In Valle d'Aosta la Bataille des Reines, la folkloristica battaglia delle mucche

  • Postato il 23 ottobre 2025
  • Cronaca
  • Di Agi.it
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In Valle d'Aosta la Bataille des Reines, la folkloristica battaglia delle mucche

AGI - Tra i suoni dei campanacci, applausi e un filo di suspance, la Valle d'Aosta è pronta a incoronare le sue 'regine'. Parliamo della 'battaglia' delle Reines che sabato e domenica, giorno della finale, vedrà sfidarsi in duello le bovine più prestigiose delle regione. Alle vincitrici di ogni categoria, sarà fatto indossare il tradizionale bosquet, un ramo di abete decorato e posto sul capo con tanto di giro trionfale dell'arena Croix-Noire di Saint-Christophe che sarà il teatro della popolare e folkloristica manifestazione conosciuta in tutto l'arco alpino, e non solo.

In Valle d'Aosta sono riconosciute due razze di bovine, la pezzata rossa e la pezzata nera castana. Entrambe eccellenti produttrici di carne e latte. Si differenziano per indole: la prima è docile e pacifica mentre la seconda vivace, irrequieta e combattiva. Per questa ragione sono proprio le pezzate nere castane a contendersi il titolo di Reine des Reines, partecipando a una serie di incontri a eliminazione diretta che pur chiamandosi "battaglie" sono regolati e garantiti dal rispetto reciproco. L'animale combatte istintivamente contro un suo simile ad armi pari non per batterlo ma per ottenerne la sottomissione.

L'origine della tradizione

L'origine della Bataille risale a quando le mandrie al pascolo decretavano una gerarchia interna per individuare la leader del gruppo. Con il tempo, l'uomo ha trasformato questo comportamento naturale in una tradizione organizzata senza snaturarne lo spirito. I primi combattimenti ufficiali risalgono al 1924 e da allora la Valle celebra ogni anno le sue regine.Quest'anno la dermatite nodulare contagiosa che ha colpito le bovine ha messo a rischio l'evento.

Il protocollo previsto a livello regionale per contenere la diffusione del virus ha tranquillizzato gli organizzatori e il Presidente dell'Association regionale des Amis des batailles des Reines Roberto Bonin ha spiegato che "grazie alla passione e alla collaborazione siamo riusciti a tutelare il programma, bilanciando la tradizione con importanti novità: il Combat des communaute's de montagnes e il Combat premier veau. La risposta e' stata positiva, a dimostrazione che tradizione e innovazione possono convivere".

Il programma: 

Sabato 25 ottobre

Sono previste quattro competizioni:

  • le ultime qualificazioni per la finale della tradizionale Bataille des Reines di domenica;
  • il sesto Combat du deuxie'me veau, riservato alle bovine che hanno partorito due volte, con 18 bovine in gara;
  • il primo Combat du premier veau, novità per le bovine più giovani che hanno partorito una volta e che vedrà sfidarsi 32 esemplari;
  • il Combat des Communaute's de Montagne, con la partecipazione delle Unite's Valdigne, Grand Paradis, Mont Emilius, Mont Cervin ed Evancon. Un segno concreto di coesione territoriale in un anno in cui i combattimenti interregionali con Piemonte e Lombardia e quelli internazionali con Francia e Svizzera non sono stati possibili a causa del virus.

Domenica 26 ottobre

Sarà il giorno delle Regine: 159 bovine provenienti da tutta la regione si contenderanno il titolo di "Reina des Reines", la regina delle regine, come da oltre un secolo davanti a migliaia di spettatori. Le bovine sono suddivise in tre categorie in base al peso e devono essere tutte gravide entro l'estate ed entro sera verranno svelati i nomi delle 3 Reine del 2025. L'assessore all'Agricoltura, Marco Carrel, ha sottolineato il valore umano e sociale dell'evento.

"Le batailles non sono solo un concorso, ma un'occasione per rinsaldare il legame tra allevatori e territorio. È bello vedere tanti giovani che si avvicinano a questa tradizione: è il segno che l'allevamento ha futuro e che la passione per la montagna continua a crescere". Un sentimento condiviso anche dal presidente della regione Renzo Testolin: "La Bataille des Reines è uno specchio della nostra identità. Dietro ogni allevatore c'è dedizione, fatica e orgoglio. È una manifestazione che unisce il mondo agricolo e quello urbano, un patrimonio da proteggere e trasmettere alle nuove generazioni".

 

 

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Autore
Agi.it

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