilegiato, conscia che quanto era in corso era la tempeste emotiva che il numero 1 del ranking controlla, ma non può negare.
“Au revoir Parigi. Congratulazioni a Carlos Alcaraz e al suo team. Ho dato tutto quello che avevo, ma stavolta non ha pagato. Al prossimo anno…”, ha deciso di far scrivere sui social Sinner nel pieno del post Roland Garros che più adesso che un anno fa ha segnato Jannik.
[iol_placeholder type="social_instagram" id="DKrG_hRtM21" max_width="540px"/]L’osservazione della sconfitta
Per intensità, speranza, per quei tre match point vanificati dalla risalita di Alcaraz. Era un momento storico diverso, c’è stata la vicenda Clostebol e la squalifica di tre mesi nel mezzo e Sinner li ha gestiti, palesando il suo lato umano, troppo umano che lo ha reso ancora più ammirevole, prossimo a chi lo osserva.
Ora che Jannik è tornato in Val Pusteria dopo aver conosciuto e osservato dalla giusta distanza la dimensione che ogni sportivo allontana ricomporrà quel puzzle di lampi che lo hanno attraversato per riprendere la serenità necessaria a ripartire. Conoscere la sconfitta per affrontarla e comprendere come convivere con essa è un passaggio che sarà e verrà gestito.
Sinner con Agassi
Sesto Pusteria e poi qualche giorno di relax
Ieri pomeriggio Sinner è atterrato a Bolzano, all’aeroporto cittadino, per poi raggiungere Sesto Pusteria dove vivono i suoi genitori e suo fratello Mark che, però, svolge un’attività differente rispetto a quella dei suoi.
In Alto Adige, Sinner rimarrà per qualche giorno, come ha spiegato egli stesso nel tentativo di arginare anche una certa insistenza e chiudere con Parigi e con Alcaraz per concentrarsi su Halle che viene considerato, da sempre e in base al calendario, uno dei tornei più esemplificativi e preparatori in prospettiva Wimbledon.
Il numero 1 del ranking ATP tornerà in campo tra pochi giorni quando arriverà per disputare un torneo che gli ha consentito, la scorsa stagione di continuare a scrivere la sua storia tra il 16 e il 22 giugno prossimi dopo un anno di successi, risultati, premi e dall’altra parte la necessità di una conferma in questo torneo che lo ha visto comunque trionfare, un anno fa.
L’obiettivo Halle
A San Candido, dunque, rimarrà quel tempo sufficiente per focalizzarsi su quel che è imminente e inevitabile, tornare in campo dopo questa finale epica e che si è risolta al super tie-break del 5° set. Nella sua Sesto ci sono i suoi a ospitarlo, nella struttura alberghiera di famiglia che è riaperta e in piena attività dopo che quel sogno per Hanspeter e Siglinde si è tradotto in mura, pareti, un tetto.
Sinner è cordiale e aperto, stando alle foto postate su Instagram e che circolano senza interruzione di continuità a dimostrazione che quella delusione innegabile non è affogata nel magma del passato recente ma non gli impedisce di mantenere il contatto con le persone, quel pubblico che lo apprezza e lo stima per il suo stile. E che a Parigi non avrà destato le medesime simpatie nei riguardi del clan Alcaraz che, quando si è trattato in passato di vedersela con i beniamini non ha goduto della medesima benevolenza. Ma questo è un ciclo che non conosce stagione e che conserva un valore universale, per chiunque.