Il vescovo di Bolzano e Bressanone ha revocato la nomina del prete pedofilo dopo le proteste dei fedeli
- Postato il 7 settembre 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il vescovo di Bolzano e Bressanone Ivo Muser ha revocato la nomina di don Giorgio Carli a collaboratore pastorale in Alta Pusteria. Il prete una ventina di anni fa, fu al centro di un lungo iter giudiziario per l’accusa di abusi. Nel 2009 fu prosciolto per prescrizione in Cassazione (dopo una condanna in secondo grado a oltre 7 anni) e nel 2013 il Tribunale civile condannò, in solido fra loro, la diocesi di Bolzano e Bressanone e la parrocchia San Pio X di Bolzano al risarcimento complessivamente di 700.000 euro, oltre agli interessi legali alla vittima e alla sua famiglia. I fedeli, dopo aver saputo della nomina, avevano protestato ma in un primo momento Muser aveva ribadito la sua scelta. Poi due giorni fa la marcia indietro.
“Negli ultimi giorni – informa la Diocesi – sono pervenuti alla diocesi di Bolzano-Bressanone diversi riscontri in merito al trasferimento di don Giorgio Carli. Molte persone hanno reagito in modo critico alla decisione, vista in contraddizione con il processo di elaborazione degli abusi. Il vescovo Ivo Muser ha deciso di revocare l’incarico di don Carli per il servizio pastorale in Alta val Pusteria”. Don Giorgio Carli non svolgerà quindi, il servizio pastorale in Alta val Pusteria. Il vescovo Ivo Muser ha parlato con il sacerdote e ha revocato la nomina. “Il passo è motivato dalla valutazione che – nelle circostanze date – vengono a mancare le condizioni per assumere questo compito con responsabilità verso le persone colpite e l’ambito pastorale. Allo stesso tempo, la diocesi vuole doverosamente confrontarsi in modo realistico con la situazione creatasi, anche nei confronti del sacerdote. Don Carli si prende un periodo sabbatico fino a nuovo avviso“. La Diocesi sottolinea, infine, che “nell’elaborazione degli abusi sessuali vuole fare tesoro delle esperienze fatte e proseguire sulla strada intrapresa: sul piano giuridico, pastorale e strutturale e in dialogo la società. Le misure saranno valutate, il dialogo con le persone colpite e gli organismi diocesani proseguirà”.
Lo scorso gennaio la diocesi di Bolzano e Bressanone pubblicò un dossier indipendente curato da un studio legale di Monaco sui casi di sacerdoti pedofili che per anni, in alcuni casi decenni, hanno potuto indisturbati palpeggiare, spogliare, abusare di bambini, bambine o giovanissime donne. Nella relazione poteva leggere delle omissioni e delle responsabilità dei quattro vescovi che ignorarono o coprirono gli abusi. E a Ivo Muser, attuale vescovo, si riconosceva sì uno “sforzo sincero volto a migliorare e possibilmente ottimizzare l’approccio nei confronti delle persone offese”, ma venivano comunque contestati ben otto casi. Tra cui appunto la mancata rimozione del prete prescritto.
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