In Piemonte chi studia vive di più: la disuguaglianza sociale pesa sulla salute e accorcia la vita
- Postato il 5 novembre 2025
- Piemonte
- Di Quotidiano Piemontese
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PIEMONTE – L’ignoranza uccide. E ci fa ammalare di più. Metafora forte, certo. Ma mai così calzante come in questo momento: in Piemonte le persone socialmente più svantaggiate non solo hanno un maggiore rischio di morte, ma anche un maggiore rischio di morte prematura, in particolare nel sesso maschile.
A rivelarlo è il Profilo di Salute ed Equità della Popolazione Piemontese*, un rapporto che mostra quanto la posizione sociale influenzi non solo quanto si vive, ma anche come si vive e ci si ammala.
Mortalità generale e disuguaglianze
I numeri sono implacabili. Gli uomini piemontesi con basso titolo di studio – al massimo la licenza media – hanno un rischio di morte del 35% superiore rispetto a chi ha diploma o laurea. Per le donne la differenza è del 19%. Ma il dato più drammatico riguarda gli anni di vita perduti: tra i meno istruiti sono il 65% in più rispetto ai laureati per gli uomini, il 28% in più per le donne.
Dati alla mano, in Piemonte le disuguaglianze sociali determinano profondamente chi vive di più, chi si ammala e chi ha accesso alle cure. A ciò va aggiunto che il Covid-19 ha ulteriormente allargato il divario, e che il Piemonte, come l’Italia intera, è una regione che invecchia.
Disuguaglianze sociali e mortalità in Piemonte
| Indicatore | Dati principali | Commento |
| Morti evitabili ogni anno | 1.158 | Causate da disuguaglianze sociali |
| Rischio di morte (uomini con bassa istruzione) | +35% rispetto ai laureati | Forti disparità legate al titolo di studio |
| Rischio di morte (donne con bassa istruzione) | +19% | Minore ma ancora significativo |
| Anni di vita perduti (uomini meno istruiti) | +65% rispetto ai laureati | Vita più breve e malattie precoci |
| Anni di vita perduti (donne meno istruite) | +28% | Effetto presente anche nel sesso femminile |
Patologie più comuni
Grazie ai dati del data warehouse piemontese (ricoveri ospedalieri, prescrizioni, esenzioni ticket), il report individua cardiopatia ischemica, vasculopatie cerebrali, scompenso cardiaco, diabete e BPCO come le patologie croniche più comuni.
Incrociando questi dati con il titolo di studio, emerge che le malattie colpiscono più duramente chi ha meno istruzione.
“Per tutte le cinque patologie prese in esame – si legge nel documento – è evidente un gradiente sociale a sfavore dei soggetti con i livelli di istruzione più bassi”.
Il diabete colpisce il doppio tra i poveri
Il diabete è l’esempio più evidente. La sua prevalenza, corretta per età, è quasi doppia tra chi ha solo la licenza elementare rispetto ai laureati.
Tra le donne meno istruite “la mortalità per diabete evidenzia le differenze maggiori (+89% tra i due estremi), chiamando in causa le differenze sociali nel sovrappeso (e obesità) e sedentarietà più accentuate nel sesso femminile rispetto agli uomini”.
La BPCO – la broncopneumopatia cronica ostruttiva – presenta “differenze che riflettono differenze nell’abitudine al fumo e a esposizioni professionali”. Il rischio di morte degli uomini con bassa scolarità è doppio rispetto a quello delle persone con alta scolarità. Per le donne la differenza è del 14%.
Malattie croniche e gradiente sociale
| Patologia | Differenze per istruzione | Causa principale |
| Diabete (donne) | +89% tra meno istruite e laureate | Obesità e sedentarietà |
| BPCO (uomini) | Rischio doppio con bassa scolarità | Fumo e rischi professionali |
| BPCO (donne) | +14% | Meno marcato ma presente |
| Multimorbosità (almeno una malattia cronica) | +57% nei meno istruiti | Cumulo di patologie croniche |
| Multimorbosità (più di una malattia) | +64% nei meno istruiti | Sovrapposizione di malattie |
Bassa scolarità e situazione economica
Differenze simili emergono nella multimorbosità: diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari e obesità si accumulano sulle stesse persone — quelle più povere e meno scolarizzate. Le persone con basso livello di istruzione svolgono lavori manuali, con maggiore esposizione a rischi professionali e retribuzioni più basse.
