Incidenti mortali, a Genova 12 vittime da inizio anno: cosa fare per la sicurezza stradale
- Postato il 10 settembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Fulvia Minetti, uccisa ieri da un’auto senza freno a mano in via Borgoratti, è la dodicesima vittima di incidenti stradali del 2025 a Genova. A tre mesi e mezzo dalla fine dell’anno, ne manca solo una per uguagliare la stessa cifra del 2024 e del 2023. In una città stabilmente in vetta alle classifiche sul numero di incidenti (record nazionale assoluto per pedoni investiti in rapporto alla popolazione) la domanda resta di grande attualità: cosa fare per aumentare la sicurezza delle strade e fermare una vera e propria strage?
Sull’episodio di via Borgoratti è stata aperta un’inchiesta per omicidio stradale. Saranno gli accertamenti tecnici a stabilire se a far piombare quella macchina su un marciapiede sia stato un guasto imprevedibile (quindi una fatalità) o piuttosto una negligenza. La vettura, comunque, era parcheggiata in divieto di sosta sul lato opposto della carreggiata, in prossimità di un bar, dove il conducente 54enne si era fermato a prendere il caffè. Una dinamica singolare, mentre le cause più frequenti di morte sulla strada sono ben note: distrazione, mancato rispetto delle precedenze, eccesso di velocità.
Le proposte per la sicurezza: cuscini berlinesi e città 30
C’è chi ha individuato possibili soluzioni. Legambiente e Fiab hanno proposto al Comune di istituire almeno nove strade con limite di velocità a 30 km/h, una per ciascun municipio. Il modello di riferimento – sebbene avversato dal ministero dei Trasporti – è Bologna, che in un anno di città 30 ha azzerato i pedoni uccisi e dimezzato il numero complessivo di morti. Insieme alle associazioni dei ciclisti e degli ambientalisti, il Comitato San Fruttuoso – che il 22 settembre organizza una fiaccolata in memoria delle vittime della strada – si batte da anni per avere i cuscini berlinesi, speciali dossi quadrati da installare in prossimità degli attraversamenti pedonali per costringere i veicoli a rallentare senza intralciare gli autobus e i mezzi di soccorso. O almeno attraversamenti rialzati.

Quella dei cuscini berlinesi “è un’ipotesi che valutiamo, da qualche parte sono fattibili, ma è un argomento che devo discutere con gli uffici”, spiega l’assessore alla Mobilità Emilio Robotti. La giunta precedente li aveva scartati ritenendoli inadatti alle strade cittadine. “Ci sono diverse correnti di pensiero, vogliamo verificare la presunta impossibilità di adottarli – ribadisce l’assessore -. Certo che Genova ha caratteristiche particolari, ma non è vero che sono contrari al codice della strada“.
Sulla città 30 – ovvero l’estensione del limite di velocità ribassato a tutte le strade con alcune eccezioni, anziché viceversa – la giunta Salis procede su una linea simile a quella dei predecessori: “Bologna è diversa da Genova – spiega Robotti -. Al di là del nome, nel momento in cui si individuano punti in cui si aumenta la sicurezza stradale si va già in quella direzione. Noi abbiamo già diverse zone a velocità limitata e comunque con caratteristiche che non permettono di correre. Vogliamo partire da situazioni come scuole, edifici e servizi pubblici e fare una serie di interventi. Lo faremo con un percorso condiviso e partecipato a partire dai municipi. Gli interventi fatti dalla scorsa amministrazione non hanno avuto grandi momenti di partecipazione”.
La prima zona scolastica “potenziata”, ormai in dirittura d’arrivo, è quella di Sestri Ponente tra via Giotto, via Borzoli e piazza Aprosio: marciapiedi allargati, nuova pavimentazione, alberi (a costo di sacrificare qualche parcheggio) e limite di velocità a 30 km/h. Un’altra zona con velocità ridotta è stata istituita l’anno scorso a Quarto, in viale Quartara.

