In Libia come “clandestini”. Piantedosi e delegazione Ue respinti dal governo di Bengasi del generale Haftar
- Postato il 8 luglio 2025
- Politica
- Di Blitz
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Il governo dell’est della Libia ha respinto una delegazione di ministri europei al loro arrivo a Bengasi. Lo ha riferito l’Afp citando un comunicato delle autorità dell’est della Libia, governo parallelo a quello di Tripoli.
“Mancato rispetto delle procedure di ingresso”
Della delegazione facevano parte il commissario Ue alle migrazioni e i ministri degli Interni di Grecia, Malta e quello italiano Matteo Piantedosi. Nella nota si parla di un “mancato rispetto delle procedure di ingresso e soggiorno dei diplomatici stranieri stabilite dal governo libico e al loro l’arrivo gli è stato notificato “l’obbligo di lasciare il territorio libico quali persone non grate”.

La delegazione dei ministri europei era arrivata in aereo a Bengasi da Tripoli, dove aveva incontrato i rappresentanti del governo di unità nazionale, sostenuto dalle Nazioni Unite e presieduto dal premier ad interim Abdul Hamid Mohammed Dbeibah. L’autocostituito governo parallelo di Bengasi fa invece riferimento al generale Khalifa Haftar.
“Piantedosi ha provato cosa significa sentirsi dire clandestino”
Se Matteo Renzi esprime solidarietà al ministro dell’Interno Piantedosi senza fare sconti però sulle “figuracce globali” attribuite all’insipienza della politica estera italiana, Angelo Bonelli, deputato AVS e co-portavoce di Europa Verde, ironizza sulla presunta “sfiga” del titolare della Farnesina.
“Tajani ha ragione: è proprio ‘sfigato’. Oggi rischiavano di arrestare anche il suo ministro dell’Interno, Piantedosi, che per qualche ora ha provato sulla propria pelle cosa significa sentirsi dire “clandestino”, termine con cui la destra definisce le persone migranti. L’Italia continua a tessere rapporti politici ed economici con regimi che rappresentano la vera cabina di regia del traffico di esseri umani. Questa volta Piantedosi è stato vittima della legge del contrappasso”.
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