In Romania stravincono i nazionalisti: Simion supera il 40% e raddoppia i voti di Georgescu. Si decide al ballottaggio

  • Postato il 5 maggio 2025
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A sei mesi dal caos e dalle polemiche seguite all’annullamento della consultazione nella quale si era affermato a sorpresa Calin Georgescu, l’estrema destra nazionalista torna a trionfare alle nuove elezioni presidenziali e migliora il risultato precedente. Il leader dell’Alleanza per l’Unità dei Romeni (Aur), George Simion, vola al 40,5 per cento delle preferenze, quasi raddoppiando i consensi ottenuti da Georgescu (che aveva raggiunto il 23%). “Oggi il popolo rumeno ha parlato. È ora di farsi sentire, nonostante gli ostacoli, nonostante le manipolazioni. I rumeni si sono sollevati“, è stato il commento a caldo di Simion, che adesso si prepara al turno di ballottaggio dove sfiderà il sindaco di Bucarest, l’europeista Nicusor Dan, che ha ottenuto il 20,9% dei voti. Al terzo posto il candidato della coalizione di governo, Crin Antonescu, che ha ammesso la sconfitta e parlato di un “risultato irreversibile” del voto.

Si è trattato di una ripetizione delle elezioni presidenziali, dopo che la Corte costituzionalecon una decisione clamorosa a soli due giorni dal ballottaggio di inizio dicembre scorso – ha invalidato il successo di Georgescu per irregolarità finanziarie nella sua campagna elettorale e per “ingerenze russe” attuate attraverso TikTok. Simion, tra l’altro, ha detto di essere pronto a nominare Georgescu primo ministro in caso di vittoria. I due domenica si sono presentati insieme al seggio elettorale accompagnati da cori di incitamento e applausi. Georgescu ha definito le nuove elezioni “una frode orchestrata da coloro che hanno fatto dell’inganno l’unica politica di Stato”, ma ha affermato di essere lì per “riconoscere il potere della democrazia, il potere del voto che spaventa il sistema, che terrorizza il sistema”.

Nelle sue prime dichiarazioni Simion ha risposto alle critiche alla visione del suo partito per l’Europa, chiarendo che la sua posizione è di riforma, non di rottura. “Voler riformare l’Ue non significa volerla abbandonare”, ha affermato in una nota diffusa dal suo staff. “Crediamo in un’Unione Europea che prosperi come un nido per le sue nazioni diverse e sovrane, non come un sistema rigido che impone politiche uniformi”. Simion ha ribadito il suo allineamento strategico con i principali alleati europei. “Ci allineiamo con Polonia e Italia, in questa forte corrente europea: Stati sovrani, uniti dai valori, non dalla burocrazia”. Ha poi detto di essere “l’unico candidato che può garantire che le truppe statunitensi rimangano in Romania, dove servono non solo come alleati, ma anche come scudo per la nostra sovranità e per la stabilità in tutta l’Europa orientale”. Simion ha ribadito il suo fermo impegno nei confronti della Nato e del partenariato strategico tra Stati Uniti e Romania, definendo la sicurezza regionale come sua massima priorità. Ha sottolineato l’importanza di mantenere la presenza americana a Mihail Kogalniceanu, la base aerea strategica della Romania e la più grande base Nato in Europa. “Abbiamo bisogno di truppe americane e Nato sul campo, oggi, non domani”, ha aggiunto.

Adesso Simion e Dan si sfideranno al ballottaggio il prossimo 18 maggio. Il sindaco di Bucarest proverà a ottenere i voti dell’altro candidato filo-europeista. Simon invece potrebbe contare sui voti di Victor Ponta, l’altro candidato sovranista arrivato quarto al primo turno con poco più del 13 per cento delle preferenze: insieme, sommando i voti di questa tornata elettorale, raggiungerebbero il 54% dei consensi. Ma il ballottaggio è un’altra partita e l’esito non è certo scontato.

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