Inceneritore in Valbormida, la lettera di cittadino di Dego: “Una farsa pericolosa”

  • Postato il 23 ottobre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Riceviamo e pubblichiamo una lettera firmata sul tema dell’ipotesi di un inceneritore in Liguria.

Gli esperti dicono che un inceneritore trasforma rifiuti in gran parte riciclabili in fumi, ceneri e scorie e non elimina le discariche perché produce una tonnellata di ceneri residue ogni tre tonnellate di rifiuti bruciati.

Le microparticelle che si liberano non riescono a essere intercettate anche dai filtri più efficienti e si accumulano prima in atmosfera e poi nei terreni entrando nel ciclo biologico attraverso piante e animali che di queste piante si nutrono. Studi scientifici dimostrano come nella zona di Brescia, sede di un inceneritore che brucia all’anno più di 500.000 t di rifiuti le tracce di PCB sono maggiori rispetto al resto d’Europa. In Belgio le mucche che vivono vicine a un inceneritore producono latte che contiene una quantità di diossine cinque volte superiore alle mucche che vivono in assenza di inceneritore.

Inoltre, la soluzione di risolvere il problema rifiuti con l’inceneritore è solo illusoria perché non elimina i rifiuti, ma produce scorie, non produce energia in quanto si ricava meno energia di quella distrutta con la combustione e produce inquinamento. Studi epidemiologici hanno riscontrato un aumento del rischio di mortalità e ricovero ospedaliero, con aumento delle malattie cardiache e respiratorie, associato alle emissioni di un inceneritore.

“Sciagurato un popolo di ciechi governato da pazzi” recitava una famosa tragedia. Il livello, però, stavolta è più simile al Teatro del Bagaglino o alla commedia dell’arte di noialtri, dove gli Arlecchini e i Pulcinella di turno, ignari di far ridere (anche se la farsa che va in scena non è affatto divertente) sputacchiano sentenze, certi delle proprie posizioni, salvo poi cambiarle radicalmente, proprio come i galletti delle chiese francesi in balia del vento.

È un vento che spinge in ogni direzione, ma la barca va, finché va, anche di bolina, anche quando la brezza sembra opporsi. E allora Arlecchino e Pulcinella passano da un tavolo all’altro esaminando progetti che non esistono (un progetto sarà redatto solo dopo la scelta del sito su cui costruire l’impianto), parlando di argomenti tecnici di cui sono all’oscuro, solo per compiacere chi da loro si aspetta una decisione favorevole in cambio di chissà quali promesse.

Goldoni, chi meglio di lui, potrebbe senza dubbio inscenare una commedia di successo, piena di colpi di scena, di ingannevoli accordi e di un consolatorio lieto fine. Purtroppo, e spero di sbagliarmi, è difficile pensare a un lieto fine per la farsa che si sta consumando in Val Bormida.

Gli attori principali non sono ciechi come potrebbero sembrare e non sono animati dal sottile piacere di turlupinare Pantalone, bensì i loro sudditi, quelli che non hanno in mano il bastone del comando. Se così non fosse non si attarderebbero a disquisire di argomenti a loro ignoti ascoltando solo il parere dell’oste che parla del suo vino o del suo impianto green panacea di tutti i mali per la fatidica perifrasi magica: chiusura del ciclo dei rifiuti.

Sergio Restagno

Autore
Il Vostro Giornale

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