Il Valencia accusa Netflix di aver trasmesso “falsità” nel documentario su Vinicius: “Valutiamo azioni legali”
- Postato il 21 maggio 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il Valencia minaccia d’intraprendere azioni legali contro Netflix. Il motivo sono le “falsità”, così definite dal club calcistico, presenti in un documentario Netflix sull’attaccante del Real Madrid Vinicius Junior in cui viene affrontato il celebre episodio verificatosi al Mestalla due anni fa, quando alcuni tifosi valenciani coprirono di insulti razzisti il brasiliano. Tuttavia, il Valencia ha affermato che il documentario accusa erroneamente un folto gruppo di supporter dei Murciélagos (i pipistrelli) di aver pronunciato quei cori contro l’attaccante dei Blancos.
Il club ha chiesto un’immediata rettifica da parte della casa di produzione. I rappresentanti di Vinícius hanno dichiarato che la richiesta è rivolta esclusivamente a Netflix e ai produttori del documentario: il giocatore non ha nulla a che fare con la vicenda. Nel documentario è presente un video che mostra un folto numero di spettatori allo stadio Mestalla che canta contro Vinícius. Al video contiene la parola ‘mono’, che in spagnolo significa ‘scimmia‘, nei sottotitoli. Ma il Valencia sostiene che i tifosi stessero in realtà cantando ‘tonto’, che in spagnolo significa ‘sciocco‘. Al momento, Netflix non ha dato alcuna risposta. “A causa dell’ingiustizia e delle falsità contro i tifosi del Valencia, il club ha chiesto alla casa di produzione del documentario un’immediata rettifica scritta in merito agli eventi del Mestalla, che non corrispondono alla realtà. La verità e il rispetto per i nostri tifosi devono prevalere. Il Valencia si riserva il diritto di intraprendere azioni legali“, ha scritto il club in un comunicato su X.
All’epoca Carlo Ancelotti, l’allenatore del Real Madrid, aveva subito puntato il dito contro tutti i tifosi del Valencia per aver discriminato Vinícius, ma in seguito si è scusato dopo aver affermato di essersi reso conto che non era l’intero stadio a cantare la parola ‘scimmia’. Tre di questi pseudo-tifosi sono diventati i primi a essere condannati per casi di razzismo nel calcio professionistico in Spagna: per loro furono stabilite pene detentive di 8 mesi. Tuttavia, secondo media spagnoli, nel corso del processo sarebbe emerso che il video con la parola ‘scimmia’ nei sottotitoli era stato modificato e non rappresentava fedelmente quanto accaduto. In attesa di una presa di posizione ufficiale di Netflix, il caso è tornato alla ribalta.
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