Il report spiega che chi ha bassa scolarità ha una probabilità del 57% più alta di avere almeno una patologia e del 64% più elevata di averne più di una.
Gli stili di vita: obesità, fumo, sedentarietà
Le disuguaglianze sociali si riflettono anche negli stili di vita. Le persone con basso titolo di studio sono più soggette a fumo, sedentarietà e obesità.
Il 24,6% dei piemontesi fuma, ma la percentuale sale al 30% tra chi ha solo la licenza media o elementare. La sedentarietà interessa il 32% della popolazione e cresce al 43% tra chi ha difficoltà economiche o bassa istruzione. L’eccesso ponderale (un adulto su tre in sovrappeso, uno su dieci obeso) è più frequente tra gli uomini e tra i meno istruiti.
Perché accade tutto questo? Spiega il documento che “le persone di bassa posizione sociale hanno meno capacità e discrezionalità nell’orientare i propri comportamenti su benefici di lungo periodo e tendono a compensare lo stress cronico della loro posizione sociale con soddisfazioni di breve termine prodotte da comportamenti insalubri ma gratificanti”.
Stili di vita e salute
| Comportamento | Tendenza | Differenze sociali |
| Fumo | 24,6% dei piemontesi, più tra uomini e meno istruiti | 29-30% tra chi ha bassa scolarità |
| Sedentarietà | 32% totale, fino al 43% tra chi ha molte difficoltà economiche | Forte correlazione con reddito e istruzione |
| Eccesso ponderale | 1 adulto su 3 in sovrappeso, 1 su 10 obeso | Più frequente tra uomini e meno istruiti |
| Motivazione | Lo stress sociale induce comportamenti compensativi (fumo, cibo, sedentarietà) | Effetto della posizione socioeconomica |
Bambini: la disuguaglianza inizia dalla culla
Le disuguaglianze si iscrivono nel corpo fin da bambini. “Il rischio di sovrappeso e obesità diminuisce con il crescere della scolarità della madre, da 30,6% per titolo di scuola elementare o media, a 25,6% per diploma di scuola superiore, a 19% per la laurea”.
“La prevalenza del non fare colazione, associata ad un aumento del rischio di sovrappeso, è più alta nei bambini di madri con titolo di studio più basso (elementare o media)”. E ancora: “L’esposizione a più di 2 ore di TV o videogiochi/tablet/cellulare è più frequente tra i maschi (40% versus 32%) e diminuisce all’aumentare del livello di istruzione della madre (da 48% per elementare/media, a 37% per diploma, a 23% per laurea)”.
In conclusione: “Tutti questi rischi diminuiscono con il crescere della scolarità della madre”.
Bambini e disuguaglianze precoci
| Indicatore | Dati principali | Relazione con scolarità materna |
| Sovrappeso/obesità infantile | 25,5% dei bambini 8-9 anni | Diminuisce con l’aumentare della scolarità materna |
| Bambini in eccesso ponderale | 58.561 (16.076 obesi) | |
| Sovrappeso per titolo di studio madre | 30,6% (elementare/media) → 19% (laurea) | Differenza netta |
| Bambini senza colazione | Più frequente tra madri meno istruite | |
| Esposizione a >2h di schermo | 48% (madre elementare/media)→ 23% (madre laureata) | Chiara correlazione |
Il documento spiega che le condizioni socio-economiche sono un predittore fondamentale di salute: chi è più istruito, con lavoro e reddito stabile, gode di migliori indicatori di salute.
Chi nasce povero in Piemonte ha più probabilità di ammalarsi, di ammalarsi prima e di morire prima. Ogni anno si potrebbero salvare oltre mille vite garantendo a tutti gli stessi comportamenti di salute di chi è più istruito.
In Piemonte, non è solo il reddito a segnare la differenza tra chi vive e chi muore: è la cultura, la conoscenza e l’accesso alle opportunità.
*Allegato a PRP Piemonte 2020-2025
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