In Iran, Khamenei ha le ore contate, in Italia è guerra per il terzo mandato

  • Postato il 18 giugno 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Ora, che cosa si inventerà Khamenei dopo l’ultimatum di Trump? Il presidente americano non poteva essere più chiaro: “Sappiamo dove sei. Arrenditi e non  ti uccideremo!”

Nascosto in uno dei suoi bunker o già fuggito in un Paese ultrasicuro, il capo indiscusso dell’Iran non risponde. Alza definitivamente le braccia o è pronto ad una contro offensiva che seminerà morti, feriti, distruzioni e lacrime dappertutto.

Sono momenti di grande tensione in tutto il mondo. Stavolta gli Stati Uniti non scherzano, Trump non sembra essere l’uomo che minaccia e poi torna clamorosamente sui suoi passi. Non avrebbe lasciato a metà l’incontro del G7 in Canada se non fosse determinato fino alla resa finale di Teheran.

Come finirà Khamenei?

In Iran, Khamenei ha le ore contate, in Italia è guerra per il terzo mandato, nella foto khamenei
In Iran, Khamenei ha le ore contate, in Italia è guerra per il terzo mandato (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Il mondo si interroga nuovamente, vivendo nel terrore di un nuovo conflitto che segnerà l’avvento dell’atomica.

Che cosa succederà se i grandi non riusciranno a trovare un accordo; se in Medio Oriente le armi non taceranno; se tutto diventerà estremamente drammatico?

Nella riunione avvenuta tra le montagne rocciose del Canada, i sette paesi più potenti della terra, durante un incontro che si potrebbe definire storico, un primo obbiettivo lo hanno raggiunto: arrivare ad una de-escalation della guerra perché soltanto così si potrà vivere di speranza. Non è stato facile, perchè Trump sul più bello è salito sull’aereo di Stato ed è tornato velocemente a Washington.

Anche questo, dunque, un traguardo andato in frantumi? Fortunatamente no e la cronaca ci informa che si sono dovute sudare le proverbiali sette camicie per tornare al punto di partenza. 

Il pontiere Giorgia Meloni

Giorgia Meloni ha fatto da pontiere? È stata lei la leader che ha riportato la missione sui giusti binari? La verità assoluta non la sapremo mai, però una indiscrezione e una foto possono aiutarci a trovare il bandolo della matassa.

Una immagine che vede Trump e la Meloni parlare seduti su una panchina senza nessun altro vicino; e una esternazione del presidente Usa il quale rispondendo alla domanda di uno dei partecipanti ha esclamato: “Ma quel Macron non capisce mai niente!”

Se ne dovrebbe dedurre che, a dispetto delle solite prefiche, chi può davvero rappresentare quale sia la realtà in Europa è proprio il nostro presidente del Consiglio. 

Per tornare a quelle che molti considerano le ultime ore di Teheran, si può affermare con una certa sicurezza che Khamenei ha già praticamente lasciato il potere ai pasdaran, il Corpo delle guardie rivoluzionarie, cioè i fedelissimi del dittatore. Sente che ormai è giunto il momento di mollare il potere, preoccupato più  di salvare la propria vita che quella degli altri iraniani a cui aveva promesso di diventare una grande nazione forte soprattutto per avere dalla sua l’arma atomica.

Nel nostro bel Paese di quali problemi ci si occupa aspettando il ritorno della premier? Si è ingaggiata una nuova battaglia (che sembrava superata) sul terzo mandato, cioè sulla possibilità di mantenere lo scettro anche dopo due legislature.

I più accaniti sostenitori di un ritorno al passato sono i leghisti con in testa Matteo Salvini. Vogliono salvare due governatori, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, cioè il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. Sono pronti a fronteggiare anche un amico-nemico come Antonio Taiani, il leader di Forza Italia che non è dello stesso avviso. Non è tutto: si pensa già all’autunno quando si dovrà votare in alcune regioni importanti. Sono già partiti gli screzi (eufemismo) e le prime divisioni. Nelle Marche e in Campania è guerra aperta perché Carlo Calenda potrebbe schierarsi con i Fratelli d’Italia e mandare in fumo i sogni di Matteo Ricci e di Roberto Fico. 

Durante l’estate il calcio giocato si ferma: è il tempo delle compravendite e del balletto degli allenatori. Però, le notizie clamorose non si fanno attendere. Non si parla del trasferimento di un asso da una squadra all’altra con uno sventolio di milioni da far paura.

No, stavolta, sono le curve a far clamore perchè i due capi ultras di Inter e Milan dovranno rimanere in galera diversi anni. Non vogliamo nemmeno sapere le ragioni di questa sentenza. Riteniamo doveroso  scrivere che se il tifo è quello rappresentato dai “signori nerazzurri e rossoneri” è molto meglio rimanersene a casa e godersi una bella partita in tv sorseggiando un buon caffè.

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Autore
Blitz

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