Incendi, il Portogallo ha la più vasta area bruciata in Ue. In Spagna carbonizzati 343.000 ettari nel 2025
- Postato il 19 agosto 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Il fuoco continua a martoriare la Penisola iberica. Dopo l’ondata di caldo torrido, sono ancora decine gli incendi da spegnere in Portogallo: migliaia di vigili del fuoco e centinaia di veicoli stanno cercando di domare le fiamme. Secondo i dati del Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (Effis), riportati dalla stampa locale, il Paese ha la più vasta porzione di territorio distrutta dai roghi nell’Ue. I numeri vengono ricavati da una stima dell’area bruciata, basata sulla temperatura del suolo registrata da una rete di satelliti. Quest’anno, finora, in Portogallo è bruciato ben il 2,35% della superficie nazionale, equivalente a 216.214 ettari. Una cifra più di due volte superiore alla media: negli ultimi 18 anni è bruciato mediamente l’1,05% dei 92.000 chilometri quadrati del Paese.
Le accuse al governo sui ritardi
Solo Cipro si avvicina ai numeri portoghesi con il 2,3%, mentre la Spagna è terza con lo 0,68%. Secondo gli esperti, il Portogallo riunisce diverse caratteristiche che lo rendono particolarmente esposto a questo tipo di disastri come una superficie forestale continua nelle zone montuose e una siccità estiva con temperature elevate e venti forti. Le spiegazioni degli scienziati però non bastano all’opposizione politica al governo del conservatore Luís Montenegro, accusato di aver azionato tardi il meccanismo di protezione civile dell’Ue. La polemica si concentra soprattutto sul fatto che il primo ministro ha interrotto le sue ferie estive solo in questi ultimi giorni e ha visitato solo lunedì 18 agosto la sede nazionale della Protezione civile. Mentre il segretario del Partito socialista, José Luís Carneiro, chiede la costituzione di una commissione tecnica indipendente per indagare sulla “mancanza di un comando politico” nella lotta agli incendi, sia il partito di estrema destra Chega sia il partito comunista hanno intenzione di convocare d’urgenza il premier in Parlamento per interpellarlo sul tema.
In Spagna ancora 40 roghi attivi
Il fuoco non dà tregua neanche alla Spagna. Ci sono ancora una quarantina di roghi attivi nel versante occidentale e nord-occidentale di Estremadura, Castiglia e Leon, Asturie e Galizia. Quattro vigili del fuoco sono rimasti feriti cercando di spegnere gli incendi e uno di loro è grave. Tra le regioni più colpite da quest’ondata, finora in Galizia sono morte 4 persone e oltre 60.000 ettari di vegetazione andati in fumo nella sola provincia di Ourense. È però il territorio di Castiglia e Leon quello messo peggio: oltre 30 focolai ancora attivi nelle province di Zamora, Leon, Salamanca e Avila. Continua anche il mega incendio di Jarilla (Caceres) che, fuori controllo da una settimana su un perimetro di 450 km, ha bruciato oltre 35.000 ettari. Proprio a Jarilla è prevista oggi una visita del premier Pedro Sanchez, per seguire sul terreno le operazioni di estinzione.
Secondo Copernicus, la superficie di vegetazione carbonizzata in Spagna quest’anno supera i 343.000 ettari, il dato più alto negli ultimi 30 anni. Il ministero dell’Interno ha fatto sapere che le forze dell’ordine hanno evacuato oltre 31.300 persone e arrestato 31 individui sospettati di aver appiccato i roghi. A rendere complicato lo spegnimento degli incendi, ci sono anche le difficili condizioni meteorologiche, aggravate dal forte vento, e le dense colonne di fumo che ostacolano le operazioni.
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