In parallelo continua il lavoro di messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali con illuminazione ad hoc, isole protese, vernice ad alta visibilità. Gli interventi più recenti sono stati realizzati grazie a fondi per un milione di euro stanziati dal Mit proprio per ridurre gli incidenti e la mortalità stradale. “Stiamo studiando anche di introdurne qualcun altro in punti in cui i pedoni attraversano spesso anche in assenza di strisce”, aggiunge Robotti. Emblematico il caso della 22enne Sara Marzolino, falciata a maggio da un’auto lanciata a folle velocità mentre attraversava via Buozzi fuori dalle strisce, in un punto sfavorevole alla mobilità dei pedoni.
Sanzioni, non solo autovelox: nel mirino la sosta in doppia fila
Per tenere sotto controllo la velocità nelle strade di scorrimento le giunte di centrodestra hanno puntato su sistemi come Tutor e autovelox fissi. All’impianto in Sopraelevata si sono aggiunti quelli in corso Europa, lungomare Canepa e strada Guido Rossa. “Installarne di nuovi? È complicato perché il nuovo codice della strada prevede obblighi che non lo rendono molto facile. Anche in quel caso interverremo su alcuni punti specifici, individuati insieme ai Municipi, partendo dalle zone centrali”.
Temi che saranno al centro della European Mobility Week, a Genova dall’11 al 28 settembre. Nel comunicato di presentazione dell’iniziativa si parla anche dell’impegno della polizia locale nel “contrasto a quelle violazioni del codice della strada che rappresentano un ostacolo alla sicurezza dei ciclisti e dei pedoni“. Si citano in particolare la “sosta affiancata, che riduce la visibilità e limita gli spazi di manovra, aumentando il rischio di incidenti”, cioè la proverbiale doppia fila, e la “sosta su piste ciclabili, che impedisce il transito sicuro dei ciclisti, costringendoli a manovre pericolose e compromettendo la continuità dei percorsi dedicati”. “L’attività sanzionatoria in questi ambiti non è fine a sé stessa, ma è parte di una più ampia strategia di prevenzione e tutela degli utenti vulnerabili della strada che si affianca al lavoro educativo nelle scuole e nelle comunità”, spiega la polizia locale.
La Uil Liguria: “Serve un tavolo permanente sulla sicurezza urbana”
Intanto la Uil Liguria, esprimendo “profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia della donna tragicamente deceduta in via Borgoratti”, chiede un intervento delle istituzioni: “Un episodio drammatico che segue altri tre incidenti mortali che si sono verificati nell’ultimo mese sulla pelle di persone ultrasettantenni. È di pochi mesi fa un’altra tragedia che ha segnato la nostra città: lo scorso 12 marzo una donna ha perso la vita a causa del crollo di una pianta poi rimossa. Questi fatti non sono casualità isolate, ma il segnale evidente di una città che deve investire di più sulla sicurezza urbana intesa in senso ampio: cura del territorio, manutenzione puntuale, viabilità sicura e controlli più efficaci,
“Come Uil Liguria chiediamo alle istituzioni locali e a chi ha responsabilità dirette in materia di sicurezza di attivare un tavolo permanente sulla sicurezza urbana che tenga insieme tutti questi aspetti – spiega Giovanni Bizzarro, segretario confederale regionale Uil Liguria con delega alla sicurezza della città – Lo chiediamo da tempo e vogliamo provarci insieme alle istituzioni. La sicurezza, però, non riguarda solo le strade e gli spazi pubblici. La cronaca recente ci ha restituito casi di stupro e violenza che hanno scosso la comunità genovese. Non possiamo accettare che le donne vivano nella paura o che la violenza diventi un fatto ordinario. È necessario potenziare prevenzione, protezione e ascolto, garantendo più presidi sul territorio, strumenti di sostegno alle vittime e una cultura del rispetto che parta dalle scuole e faccia rete con istituzioni, enti, sindacato e associazionismo”.
“La morte e le violenze subite da troppe donne in questi mesi non possono essere archiviate come incidenti o casi di cronaca – chiude Bizzarro – Sono un campanello d’allarme che ci impone di cambiare passo: siamo sicuri che le istituzioni raccoglieranno il nostro appello”.