Incasso già raddoppiato per gli Usa grazie ai Dazi, oltre 100 miliardi da gennaio

  • Postato il 16 luglio 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Le politiche commerciali di Donald Trump stanno dando i loro frutti dal punto di vista fiscale. Secondo i dati ufficiali del Tesoro statunitense, nei primi sei mesi del 2025 gli Stati Uniti hanno incassato oltre 108 miliardi di dollari grazie ai dazi sulle importazioni. Si tratta di una cifra record, quasi doppia rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e sufficiente a rendere i dazi la quarta fonte di entrate fiscali per il governo, dietro solo alle imposte sul reddito, ai contributi previdenziali e alle tasse sulle imprese.

Nel solo mese di giugno, il gettito doganale ha toccato i 27 miliardi di dollari, un valore quattro volte superiore a quello registrato a giugno 2024. Questo risultato ha contribuito a un inaspettato surplus di bilancio mensile di 27 miliardi, il primo dal 2017, sebbene ancora insufficiente a compensare il disavanzo di 316 miliardi accumulato a maggio.

Le nuove misure annunciate dalla Casa Bianca

La Casa Bianca, rafforzata dai dati positivi sulle entrate, guarda con ottimismo ai prossimi mesi. Il segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha dichiarato che le entrate doganali potrebbero superare i 300 miliardi di dollari entro la fine del 2025, ipotizzando un nuovo raddoppio nel secondo semestre. Dal 1 agosto, infatti, entreranno in vigore i nuovi dazi “reciproci”, imposti su base nazionale, con tariffe superiori all’attuale soglia del 10%.

Il presidente Trump ha inoltre minacciato ulteriori aumenti: una tariffa del 50% sulle importazioni di rame e addirittura del 200% su quelle di medicinali. Queste misure, secondo la Casa Bianca, servono a riequilibrare la bilancia commerciale e a finanziare i tagli fiscali promessi. Tuttavia, l’aggressività tariffaria potrebbe generare tensioni internazionali e ricadute sui consumatori interni.

Inflazione in crescita e rischi per i consumatori

Se dal punto di vista fiscale il piano daziario sta funzionando, restano forti dubbi sull’impatto economico a medio termine. Numerosi economisti avvertono che i dazi, colpendo le importazioni, finiranno per aumentare i prezzi al consumo. Le aziende estere tendono infatti a trasferire i costi doganali ai clienti finali. Dove non esistono alternative economiche prodotte localmente, i cittadini americani potrebbero trovarsi a pagare di più per gli stessi beni.

A confermare questa tendenza ci sono i dati sull’inflazione: a giugno l’indice è salito al 2,7%, con un aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente, raggiungendo i massimi da febbraio. Questo rialzo potrebbe rappresentare il primo effetto diretto dei dazi, con le imprese che iniziano a scaricare i costi aggiuntivi sui consumatori dopo aver esaurito le scorte precedenti. I dati dei prossimi mesi saranno decisivi per capire se gli americani finiranno davvero per sostenere l’onere dei 300 miliardi di dollari previsti come extra-gettito.

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Blitz

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