Ilona Staller: «Vi racconto l’altra Ilona. I dischi, la radio, gli show in discoteca»
- Postato il 9 ottobre 2025
- Di Panorama
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«Ero bella, molto bella, un fiore» commenta Ilona Staller riguardando una sua immagine del 1976 (vedi sopra) scattata durante una pausa delle riprese sul set di Vizi privati e pubbliche virtù del regista ungherese Miklos Jancso. «Ho migliaia di diapositive che raccontano la mia vita e questa è una delle mie preferite. Tutto vero, nessun ritocco, mica come oggi» sottolinea prima di immergersi nei ricordi dell’altra Ilona, quella prima della svolta cinematografica a luci rosse negli anni Ottanta.
«La mia è una storia pazzesca che meriterebbe di essere raccontata in una grande film o in una serie tv a puntate per Netflix» racconta Cicciolina, il nome-brand di un’icona del nostro tempo, nato durante le dirette notturne dagli studi di Radio Luna a Roma negli anni Settanta: «I cicciolini e le ciccioline erano le persone che mi ascoltavano. Io raccontavo qualche storiella e poi dialogavo con loro: “ciao bella ragazza seduta davanti al grande specchio di camera tua, cosa sai della masturbazione? Se vuoi ti spiego qualcosa”». Fu scandalo: «Una delle tante denunce che ho collezionato per offesa al comune senso del pudore. I miei spettacoli live nelle discoteche e nei club degli anni Settanta sono stati un trionfo. Erano show pionieristici in bilico tra atmosfere da favola e “porcellerie”. Entravo in guepiere, tra fumi, bolle di sapone, vestita da donna farfalla. Cantavo le mie canzoni e cambiavo continuamente look. Ero Lady Gaga in anticipo di cinquant’anni. Verso il finale mi toglievo anche l’ultimo velo trasparente, e mi toccavo sulle note delle mie canzoni arrampicata su una scala color argento» ricorda.
«Facevo anche tre spettacoli al giorno: pomeridiano, serale e notturno. A quello pomeridiano venivano i mariti, quelli che uscivano “per andare a prendere le sigarette”. La sera i locali si riempivano di giovani e coppie. Andarsene dalle discoteche dopo le esibizioni era tosta, c’era sempre una marea di gente che mi aspettava» ricorda. «Una volta arrivammo a fatica a Bologna e davanti all’ingresso del club trovammo un metro di neve: “penso che questa sera che lo spettacolo lo farai a casa mia” fu il commento mio manager» racconta divertita prima di riavvolgere il nastro dei ricordi.
«Mio padre era un uomo bellissimo, alto quasi due metri, un vero don Giovanni circondato da amanti. Mia madre, a un certo punto, ha chiesto il divorzio. Io ero una bambina e da quel giorno l’ho visto una sola volta a casa della sua nuova compagna: mi serviva una firma per espatriare perché ero ancora minorenne. Da allora non ho più avuto contatti con lui» spiega. «Sono cresciuta con un patrigno, che lavorava al Ministero degli Interni ungherese. Venne cacciato per questioni politiche e poi ebbe un grave infortunio a una gamba. Mia madre lavorava e lui stava a casa: cucinava, puliva e mi mandava a scuola. Fino ai 14 anni quando ho iniziato a fare la modella per l’unica agenzia ungherese» racconta prima di addentrarsi nei dettagli su cicciolinaonline.com che raccoglie tutto il suo mondo: libri, t-shirt, video, cd e molto altro.
La musica: «Suono bene il violino, l’ho studiato da giovane a Budapest e poi con un’insegnante privata a Roma. Ho anche pubblicato molte canzoni: la più famosa e censurata è sicuramente Muscolo Rosso, erotica e ironica al tempo stesso, e poi Animal Rock e Guerra atomica anatomica che è una cover di Russians di Sting. Pochi sanno che nel 1978 ho inciso con Franco Franchi un pezzo straordinario, Cappuccetto Rosso, che doveva partecipare a Sanremo. Peccato che all’ultimo qualcuno abbia messo il veto e siamo stati esclusi». Era dappertutto Cicciolina negli anni Settanta, ben prima del boom dei film vietati ai minori: sulle copertine dei giornali di tutta Europa, nelle pubblicità dello champagne Laurent-Perrier sul magazine francese Lui, in tv su Rai 2 in C’era due volte, e al cinema, prima in commedie sexy come La liceale con Gloria Guida e poi con Cicciolina, amore mio. «Era un film erotico, non pornografico. Fu un successo e fece scandalo perché mi sfioravo il pube con i petali di una rosa rossa… Purtroppo quei geni della produzione me ne avevano data una con tutte le spine, così durante le riprese, quando l’ho passata sulla pancia, mi sono graffiata tutta».