Inchiesta corruzione, i pm: “Piacenza indulgente sull’occupazione abusiva attuata da Spinelli”
- Postato il 1 agosto 2025
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- Di Genova24
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Genova. Anche Paolo Piacenza, segretario generale dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale e da pochi giorni commissario straordinario del porto di Gioia Tauro, ha chiesto di essere interrogato dopo la chiusura delle indagini per il filone bis dell’inchiesta per corruzione che a maggio 2024 aveva portato agli arresti domiciliari di Giovanni Toti, l’allora presidente della Regione Liguria.
Il dirigente pubblico, difeso dall’avvocato Paolo Nolasco, è accusato di omessa denuncia per l’occupazione abusiva da parte dell’imprenditore portuale Aldo Spinelli della porzione dell’ex carbonile e il riempimento abusivo di quelle aree.
Nelle carte dell’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Federico Manotti e dal sostituto Luca Monteverde, si legge che “Piacenza, pur prendendo atto dell’indebita invasione del carbonile lato levante attuata da Aldo Spinelli, oltre a non porre in essere una pronta ed adeguata azione a tutela dei diritti di superficie vantati sulle aree demaniali portuali, si comportava in maniera deliberatamente indulgente, evidentemente per non creare nocumento al Gruppo Spinelli“.
Piacenza era diventato commissario straordinario del porto di Genova dopo la nomina di Paolo Emilio Signorini ad amministratore delegato di Iren. Nel giugno 2024, in seguito all’indagine, ha rassegnato le dimissioni, restando però in carica come segretario generale, ruolo che mantiene tuttora.
La vicenda giudiziaria
Per quanto riguarda l’occupazione abusiva delle aree dell’ex Carbonile, secondo i magistrati Piacenza e la funzionaria Antonella Traverso sapevano bene che quello che stava facendo Spinelli era illegale ma chiusero un occhio perché nessuno voleva “stizzire” l’imprenditore. Dall’inchiesta emergerebbe che i due avevano provato a chiedere di liberare una parte dell’area – che è ancora formalmente di Enel – ma l’84enne imprenditore voleva fare di testa sua e tutti si preoccupavano di “sanare” ex post la situazione in attesa che fosse approvata la concessione per cui pressava.
Dopo i patteggiamenti per corruzione di Giovanni Toti, Aldo Spinelli, Paolo Emilio Signorini e quelli più recenti degli imprenditori Alberto Amico, Francesco Moncada e Mauro Vianello nell’ambito del primo filone, il procuratore aggiunto Federico Manotti e il sostituto procuratore Luca Monteverde hanno chiuso le indagini per tutti gli altri.